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ECONOMIA

Francoforte

Draghi spiega la scelta Bce sui tassi. Borse in rialzo

Conferenza stampa del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi: "Eurolandia è più solida e può gestire le eterogeneità. In 3 anni +4,5 milioni di posti lavoro"

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Mario Draghi (Ansa)
Le "eterogeneità" dell'area euro "possono essere gestite", ha assicurato il presidente della Bce Mario Draghi. Che ha anche respinto le tesi di coloro che sostengono che si siano create dinamiche divergenti tali da rendere insostenibile l'unione valutaria: la "dispersione" sulla crescita di valore aggiunto è infatti calata ai minimi da 20 anni a questa parte. Nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, Draghi ha snocciolato una serie di dati che mostrano il consolidarsi della ripresa nell'area euro. Che la Bce guarda con soddisfazione dato che dimostrano l'efficacia della linea seguita fin dal 2014.
 
"A dicembre - ha detto Draghi - l'indice sulla fiducia dei consumatori ha raggiunto i massimi dall'aprile del 2013. L'economic sentiment index ai massimi dal marzo 2011, l'indice composito Pmi sulla produzione ai massimi dal maggio del 2011 mentre la disoccupazione, al 9,8 per cento a novembre era al minimo dal luglio del 2009".
 
"Negli ultimi tre anni - ha proseguito Draghi - nell'area euro sono stati creati 4 milioni e mezzo di posti di lavoro. E abbiamo visto che la dispersione della crescita di valore aggiunto tra Paesi è ai minimi dal 1997. Questo - ha concluso il capo della Bce - ci dà  la sensazione che se ci sono eterogeneità  nell'area euro, possono essere gestite".
 
Bce, Draghi: non abbiamo discusso del tapering
"Non abbiamo discusso di 'tapering'" e cioè di una graduale uscita dalla politica ultraespansiva condotta dalla Bce, con il Qe (quantitative easing) nelle sue varie formulazioni, dal 2015, "né  questa volta né in dicembre”. Quando verrà il momento di farlo "faremo una profonda analisi" in proposito, ma "non siamo a quel punto", ha detto Draghi.
 
Ricalibrazione diversa da tapering
In merito alla differenza tra la 'ricalibrazione' del programma di Qe e un effettivo 'tapering', Draghi ha spiegato che "ho parlato di 'ricalibrazione' perché nel marzo 2016 il volume degli acquisti era a 60 miliardi in quanto le condizioni generali giustificavano quel livello, poi l'outlook è peggiorato e quindi abbiamo rivalutato il programma e lo abbiamo di nuovo rivalutato nel dicembre scorso", quando è stato deciso di prorogarlo fino a tutto il 2017 ma con un volume mensile in calo da 80 a 60 miliardi da aprile.
 
No comment su critiche Padoan a vigilanza, la guida Nouy
"Non posso rispondere a questa domanda, abbiamo una rigida separazione di ruoli e non chiederei mai a Danielle Nouy di commentare la politica monetaria". Così Draghi ha risposto ad una domanda sulle critiche dei giorni scorsi del ministro dell'Economia italiana, Pier Carlo Padoan, alla vigilanza bancaria europea, in seno alla Bce, presieduta da Nouy.
 
"Non vediamo alcun debito nazionale insostenibile nell'Eurozona"
Nel Consiglio Direttivo della Bce "non vediamo alcun debito nazionale insostenibile" ha affermato Draghi, sottolineando come la banca centrale "ha dato ampia prova di agire con indipendenza, ci sono forti prove a nostro favore".
 
"Unanimi nel ritenere giuste le decisioni prese a dicembre"
Al Consiglio direttivo della Bce di oggi "c'è stata unanimità nel guardare indietro, alle decisioni prese a dicembre e ritenere che siano state le decisioni giuste", ha affermato Draghi, di fatto smentendo alcune ricostruzioni di stampa su divisioni nel Consiglio sulla linea da seguire. "Più in generale - ha aggiunto - nel Consiglio c'è un senso di soddisfazione per la linea seguita dal 2014: sta diventando sempre più chiaro che ha avuto successo. La ripresa è resiliente, ma al tempo stesso vediamo che l'inflazione è alimentata soprattutto dall'energia, mentre la dinamica dei salari resta sommessa".
 
"Ripresa intera Eurozona è in interesse di Berlino"
Per Draghi "la già presente divergenza nei tassi di inflazione tra la Germania, dove i prezzi al consumo stanno crescendo in maniera sostenuta, e il resto dell'Eurozona saranno gestibili e saranno gestiti, anche perché "la ripresa di tutta l'Eurozona è nell'interesse della Germania". Il presidente della Banca centrale europea ha risposto così ad una domanda in merito al rischio che Berlino possa chiedere presto un ritiro degli stimoli monetari. "Quanto è probabile che questa divergenza diventi ingestibile? Non molto. La divergenza verrà gestita e abbiamo visto altre divergenze di questo genere restringersi negli ultimi due o tre anni", ha detto Draghi. A chi gli chiedeva se davvero fosse stata unanime la soddisfazione nel consiglio direttivo per i risultati del 'quantitative easing', Draghi ha risposto con una battuta che "le ammissioni pubbliche di colpa in stile maoista non fanno parte della nostra procedura". Il riferimento è al presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che aveva votato contro il lancio del 'Qe'.
 
"Troppo presto per commentare una 'hard Brexit"
"È troppo presto per commentare una eventuale 'hard Brexit', l'esito dipenderà dai negoziati". Ha detto Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo.
 
Le Borse reagiscono alle parole di Draghi
Piazza Affari, dopo una prima parte poco mossa o lievemente negativa, si indirizza verso un deciso rialzo dopo la decisione della Bce di lasciare invariati i tassi e, soprattutto, con le rassicurazioni di Mario Draghi su sul quantitative easing. Sul rialzo dell'inflazione in Europa, Draghi ha gettato acqua sul fuoco, sostenendo che "quella core sale poco" e che l'aumento dei prezzi "in gran parte" dipende dai costi dell'energia.