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ECONOMIA

A Montecitorio via libera alla proposta di legge, ora passa al Senato

Fisco. In arrivo sanatoria fiscale da 6,5 mld per rientro capitali dall'estero

E' la stima di gettito netto calcolato dall'erario per l'operazione di rientro dei capitali. La norma vale anche per i quelli detenuti 'in nero' in Italia. Niente anonimato per chi si autodenuncia: nel codice penale introdotto il reato di autoriciclaggio. Ridotte pene e sanzioni per sanare le imposte evase

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Roma
Primo sì della Camera. Per il rientro di sei miliardi e mezzo, poco più di un sesto della manovra finanziaria approvata dal governo. A tanto corrisponde la stima del governo per il gettito netto che lo Stato potrà ricavare dall'operazione di rientro dei capitali  dall'estero e detenuti 'in nero' in Italia.

La proposta di legge, passata con 250 sì, 76 no e due astenuti e che ora passerà al vaglio del Senato per l'ok definitivo, permetterà a chi ha nascosto denaro all'estero, ma anche in Italia, di autodenunciarsi in cambio di sconti su sanzioni e pene. La lotta all'evasione fiscale è una delle leve di finanziamento della Legge di Stabilità appena licenziata dall'esecutivo, come una voce di entrata di quasi 4 miliardi (LEGGI).

Obiettivo di questa 'sanatoria fiscale', una sorta di collaborazione volontaria - la cosiddetta voluntary disclosure - e di far emergere all'incirca 30 miliardi. Non un condono, si tende a precisare, perchè l'autodenuncia non sarà anonima e si dovranno pagare tutte le tasse evase. Si potranno sanare Irpef, Iva, Ires, addizionali e Irap.
Chi non approfitterà della 'finestra' per mettersi in regola con il fisco, dopo rischierà anche di essere perseguito per autoriciclaggio, reato introdotto nel codice penale proprio per incentivare l'emersione dei capitali.

Lo stock dei capitali italiani all'estero, non denunciati o solo parzialmente conosciuti, ammonta a circa 150 miliardi (se si conta che con i precedenti 'scudi' ne sono rientrati circa 100). Se si ipotizza una adesione del 20% dei contribuenti, che in passato hanno cumulato 'tesoretti' in Svizzera o in altri paradisi fiscali, la cifra che rientrera in patria ammonterebbe a circa 30 miliardi. Per la meta, circa 15 miliardi, si stima che si trattera di risorse completamente sconosciute al fisco: su questa cifra chi opta per la 'voluntary' dovra pagare tutte le imposte evase (soprattutto Ires e Irpef) con un'aliquota media del 37%: in tutto 5,5 miliardi.

Il primo passaggio alla Camera arriva subito dopo l'accordo europeo che ha cancellato il segreto bancario, come ha ricordato il ministro Padoan, certo che "senza segreto bancario e con l'autoriciclaggio, la voluntary disclosure riporterà capitali in Italia". C'è chi ipotizza che l'operazione potrà avere  risultati non molto diversi dallo scudo fiscale di Tremonti del luglio 2009 che portò nelle casse dello Stato cinque miliardi (anche se allora c'era l'anonimità). Tra i ritocchi apportati dall'Aula di Montecitorio la possibilità di pagare in tre rate mensili, non più in una unica soluzione come previsto dal testo della commissione Finanze. Ecco in sintesi come funzionerà la voluntary disclosure, che deve passare anche dal vaglio del Senato.

Chi può aderire
La collaborazione volontaria si attiva per somme sottratte al fisco (sia nascoste all'estero sia in Italia) fino al 30 settembre di quest'anno e ci sarà tempo fino al 30 settembre 2015. Vanno documentati tutti i capitali e la loro provenienza, per cui non siano scaduti i termini per gli accertamenti. Vanno poi versate tutte le somme dovute, più le sanzioni (ridotte). Per le attività sotto i 2 milioni (per ogni periodo d'imposta) l'aliquota e' al 27%. Se non si paga, la collaborazione non si perfeziona, mentre non è ammessa se si è già venuti a conoscenza dell'avvio di accertamenti. Per chi dà dati falsi c'è il carcere da un 1 anno e 6 mesi a 6 anni.

L'autoriciclaggio
La norma che introduce il reato nel codice penale è stata inserita proprio per incentivare l'emersione dei capitali. Chi si autodenuncia, infatti, non sarà perseguito per il nuovo reato, ma solo per le somme oggetto della collaborazione volontaria. Si prevedono due soglie di punibilità: carcere da 2 a 8 anni e multa da 5mila a 25 mila euro per chi, "avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, sostituisce, trasferisce o impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente" la provenienza illecita. Pena ridotta da 1 a 4 anni (e multa da 2.500 a 12.500 euro) se il reato presupposto ha pena inferiore nel massimo a cinque anni. Aumentata invece se il reato e' collegato ad attività bancaria, finanziaria o professionale, mentre viene ridotta, fino a dimezzarla, se ci si adopera per evitare "che le condotte siano portate a conseguenze ulteriori o per assicurare le prove del reato e l'individuazione dei beni". Non punibile, poi, chi destina il sommerso a "utilizzazione e godimento personale", ma, appunto, solo in caso non ci sia stato anche occultamento. Il reato e' stato anche incluso nelle fattispecie previste dalla legge 231 sulla responsabilità delle imprese.

Sconti su pene e sanzioni
Esclusa la punibilità per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione ma anche per omesso versamento di ritenute certificate e di omesso versamento di Iva. Per dichiarazione fraudolenta le pene vengono applicate nella misura di un quarto della misura edittale. Non punibili anche gli intermediari. Le sanzioni sono stabilite al minimo edittale, ridotte di un quarto. Chi si e' nascosto in un Paese 'black list' pagherà di più di chi ha scelto uno Stato della 'white list' ma i clienti di Paesi nella black list che però siglano accordi (entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge) vengano considerati come provenienti da Paesi della white list (una misura pensata anche come 'moral suasion' per raggiungere l'accordo con la Svizzera).