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ITALIA

Resti donna potrebbero essere quelli della moglie dell'uomo

Firenze. Giallo valigie, trovato quarto trolley con "resti mancanti uomo"

Le impronte digitali di Shpetim Pasho, corrispondono a quelle di uno dei due cadaveri ritrovati. Lo confermano i carabinieri, che proseguono le indagini sul duplice omicidio dai risvolti macabri

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Trovata una quarta valigia nella zona di Firenze, tra il carcere e la Fi-Pi-Li, dove erano state ritrovate le prime tre con resti umani, di un uomo e di una donna, nei giorni scorsi. "Contiene verosimilmente la parte mancante dell'uomo". Il contenuto, spiegano i carabinieri "è stato portato a medicina legale" per ulteriori analisi e approfondimenti. La striscia di terreno lungo la superstrada stamani è stata di nuovo perlustrata dopo una pulitura molto accurata. 

Intanto è stato appurato che le impronte digitali di Shpetim Pasho, corrispondono a quelle di uno dei due cadaveri ritrovati. Lo confermano i carabinieri, che proseguono le indagini sul duplice omicidio dai risvolti macabri. L'uomo, 54 anni, albanese, era scomparso dal 2015.  La comparazione delle impronte del cadavere maschile è stata effettuata dalla Sezione Impronte del Reparto Investigazione Scientifiche di Roma. Dai primi elementi  sembrerebbe che a provocare il decesso di Pasho sia stata una coltellata alla gola. I resti  della donna, con tutta  probabilità, quelli della moglie, Teuta, di 52 anni hanno rivelato che la morte è  sopravvenuta  per asfissia da strangolamento e per il pestaggio ricevuto.

Fu la figlia Dorina a dare l'allarme sulla loro scomparsa: chiamò la trasmissione "Chi l'ha visto?" di Rai 3 e sui social pubblicò la foto della madre e del padre per cercare aiuto e ritrovarli. Ora il ritrovamento dei due corpi, vittime di un brutale omicidio e di un macabro spezzettamento dei cadaveri. A questo punto i familiari - dopo che si è risaliti all'identità del padre - aspettano di sapere con certezza se anche i resti della donna siano quelli della mamma.

All'epoca della scomparsa dei due, il figlio era detenuto nel carcere di Sollicciano per reati di droga. Shpetim e Teuta Pasho vivevano in Albania e venivano periodicamente in Toscana, dove vivevano i loro figli. Il 4 ottobre 2015 arrivarono in Italia dove trascorsero un mese. Dal 2 novembre 2025, quando la figlia ricevette la telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno, nessuna notizia. I due coniugi avevano anche parlato di andare in Germania ma i riscontri non hanno mai dato esito.