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ITALIA

Bazoli, dal Nuovo Banco Ambrosiano a Intesa Sanpaolo

Il presidente del Cds di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, è indagato dalla Procura di Bergamo nell'ambito dell'inchiesta su Ubi Banca

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Era il 1984 quando Giovanni Bazoli, avvocato di 52 anni appartenente ad un’importante famiglia di avvocati e politici bresciani, decise di lasciare definitivamente la toga per vestire i panni del banchiere e raccogliere la più scomoda eredità del mondo bancario italiano.

Dopo un’esperienza nel consiglio di amministrazione della Banca San Paolo di Brescia, egli venne, infatti, nominato presidente del Nuovo Banco Ambrosiano che continuò l’attività bancaria del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.

 Nel 1984 diresse la cessione della Rizzoli – Corriere della Sera (che Angelo Rizzoli aveva venduto a Calvi) e ne beneficiò come presidente di una delle società (la Mittel, di cui è ancora presidente della sorveglianza) che parteciparono all’acquisto.

A partire dagli anni 70 coordinò una lunga serie di fusioni bancarie che portarono alla nascita di Intesa Sanpaolo, il sesto gruppo economico italiano con un fatturato di 45,9 miliardi di euro.

Nel 1989 unì al Nuovo Banco la Banca cattolica del Veneto e dalla fusione nacque il Banco Ambrosiano Veneto. 

Nel 1997 fu il turno di Cariplo. Dopo la fusione il gruppo cambiò il nome diventando Banca Intesa. A questo nuovo gruppo Bazoli unì nel 1999 la Banca Commerciale italiana e nel 2007 la San Paolo, dando origine al nuovo gruppo Intesa Sanpaolo. 

Ora Bazoli è il presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo. La famiglia Bazoli è nota per la sua vicinanza politica al centro sinistra. Il fratello di Giovanni, Luigi, fu assessore all’urbanistica del Comune di Brescia.