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POLITICA

Pomo della discordia il blocco della prescrizione

Giustizia, a Palazzo Chigi vertice di maggioranza sulla riforma

Pd e M5s arrivano al vertice con posizioni non proprio concilianti, soprattutto sul tema della prescrizione. Con le modifiche proposte dai pentastellati si vedrebbe cancellato il lavoro svolto su quel punto da Andrea Orlando

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E' iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza sulla riforma della giustizia con il premier Giuseppe Conte e il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Sono presenti le delegazioni di Pd, Leu e di Italia viva. "Stasera ci sarà l'ennesimo confronto che mi auguro sia risolutivo. La riforma della giustizia non si può più rinviare" ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, a margine di una conferenza stampa in via Arenula. "La maggioranza si è impegnata, ora è il momento di partire: ho avuto contributi dalle altre forze politiche - ha aggiunto il Guardasigilli - c'è una buona convergenza sul penale, sul civile e sul Csm".

Nelle intenzioni del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ci sarebbe la volontà di chiudere questa notte stesso, ma sulla riforma, in particolare sul nodo della prescrizione, sono enormi le distanze tra i due principali partiti di maggioranza del governo. Bonafede vorrebbe il blocco della prescrizione dopo il processo di primo grado già da gennaio 2020, così come processi più rapidi. Ma la legge, cavallo di battaglia del M5S, cancella la precedente normativa scritta dall'allora ministro Andrea Orlando, con la prescrizione sospesa per 36 mesi tra Appello e Cassazione. Motivo che spinge i dem a chiedere un rinvio che consenta di lavorare meglio alla riforma e intervenire anche sul testo della prescrizione, prevedendo una durata variabile per grado di giudizio e contemporaneamente accorciando i tempi. 

Alla riunione è previsto che prendano parte Vittorio Ferraresi (M5s) e Andrea Giorgis (Pd) e i due capigruppo M5s nelle commissioni di Camera e Senato. la delegazione di Italia viva è composta da Maria Elena Boschi con i capigruppo Lucia Annibali e Giuseppe Cucca, quella di leu da Pietro Grasso e Federico Conte, quella del Pd da Alfredo Bazoli, Michele Bordo e Franco Mirabelli.