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POLITICA

Perquisizioni nelle sedi delle società che hanno donato

Fondazione Open, Renzi: "Gioco al massacro contro di noi, finanziamenti regolari"

Si affida a un post su facebook l'ex premier per contestare le perquisizioni portate nelle case e nelle società dei finanziatori della Fondazione Open

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"Perquisire a casa e in azienda, all'alba, persone non indagate che hanno dato lecitamente contributi alla fondazione Open è un atto senza precedenti nella storia del finanziamento alla politica. I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati: trasparenza totale!".

Lo scrive Matteo Renzi su Fb a commento delle perquisizioni che hanno interessato il presidente della fondazione, l'avvocato Alberto Bianchi, e le sedi di alcune società e aziende che hanno effettuato donazioni.

"Due giudici fiorentini decidono che Open non è una fondazione ma un partito - continua Renzi - e quindi cambiano le regole in modo retroattivo. Aprendo indagini per finanziamento illecito ai partiti! Ma come? Se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito? E allora chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana. Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall'articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini".

Renzi: "Non finanziate Italia viva"
"Nel frattempo raccomando a tutte le aziende di NON finanziare Italia Viva se non vogliono rischiare: possiamo raccogliere solo microdonazioni di cittadini che non accettano questa gara al massacro contro di noi. E che al sito italiaviva.it/sostieni stanno contribuendo in queste ore, dimostrandoci solidarietà e affetto. Grazie".



"C'è ancora la separazione dei poteri?"
E poi: "Ci sono migliaia di fondazioni con politici in Italia: Open è tra le pochissime che rispetta tutte le norme sulla trasparenza. Perché due magistrati possono “trasformare” una fondazione in un partito solo allo scopo di indagare per finanziamento illecito ai partiti? E soprattutto: in democrazia CHI decide che cosa è partito e cosa no? Un magistrato? Ma stiamo scherzando? Siamo o non siamo un Paese in cui vige la separazione dei poteri? I partiti devono rispettare le leggi, le fondazioni devono rispettare le leggi, i cittadini devono rispettare le leggi. I magistrati vigilano sul rispetto della legge. Ma non possono cambiare la legge o fondare partiti in conto terzi: questo non è loro compito. Dire che io ho fondato Open come partito diventa una giustificazione per indagare alcuni e perquisire tutti. Attenzione: nessun equivoco! Io non sto attaccando l’indipendenza della magistratura, ma sto difendendo l’indipendenza della politica", scrive Renzi in una enews "straordinaria".

Anm: gravi attacchi, no intimidazioni
"Le dichiarazioni di un esponente delle istituzioni che, per reagire a un'iniziativa giudiziaria, attacca personalmente i Magistrati titolari dell'indagine sono gravissime innanzitutto sotto questo profilo,  e pur iscrivendosi in un ormai consueto filone di reazioni scomposte, per linguaggio e sostanza, non smettono di suscitare
indignazione. Se il tentativo è quello di intimidire i Magistrati, è e resterà vano". Lo scrive in una nota la Giunta dell'Anm, la quale, ribadendo che le valutazioni dei fatti, della loro rilevanza e della loro qualificazione costituiscono "l'essenza della giurisdizione e ne sono prerogativa fondamentale, respinge "con fermezza l'ennesimo attacco all'autonomia ed indipendenza della magistratura" ed  esprime "piena solidarietà ai magistrati fiorentini".

Fondazione Open
L'ente è nato nel 2012 (con il nome "Big Bang" poi modificato) per sostenere le iniziative politiche come la Leopolda di Matteo Renzi e la corsa dello stesso Renzi alle primarie del Pd fino all'approdo a Palazzo Chigi e alla campagna per il sì al referendum costituzionale. La fondazione è stata attiva fino all'aprile 2018 e ha raccolto oltre sei milioni di euro. Sul proprio sito era presente una lista con i nomi dei finanziatori che avevano dato il via libera alla pubblicità della donazione. Nel consiglio di amministrazione, oltre a Bianchi figuravano Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti, all'epoca fedelissimi del "Giglio Magico" di Renzi. Proprio Marco Carrai, uomo d'affari amico dell'ex premier, ha ricevuto un avviso di garanzia.

Carrai: sempre agito nel rispetto della legge
"Come componente del Cda di Open ho sostenuto la Fondazione come immagino faccia chiunque appartenga ad una Fondazione e voglia promuoverne le iniziative e sostenerne i valori. Non ho nulla personalmente a che fare con carte di credito e bancomat. Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge". Così in una nota, Marco Carrai imprenditore ed ex componente del Cda della Fondazione Open.

L'inchiesta
Si poggia su quella parte top secret dell'elenco sequestrato a settembre nel corso della perquisizione a cui è stato sottoposto il presidente della Fondazione, l'avvocato Alberto Bianchi, al quale viene contestato il traffico d'influenze illecite e il finanziamento illecito ai partiti. Secondo la procura di Firenze che sta verificando intrecci e rapporti tra il legale pistoiese e i finanziatori di Open, la fondazione avrebbe agito come un'articolazione di un partito politico. La Fondazione Open aveva sede presso lo studio fiorentino dell'avvocato Bianchi, luogo in cui la guardia di finanza è tornata a perquisire assieme alle sedi di altre società e aziende che hanno effettuato donazioni.

Nardella: fiducia nella magistratura
"Fiducia nella magistratura". Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella rispondendo ai cronisti che, a margine di un'iniziativa al Palazzo dei Congressi, gli hanno chiesto un commento sull'inchiesta sulla fondazione Open. "Credo che si debba lasciar lavorare la magistratura", ha aggiunto.

Saccone: un dibattito su finanziamento partiti
''Si apra un dibattito serio sul finanziamento ai partiti. Senza scorciatoie, senza ingannare l'opinione pubblica - commenta il senatore Antonio Saccone (Udc/FI) in merito alla inchiesta sui finanziamenti alla fondazione vicina a Matteo Renzi. ''La politica - prosegue - abbia un sussulto di dignità e dica chiaramente che si è castrata con una legislazione che cancella la sua autonomia la sua indipendenza. Per cui si è ricorso da un lato alla propaganda facile cancellando il finanziamento pubblico ai partiti senza avere né il coraggio e forse neanche la credibilità per mantenerlo con forme di controllo e di modalità di spesa più stringenti dall'altro si è invocata la capacità di chiedere finanziamenti ai privati che oramai col combinato disposto del traffico di influenze significa criminalizzare chi è così incosciente da finanziare i partiti alla luce del sole''.

Gratteri: parlamentari stiano più in Parlamento
"Ogni volta che c'è un'indagine si pensa a una commissione d'inchiesta. Penso che i parlamentari dovrebbero stare più in Parlamento, partecipare di più ai dibattiti e fare leggi che fanno bene al paese". Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. "Chi è al potere non vuole essere controllato. Il potere non vuole un sistema giudiziario efficiente, che controlli anche il manovratore. In Parlamento ci sono tante persone perbene, sono la stragrande maggioranza, ma ci sono anche molti incompetenti e alcuni faccendieri, alcuni borderline".

Salvini: non giudico
"Non giudico, non ho elementi per giudicare quindi non fatemi commentare cose che non conosco, non posso né condannare né assolvere; non è il mio lavoro". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, arrivando in piazza Montecitorio per la manifestazione degli ambulanti.