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ECONOMIA

Christine Lagarde detta le condizioni ai creditori

Cos'è il cross default e perché l'FMI può decidere la partita con la Grecia

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di Luca Gaballo
Scatta la clausola di cross default
“Nessun periodo di grazia, nessuna possibilità di dilazione, se la Grecia non pagherà il dovuto all’FMI entro il 30 giugno il paese sarà in default.” Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde sgombra il campo dai residui dubbi alla vigilia dell’Eurogruppo di Lussemburgo. Ha il potere di farlo perché il Fondo Monetario è un creditore diverso dagli altri: è il creditore privilegiato per eccellenza. Tutti i prestiti concessi dal Fondo Monetario, indipendentemente dall’importo, sono dati con una clausola di cross default. Significa che un mancato pagamento al Fondo fa scattare il default del paese anche nei confronti di tutti gli altri creditori, siano essi pubblici o privati. I principali creditori della Grecia, dunque, la BCE e il Fondo Salva Stati sarebbero anch’essi obbligati a dichiarare che la Grecia è in default.
Per altro il Fondo Monetario Internazionale non può ristrutturare i suoi crediti ne accettare di condonarli. Ricordiamo che perfino a seguito del crack argentino il Fondo Monetario recuperò interamente le somme prestate. Quel che l'FMI può fare, è concedere dilazioni e raggruppare le rate, come ha già fatto a giugno. Lo farà ancora? Le parole pronunciate da Lagarde non sembrano lasciare spazio a dubbi. La risposta è no.

Può pagare la Grecia?
Senza un accordo con i creditori no. In tutti questi mesi il paese ha fatto fronte alle scadenze utilizzando una serie di escamotages di dubbia sostenibilità: ritardando i pagamenti ai fornitori, sequestrando la liquidità dalle casse degli enti pubblici, delle aziende di stato, perfino dalle Università e dagli ospedali, trasferendo presso il tesoro le casse dei fondi pensione e delle aziende municipalizzate.
L’unica possibilità per evitare un evento di default è chiudere un accordo con le istituzioni europee e farsi prestare la somma necessaria a ripagare il Fondo Monetario.

​Le conseguenze immediate
La conseguenza più immediata di un evento di default sarebbe il crack del sistema bancario ellenico. La BCE non potrebbe più tenere aperta la linea di liquidità di emergenza, l’ELA, che ormai ha raggiunto circa 84 miliardi di euro. Senza più accesso ai mercati internazionali, con i depositi bancari che vanno depauperandosi di ora in ora, non vi sarebbero alternative alla chiusura forzata delle banche e all’imposizione di controlli draconiani sui movimenti di capitale. Uno scenario già visto a Cipro nel 2013. 

E noi?
In caso di default incontrollato potrebbe anche capitare di dover gestire una perdita su esposizioni importanti, attraverso il Fondo Salva Stati la sola Italia è esposta con la Grecia per 40 miliardi e la Germania per 60.  

La partita tra i creditori
A questo punto la partita che si sta giocando non è più solo quella tra il governo greco e le istituzioni creditrici ma se ne apre una tra creditori. A prescindere dal fatto che si raggiunga o meno un accordo con Atene le istituzioni europee potrebbero decidere di accollarsi anche le somme dovute al fondo pur di impedire l'evento di default.