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ECONOMIA

Il report annuale sugli Stati Uniti

Fmi: dall'epidemia di Covid19 danni enormi per l'economia USA. Crolla Pil del trimestre, -37%

Nel report annuale del Fondo una contrazione prevista del 6,6% nel 2020 e un possibile aumento sistemico della povertà

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La più lunga espansione economica degli Stati Uniti è stata interrotta dal covid-19, che ha causato "danni economici collaterali enormi": "ci vorrà un periodo prolungato per riparare l'economia e far tornare l'attività ai livelli pre-pandemia". Lo afferma il Fmi nell'article iv per gli States, prevedendo una contrazione economica del 37% nel secondo trimestre e del 6,6% nel 2020.

Il fondo nota come le famiglie più povere sono quelle sulle quali sta ricadendo il peso maggiore della crisi: ci sono indicazioni su un possibile aumento sistemico della povertà. "Saranno necessari nuovi sforzi di bilancio per combattere la pandemia e per affrontare una serie di sfide socio-economiche profondamente radicate che continuano ad affliggere gli Stati Uniti", sottolinea il Fondo monetario internazionale nel rapporto annuale sugli Stati Uniti. Il Fondo mette in guardia anche sulla possibilità di "un aumento sistemico della povertà", ricordando che molto prima della pandemia, il tasso di povertà era già elevato rispetto a quello di altre economie avanzate e che c'è anche un'importante dimensione razziale della povertà negli Stati Uniti, con gli afroamericani e gli ispanici che hanno maggiori probabilità di cadere nella povertà rispetto alle famiglie bianche.

"Ulteriori sforzi di bilancio saranno necessari per reagire alla pandemia e affrontare le profonde sfide sociali ed economiche che continuano ad affliggere gli Stati Uniti". Il Fmi osserva come le misure finora attuate hanno già fatto salire il debito pubblico, atteso al 160% nel 2030, e come la perdita di posti di lavoro si tradurrà "in un aumento dell'indebitamento delle famiglie" preoccupano anche i livelli di debito delle imprese e il rischio default.