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TECH

Il convegno a Roma

Privacy e dati personali, il 2019 è stato l'anno peggiore di sempre

Attacchi alle reti informatiche in grande aumento, tutela dei dati personali dei cittadini in mano a soggetti inadeguati, sviluppo del 5G e conflitti di vedute con i cinesi: questi alcuni dei temi affrontati al convegno sulla cybersecurity, che ha messo in evidenza rischi non trascurabili e previsioni preoccupanti

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di Celia Guimaraes
E' la Giornata europea della protezione dei dati personali ma l'anno appena trascorso, in questo settore, non è andato nei migliori dei modi: "Nel 2019 il cybercrime è cresciuto del 17% a livello mondiale rispetto alle cifre del 2018, anno già definito, per quel che riguarda l'Italia, il peggiore per la sicurezza cibernetica"

A parlare è il presidente dell'Autorità garante per la privacy Antonello Soro, al convegno dedicato allo  "Spazio cibernetico bene comune: protezione dei dati, sicurezza nazionale". E le previsioni degli esperti, sottolinea Soro, sono ancora più preoccupanti. E' aumentata enormemente l'attività di 'phishing' contro banche dati con risultati allarmanti. L'ultimo esempio in ordine di tempo, l'attacco rivelato dalla Polizia postale per carpire dati dai database istituzionali da rivendere alle agenzie investigative e di recupero crediti. 

Preoccupa, poi l'affidamento sempre più frequente di attività amministrative e investigativa a soggetti terzi, che rendono tutta la catena della sicurezza informatica decisamente più vulnerabile.  "Come dimostrano i casi Hacking Team e Exodus, la vulnerabilità dei sistemi utilizzati dai privati e la negligenza frequente" espone a rischi i cittadini e "spesso persino la sicurezza nazionale", osserva il presidente dell'Autorità garante.

Il pericolo 5G
Rischi che diventano ancora più preoccupanti per quanto riguarda lo sviluppo delle reti di quinta generazione 5G e che "non sono solo per l'Italia, sono valutazioni che stanno facendo tutti i Paesi che hanno la possibilità di accesso alla tecnologia 5G: dobbiamo stare attenti perché le reti non diventino strumento per acquisire le profilatura delle persone", ha detto il presidente del Copasir, Raffaele Volpi, nel menzionare il recente rapporto del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che, in sostanza  sostiene che la presenza di aziende cinesi - come Huawei e Zte -  nelle infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni italiane va valutata con attenzione.

Una valutazione non condivisa dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che Volpi si appresta ad incontrare: "Il rapporto Copasir è stato votato da tutti i componenti della Commissione, non credo che debba essere messo in un cassetto", intende ribadire il presidente al ministro.

E sempre a proposito di 5G, sarebbe auspicabile "un 'Privacy Shield' con la Cina, per garantire il rispetto di alcune basilari condizioni di tutela del diritto alla protezione dei dati  - se non altro dei cittadini europei", insiste Antonello Soro, che sull'argomento durante il suo mandato, ormai alla scadenza, ci è tornato spesso.

Ma la strada per armonizzare la tutela dei dati dei cittadini europei e gli interessi economici in gioco sembra piena di ostacoli: "Siamo consapevoli che un simile accordo necessiterebbe di una revisione radicale del sistema giuridico cinese, tale da escludere, in particolare, il prelievo sostanzialmente illimitato, da parte del Governo, dei dati nella disponibilità delle aziende. E tuttavia la dimensione e l'incombenza dei rischi per la sicurezza dei nostri paesi non consentono né inerzia né, tanto meno, rassegnazione", è la conclusione di Soro. 

Durante il convegno sono intervenuti anche Gabriele Faggioli, presidente del Clusit, che ha anticipato alcuni dei dati del rapporto 2019, e di Stefano Zanero del Politecnico di Milano. La "Giornata europea della protezione dei dati personali" è promossa ogni anno fin dal 2007 dal Consiglio d'Europa, con il sostegno della Commissione europea e di tutte le Autorità europee per la privacy, per sensibilizzare i cittadini sui diritti legati alla tutela della vita privata e delle libertà fondamentali.