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MONDO

A Firenze il dibattito tra Bové, Schulz, Juncker e Verhofstadt

State of the Union: i quattro candidati alla Commissione Europea a confronto

Le priorità per la crescita, l'occupazione, la crisi, ma anche la politica estera e il ruolo della nuova Commissione. I candidati alla Commissione Europea si confrontano nel dibattito a Firenze

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Quattro candidati a confronto
di Emma FarnèFirenze
La disoccupazione, la crisi, il ruolo del presidente della Commissione. Ma anche la politica estera e il futuro dell'Europa: questi i temi affrontati nel dibattito a Firenze tra quattro dei cinque candidati alla Commissione Europea: José Bové, Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Guy Verhofstadt. Tutti accomunati dalla fiducia nell'Europa e dalla lotta contro l'euroscetticismo e i populismi. Assente Alexis Tsipras della Sinistra Europea. A moderare il confronto, il direttore per l'Europa del Financial Times, Tony Barber, Monica Maggioni, direttrice di Rainews24 e Joseph H.H. Weiler, presidente dell'Eui.

Le priorità per i candidati
José Bové. Nel dibattito, sia in apertura, sia in chiusura Bové ha sottolineato l'importanza della lotta contro il cambiamento climatico: "Le persone vivono con domande concrete e vogliono risultati, la risposta per noi è una: cambiare direzione dell'economia, che deve esere più  verde e senza carbone". La sua Commissione sarebbe "politica" e non "tecnocratica"
Jean-Claude Juncker. In apertura di dibattito, Juncker ha ricordato la vicenda delle 300 ragazze nigeriane rapite: "Nessuno deve essere venduto, chiediamo di riportarle indietro", Poi ha sottolineato la ncessità di "un’Europa più forte, se vogliamo costruire la pace. Se non abbiamo un’Europa forte non possiamo farlo". 
Martin SchulzLe priorità per Schulz sono la "lotta alla disoccupazione giovanile" e la "lotta all'evasione fiscale"
Guy VerhofstadtIn apertura di dibattito, Verhofstadt ha ringraziato la Rai e il presidente Napolitano per il contributo nell'Unione Europea. Le sue priorità? "Lavoro, lavoro, lavoro"

I candidati hanno poi risposto su temi di attualità. Ecco, in sintesi, le loro posizioni: 

RUOLO DELLA COMMISSIONE E DEL PRESIDENTE:

José Bové: "La Commissione deve essere al di sopra dei Paesi", e "prendere iniziative per l'Europa, non per l'individualismo dei 28 Stati". 
Jean-Claude Juncker: Il leader dei popolari vuole una "commissione con poteri politici veri. Dobbiamo dare all’Europa un programma politico chiaro per i prossimi cinque anni"
Martin Schulz: Se i governi nazionali facessero un nome per il presidente della Commissione che non è uno dei candidati, il Parlamento "Non lo voterebbe". Comunque, la commissione deve avere "Un team politico". 
Guy Verhofstadt: Per il liberale, serve "un presidente che si assuma il potere di iniziativa, anche se Berlino non è d'accordo". Non si può avere qualcuno "che non sia un candidato" e comunque occorre "creare una squadra" e non "una commissione segretaria del consiglio Ue". 

BASSA AFFLUENZA ALLE URNE

José Bové: "Difficile essere ottimisti. Gli europei hanno paura, ecco perché dobbiamo mobilitarci", dice il leader dei verdi. "Dobbiamo cambiare la politica europea", magari "tra cinque anni ci sarà l'elezione diretta del presidente della commissione".
Jean-Claude Juncker: Anche se c'è bassa affluenza, "Il risultato va rispettato" e anche i singoli governi devono farlo
Martin Schulz: per il socialdemocratico, anche con una bassa affluenza, direbbe di "essere stato eletto dal popolo europeo". Comunque, occorre "intraprendere nuove direzioni per la conquista della democrazia"
Guy Verhofstadt. Per il liberale, occorre "dare un'alternativa al modo in cui è stata governata l'Europa fino a oggi" e "dare una visione del futuro ai cittadini"


ECONOMIA, CRESCITA E OCCUPAZIONE

José Bové
: serve un "budget autonomo per l'Europa" e stilare "un grande progetto, per un cambiamento economico e genetico" tenendo conto del "cambiamento climatico in corso"
Jean-Claude Juncker: "Il risanamento finanziario è importantissimo. Una politica per la crescita è ugualmente importante. Avvierei un programma ampio per organizzare un mercato unico digitale europeo" e completare "il mercato interno europeo"
Martin Schulz: "Dobbiamo combattere le frodi fiscali e l'evasione fiscale" e usare questi soldi "per la stretta creditizia", "creare nuove possibilità di credito", ad esempio alle piccole e medie imprese come quelle italiane
Guy Verhofstadt: "C’è bisogno di disciplina finanziaria", serve " una nuova ondata di integrazione europa". Occorre creare una comunità europea "dell'energia, uniformiamoci su mercati digitali, telecomunicazioni, servizi". 

LE RISPOSTE ALLA CRISI

José Bové:
"La risposta sulle banche non è stata ideale. Il peggior errore è stato di dare potere a livello di Paesi alla troika" e "nonn c’è stato controllo democratico su quella decisione"
Jean-Claude Juncker. Durante la crisi, Juncker era presidente dell'Eurogruppo. "All’inizio della crisi non avevamo gli strumenti per combatterla. Abbiamo cercato di definirli e ora ce li abbiamo". Juncker non crede che "la Commissione abbia fatto grandi errori". 
Martin Schulz:
"C’è stata una reazione rapida", "Accettabile in una situazione eccezionale". Ma "il Consiglio ha cercato di trasformare l’eccezione nella regola", ecco perché Schulz avrebbe usato "un metodo comunitario"
Guy Verhofstadt: "Si è lavorato bene, si è rafforzato il patto di stabilità". Ma "bisognava risolvere subito il problema delle banche"


LA FLESSIBILITA' DEL DEBITO

José Bové:
Va bene "separare investimenti e spesa" ma in futuro la risposta è essere in grado di fare "investimenti collettivi", ad esempio "su energia o trasporti". 
Jean-Claude Juncker: "Non consentirei più flessibilità, i Paesi devono rispettare gli impegni che si sono assunti". Juncker è "convinto che Francia e Italia rispetteranno gli impegni".
Martin Schulz: "Il criterio del 3% è nel trattato, non possiamo cambiarlo". Ma va definito "in termini di investimenti futuri e spesa corrente: discutiamone separatamente"
Guy Verhofstadt: "Contrario a dare più tempo ai Paesi e abbassare le condizioni patto stabilità". Per il liberale serve "costruire una nuova strategia, con nuove infrastrutture e nuovi investimenti". 


POLITICA ESTERA

José Bové:
"L'Europa deve avere una voce, farsi sentire. Dobbiamo dire al governo ucraino di fare politica energetica diversa, per non dipendere più dalla Russia"
Jean-Claude Juncker: Occorre "ribellarsi alle violazioni del diritto internazionale". Ma "non vogliamo guerre". Le sanzioni? "Sì, ma se Putin non cambia atteggiamento". E con la consapevolezza "dell'impatto sui Paesi europei". Ma occorre anche "mettere insieme le politiche estere: sulla difesa comune, sull'esercito"
Martin Schulz: "Abbiamo bisogno di collaborare con Russia" e "cercare soluzioni diplomatiche". Le sanzioni? "Se servono, ma questo significherà un costo del gas più alto"
Guy Verhofstadt è a favore di "sanzioni più forti contro la cerchia intorno a Putin" e occorre "Agire su loro capitali"

IMMIGRAZIONE

José Bové: "
Se tra vent’anni non vengono persone a lavorare in Europa", non ci sarà "sviluppo nell'economia". Ecco perché occorre "una risposta sociale" per i migranti
Jean-Claude Juncker: Per l'ondata di migranti in Europa, serve "organizzare la solidarietà europea con una rete intereuropea, per affrontare le persone che chiedono asilo"
Martin Schulz "Serve un sistema che impedisca la tratta dei migranti". Inoltre, "serve un'immigrazione legale. Non tutti possono venire in Europa, ma tutti ne devono avere la possibilità"
Guy Verhofstadt: "La popolazione invecchia e l'Europa ha bisogno della migrazione". Bisogna anche "mettere in atto la mobilità europea ed evitare lo shopping del welfare", anche perché "in Europa ci sono 4 milioni di posti di lavoro".