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MONDO

Nei prossimi giorni l'arrivo ad Amsterdam

Arctic Sunrise: la rompighiaccio di Greenpeace torna a casa dopo dieci mesi in Russia

La rompighiaccio è finita sotto sequestro il 19 settembre 2013, dopo l'arresto dell'intero equipaggio in seguito alle proteste contro una piattaforma petrolifera nell'Artico

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Roma
Dopo dieci mesi la nave di Greenpeace Arctic Sunrise, abbordata durante una protesta pacifica contro una piattaforma petrolifera nell’Artico, ha finalmente lasciato il porto russo di Murmansk diretta ad Amsterdam.

La rompighiaccio è finita sotto sequestro il 19 settembre 2013, dopo l'arresto dell'intero equipaggio. Gli Arctic30 – tra cui l’italiano Cristian D’Alessandro e la danese Anne Mie Roer Jensen intervistata in esclusiva da Rainews.it – hanno passato oltre due mesi in carcere a Murmansk prima di essere rilasciati in seguito a un’amnistia. La nave, invece, è stata dissequestrata solo il 6 giugno scorso dal Comitato investigativo russo, che ha così permesso ad un nuovo equipaggio di Greenpeace, guidato dal capitano italo-argentino Daniel Rizzotti, di arrivare a Murmansk e iniziare la manutenzione della nave perché fosse in grado di riprendere la navigazione.



Quando abbiamo messo piede a bordo dell’Arctic Sunrise l’abbiamo trovata in cattivo stato, tenuta per dieci mesi senza alcuna manutenzione e con i sistemi di navigazione, comunicazione e sicurezza rimossi o distrutti" racconta Faiza Oulahsen, della campagna per l’Artico di Greenpeace International. "Avrà bisogno di parecchi lavori di riparazione ora prima di poter tornare a difendere l’Artico da compagnie petrolifere come Shell e Gazprom".

L’Arctic Sunrise arriverà nei prossimi giorni ad Amsterdam, dove sarà accolta dagli Arctic30 e da attivisti e sostenitori di Greenpeace. Il Comitato investigativo russo ha comunicato che, nonostante il procedimento penale a carico degli Arctic30 sia stato chiuso, continuerà le indagini sul caso fino al prossimo 24 settembre. "L’abbordaggio illegale, l’arresto dell’Arctic Sunrise e l’indagine ancora in corso sono solo tentativi di intimidirci e sviare il dibattito dalle trivellazioni petrolifere nell’Artico, ma ci hanno reso più forti. Milioni di persone si sono opposte all’incarcerazione illegale degli Arctic30" commenta Oulahsen.