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ITALIA

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Greenpeace, la campagna: "Non è un paese per fossili" parte da Vado Ligure

Il tour della nuova Rainbow Warrior - la nave ammiraglia di Greenpeace, varata nel 2011 e per la prima volta in Italia - impegnata in un tour sui cambiamenti climatici, per promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza, contro il ricorso ai combustibili fossili

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Vado Ligure
Parte da Vado Ligure la campagna di Greenpeace per denunciare le energie inquinanti del paese. Nel mirino degli attivisti i combustibili fossili, in primis il carbone. Per questo è stato scelto il sito vadese della Tirreno Power - in parte sotto sequestro dall'11 marzo scorso per disastro ambientale - per ormeggiare la Rainbow Warrior III. La nave ammiraglia dell'associazione, per la prima volta in Italia, porterà gli attivisti nei principali siti di produzione di energia presenti lungo le coste italiane. Dopo Vado Ligure, infatti, rotta su Genova, poi Civitavecchia -passando per il Giglio dove è ancora in attesa di destinazione il relitto della Concordia - quindi Palermo, Capodistria e Brindisi. 

"Il tour non poteva che cominciare da qui - dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - la centrale di Vado Ligure è un esempio emblematico di quanto il carbone sia una fonte energetica rovinosa e infine perdente. Non è davvero una sorpresa che controlli rigorosi abbiano determinato il fermo dell’impianto e inchieste che prevedono capi d’accusa gravissimi".


 La centrale è stata posta sotto sequestro l'11 marzo scorso per ordinanza del Tribunale di Savona. Secondo i magistrati le emissioni avrebbero causato, negli anni, morti e disastro ambientale. La prova del disastro doloso con conseguenza sulla salute dei cittadini starebbe nella rarefazione dei licheni e nell'aumento delle malattie. Lo scorso 11 giugno anche il Ministero dell'Ambiente ha sospeso l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per due gruppi a carbone, Vl3 e Vl4, della centrale di Vado Ligure. 

Uno studio realizzato in precedenza sulla centrale dall’Università di Stoccarda, per conto dell’associazione ambientalista, aveva stimato un impatto sanitario corrispondente a 120 morti premature l’anno. A meno di un anno di distanza le indagini epidemiologiche disposte dal Tribunale di Savona “hanno evidenziato un aumento della morbilità e della mortalità, esclusivamente attribuibile alla emissione della centrale”, quantificabile in almeno 353 casi di patologie respiratorie e 94 di asma nei bambini, 1675 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiache, 251 morti per malattie cardiovascolari, almeno 103 morti per malattie respiratorie.