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ITALIA

Ripreso processo a Torino

I fratelli Ligresti volevano portare in Svizzera 16,7 milioni di euro. Bloccati dalla Gdf

La Guardia di Finanza ha segnalato al Ministero dell'Economia e alla Banca d'Italia una storica fiduciaria di Milano e il suo direttore: avevano l'obbligo di comunicare le transazioni. Secondo l'accusa, i fratelli Ligresti hanno tentato di sottrarre il proprio patrimonio alle pretese della giustizia italiana.

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Jonella Ligresti
I figli di Salvatore Ligresti avrebbero provato a mettere 16,7 milioni in salvo in Svizzera, proprio mentre a Torino infuriava il processo sul caso Fonsai. È il sospetto della guardia di finanza, che ha fatto bloccare ordini di trasferimento per 14 milioni di euro.    

Le Fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria hanno segnalato al Ministero dell'Economia e alla Banca d'Italia (come vuole la procedura) il nome della storica società fiduciaria su cui si appoggiava la famiglia, insieme a quello del suo direttore: avrebbero violato l'obbligo di comunicazione. Rischiano sanzioni amministrative fino a 6,7 milioni e la pubblicazione del provvedimento su almeno due quotidiani a diffusione nazionale, uno dei quali di natura economica.    

Lo scorso anno gli investigatori avevano già intercettato il trasferimento nei forzieri elvetici di altri 2,5 milioni fra titoli e disponibilità finanziarie sui conti della lussemburghese Limbo Invest. Proseguendo gli accertamenti avevano scoperto che durante la latitanza di Gioacchino Ligresti (colpito nel 2013 da un ordine di custodia cautelare nell'inchiesta Fonsai) la fiduciaria italiana aveva dato ordine a un istituto di credito di eseguire movimentazioni sui titoli Unipol-Sai intestate a tre società lussemburghesi riconducibili ai Ligresti (Limbo Invest, Canoe Securites, Hike Securites). Gli ordini, disposti da Gioacchino, Giulia Maria e Jonella Ligresti, consistevano nel liquidare l'intero pacchetto azionario depositato in Italia e trasferire i fondi - 14 milioni - su conti in Svizzera.    

Il processo Fonsai è ripreso oggi in tribunale, a Torino, con l'audizione di alcuni testimoni. L'accusa, mossa verso Salvatore Ligresti, la figlia Jonella e tre top manager della compagnia assicuratrice è di agiotaggio e false comunicazioni sociali. Nel mirino c'è la voce di bilancio chiamata "riserva sinistri", che secondo il pm Marco Gianoglio sarebbe stata sottovalutata per permettere ai Ligresti di intascare dividendi non dovuti.

Oggi, nel corso dell'udienza, si è parlato di una manomissione, relativa al 2008, di circa 120 milioni di euro. Hanno testimoniato, tra gli altri, Piero Italiano, informatico della società, che ha raccontato di come i vertici gli ordinarono di sovrascrivere dei file, un consulente della procura di Torino, Giuseppe Dezzani, il responsabile controllo di gestione di Fonsai, Mario Bellucci.