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POLITICA

Dadone: "Valutare ipotesi dimissioni su ministri M5s"

Giustizia. Cartabia: "Riforme non comprimono diritti cittadini. Durata processi tema grave"

L'avvio di un processo di riforma della giustizia è stato in qualche modo "come aprire improvvisamente un cassetto chiuso da tempo. Noi abbiamo aperto questo cassetto e abbiamo trovato problemi gravissimi" ha sottolineato il ministro della Giustizia

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"La riforma" del processo penale "è stata ieri oggetto di una richiesta di un voto di fiducia da parte del presidente del Consiglio, il che non esclude di poter apportare degli aggiustamenti tecnici su alcuni dei punti che hanno destato maggiore preoccupazione". Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia intervenendo alla sessione ulteriore del XXXIV Congresso nazionale Forense.

"Nonostante le proposte siano già state approvate dal Governo - ha sottolineato la ministra - io non smetto di ascoltare, di seguire, di vagliare attentamente tutte le ragioni che sono state esposte e cercare di capire, laddove davvero segnalano delle criticità, se è possibile rimediarvi". "La prima udienza deve essere di lavoro, non dilatoria", ha sottolineato Cartabia, parlando delle proposte sulla riforma del processo civile, assicurando che "stiamo lavorando con le relatrici al testo per accorgimenti in grado di rasserenare gli animi, per cui non ci sia nemmeno l'ombra di un rischio di diritti non adeguatamente tutelati". L'impianto della riforma sul civile, ha concluso, "non sara' stravolto, ma valutiamo le criticità, come anche per la riforma del processo penale". 

"E' come aprire un cassetto chiuso da tempo"
L'avvio di un processo di riforma della giustizia è stato in qualche modo "come aprire improvvisamente un cassetto chiuso da tempo. Noi abbiamo aperto questo cassetto e abbiamo trovato problemi gravissimi sull'edilizia, una grande difficoltà nell'ammodernamento, nella digitalizzazione, gravissime carenze del personale, di tutto il personale - ha proseguito Cartabia - Abbiamo aperto il cassetto e stiamo cominciando tirar fuori gli oggetti vecchi che in questo momento creano disordine ma che auspichiamo possano diventare un nuovo inizio". 

"Questa è l'occasione, siamo su un crinale", di "un'eredità che abbiamo trovato: faticosa, gravemente carente, inaccettabile sotto mille profili. E stiamo cominciando il riordino". "Ma non guardiamo soltanto al lato problematico - ha avvertito il ministro -, guardiamo anche al fatto che per la prima volta in Italia la giustizia è al centro dell'attenzione quotidiana del dibattito pubblico. Ed è al centro perché si è finalmente compreso che un sistema moderno, una democrazia moderna non può funzionare senza una giustizia che funziona. I fondi del Recovery dedicati alla Giustizia non sono un'enormità ma è forse la prima volta che si mobilitano risorse per questo servizio".

"In 5 anni chiamati ad abbattere del 40% la durata dei processi civili"
"In 5 anni siamo chiamati ad abbattere del 40% la durata dei processi civili, non perdiamo di vista la meta dalla quale dipende l'erogazione di 204 miliardi per il nostro Paese. Insieme a tutto il resto c'è la riforma del rito, so che ci sono alcune preoccupazioni ma non posso non rinnovare a ciascuno dei 240mila avvocati italiani di farsi carico con me a provare ad arrivare a quella meta". "Non mi sottraggo alle mie responsabilità, sono dure, esigenti ma andiamo avanti, però ho bisogno di ciascuno di voi, non posso farcela portando avanti da sola un'ipotesi che deve affrontare i problemi che derivano da decenni di disattenzione alla giustizia italiana", ha detto ancora la ministra.

1.202 condanne a Italia per durata processi
"C'è un diritto sopra a tutti gli altri per i quali l'Italia è stata vergognosamente condannata 1.202 volte per la sua violazione: ed è quello alla ragionevole durata del processo. La Corte europea dei diritti dell'uomo ci ha condannato per un numero doppio al secondo in classifica che è la Turchia, che ha avuto 608 condanne. Possiamo noi permetterci questo triste primato?" spiega Cartabia. "Il tema è difficile, ma tanto difficile quanto ineludibile. Il problema della
durata dei processi è un problema grave in Italia e non solo che nelle condizioni del Pnrr ci è stato chiesto di ridurre del 25% i processi penali,ma per ragioni legate ad esigenze dei cittadini. La ragionevole durata del processo evita le prescrizioni, la ragionevole durata del processo è una garanzia dei diritti voluta dalla Costituzione". 

Dadone: "Valutare ipotesi dimissioni su ministri M5s"
Sulla riforma della giustizia "è giusto che il Parlamento presenti gli emendamenti, e la nostra forza che è sensibilissima sul tema della prescrizione ne ha preparati oltre 900. Ci aspettiamo in questa settimana una discussione costruttiva in termini di miglioramenti, poi vedremo le decisioni da prendersi". Così Fabiana Dadone, ministra per le Politiche Giovanili, ospite ad Agorà Estate su Rai3. Alla domanda se siano possibili le dimissioni dei ministri del M5S se la riforma passasse senza modifiche, Dadone risponde: "Credo sia una cosa da valutare assieme a Giuseppe Conte".