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ECONOMIA

Palazzo Madama

Dl Irpef, dibattito aperto sulle modifiche. Nodi da sciogliere: bonus famiglie e tagli Rai

Giornata decisiva per il tema fiscale. Il viceministro Morando: "La proroga della Tasi può entrare nel decreto se c'è l'ok del governo"

  

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Estensione del bonus Irpef di ottanta euro alle famiglie numerose, aumento degli sconti Irap e taglio ai fondi della Rai. Sono i nodi principali del decreto legge Irpef, che il governo dovrà sciogliere entro poche ore, quando le commissioni Bilancio e Finanze del Senato torneranno a riunirsi per affrontare gli emendamenti accantonati e decidere quindi che cosa dovrà essere modificato del provvedimento. Tempi strettissimi perché nel pomeriggio, infatti, il decreto sarà all'esame dell'aula di palazzo Madama. Diversi sono i soggetti che chiedono di aggiungere, eliminare e semplicemente ritoccare le norme contenute nel dl. A partire dal Nuovo centrodestra, che vorrebbe ampliare la platea dei soggetti che beneficiano del bonus Irpef di ottanta euro, concentrando l'attenzione sulle famiglie monoreddito numerose. Una modifica di non poco conto, visto che la spesa si aggira tra novanta e cento milioni.

Governo a caccia di risorse
A questo si aggiungerebbe la somma, che ancora non si riesce a quantificare, necessaria per incrementare lo sconto dell'Irap. "La platea del bonus Irpef - ha spiegato il viceministro dell'Economia Enrico Morando - per ora resta quella indicata dal governo. Tuttavia l'argomento è ancora oggetto di approfondimento. Decideremo oggi". C'è poi la questione dei tagli alla Rai, che ha sollevato un polverone con tanto di manifestazione e sciopero annunciati per l'11 giugno, mentre il Cda deciderà il 12 giugno se impugnare il provvedimento. La riduzione delle risorse, che lo Stato versa alla società, ammonta a 150 milioni di euro e il governo ha già fatto sapere che non intende a rinunciare alle risorse. "Il taglio di 150 milioni - ha confermato Morando - non si tocca. Tutte le società controllate dallo Stato sono chiamate a contribuire. Anche la Rai dovrà farlo". Il viceministro definisce poi una "stortura" le norme della legge Gasparri che prevedono l'autonomi afinanziaria delle sedi regionali.