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MONDO

Nessuna condizione

Israele pronta a prolungare la tregua. Hamas su twitter: "Nessun accordo"

L'attuale cessate il fuoco terminerebbe venerdì alle 8 ora locale. Nel tardo pomeriggio il governo israeliano difendeva l'azione nella Striscia "giustificata e proporzionata alla minaccia"

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Macerie a Gaza
Medio Oriente
Israele sarebbe pronta a estendere l'attuale cessate il fuoco su Gaza. Lo fanno sapere i media israeliani, che citano come fonte un funzionario governativo, che però ha chiesto l'anonimato. Intanto da ieri regge una tregua tra la Striscia e Israele sulla quale Netanyahu aveva detto: "Credo sia stata giustificata, anche se questo non cancella il nostro profondo rammarico per ogni singola vittima civile". Quanto alla proposta di Israele, di prolungare la tregua, Hamas fa sapere che "non c'è nessun accordo":




Il tweet originale è in arabo, dall'account di Abu Marzouk: ("Non vi è alcun accordo sulla proroga della tregua", ndr)




Hamas "ha cercato" vittime civili
Da Gerusalemme, Netanyahu ribadisce che Israele aveva il diritto di difendersi. "Noi abbiamo cercato di evitare le vittime civili, la loro morte è stata un errore. Ma Hamas ha cercato proprio le vittime tra i civili. Il nostro nemico non è la popolazione di Gaza ma Hamas e il suo gruppo terrorista".

Il ruolo dell'Anp
Netanyahu auspica poi che l'Autorità Nazionale Palestinese possa in futuro avere un ruolo più incisivo nella striscia di Gaza. "Noi cooperiamo con l'Autorità palestinese - dice Netanyahu - noi vorremmo che avessero un ruolo e sarebbe importante per la ricostruzione di Gaza".

I negoziati
Intanto l'inviato del Quartetto (Stati Uniti, Russia, Ue e Onu) in Medio Oriente, Tony Blair, e il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace, Robert Serry, sono arrivati al Cairo per i colloqui sul negoziato indiretto in corso fra palestinesi e israeliani per prolungare la tregua a Gaza e risolvere le cause del conflitto. Provenendo dall'Iran, Paese che sostiene Hamas anche militarmente, è atteso per i colloqui su Gaza anche il ministro degli Esteri venezuelano Elias Jaua. Le stesse Nazioni Unite sono pronte a contribuire alla ricostruzione della Striscia di Gaza, ma per l'ultima volta, perché "l'insensato ciclo di sofferenze a Gaza e in Cisgiordania, così come in Israele, deve finire". Queste le parole del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aprendo una sessione speciale dell'Assemblea generale.

L'esercito israeliano: "L'operazione non è finita" 
La comunità internazionale per ora ha incassato il risultato e da subito ha insistito affinché il cessate il fuoco si trasformi in un accordo duraturo. Dopo 29 giorni di guerra, la parola è finalmente passata alla diplomazia e ovunque si trattiene il fiato in attesa di conoscere i prossimi sviluppi. Israele - dove poco prima della tregua sono caduti 17 razzi, tra cui uno anche in Cisgiordania, vicino Betlemme - ha ammonito che se "Hamas viola la tregua, commette un serio errore". "Abbiamo completato in pieno la nostra missione", ha spiegato il generale Sami Turgeman, comandante della zona sud, ma l'operazione "non è finita. Le forze dispiegate intorno alla Striscia sono pronte a continuare".

Hamas chiede l'apertura del valico di Rafah 
Dalla Striscia il capo di Hamas Ismail Hanyeh ha proclamato con un messaggio scritto per Al-Aqsa, la tv dell'organizzazione islamica, che la "vittoria militare della resistenza e la leggendaria fermezza del nostro popolo ci condurranno alla rimozione dell'assedio di Gaza". "Quello che il nemico non ha ottenuto sul campo di battaglia - ha 'promesso' - non riuscirà a ottenere nella battaglia politica". Ma dal Cairo i negoziatori egiziani avrebbero già spiegato che non sono "in discussione" alcune delle richieste avanzate da Hamas: tra queste - secondo il sito Ynet - la costruzione di un aeroporto, di un porto a Gaza così come l'apertura del valico di Rafah. Nel frattempo il ministro degli Esteri palestinese Riad Al Malki è volato a L'Aja per chiedere alla Corte penale internazionale (Cpi) di aprire un'indagine contro Israele perché, ha sostenuto, ci sono "prove chiare" che i crimini commessi in questo mese di guerra nella Striscia sono atti contro l'umanità.