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MONDO

Kerry: "Cercano pretesti". Mosca: "No a portaerei Usa sul Mar Nero"

Ucraina, tra Mosca e Washington è guerra fredda

Il segretario di Stato Usa vola a Kiev e offre un miliardo di aiuti. Obama: "Putin non convince nessuno". Ma dal Cremlino arriva la risposta: "Nessun diritto" per portaerei Usa di transitare sul Mar Nero.

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John Kerry
Mosca
Fuoco incrociato su Mosca dagli Stati Uniti. Da Kiev, il segretario di Stato Usa cammina sulla Euromaidan tra la folla e promette: "Non vi lasceremo soli". Poi torna a minacciare sanzioni e accusa Mosca di lavorare per creare un pretesto per invadere l'Ucraina. Da Washington, Obama dice: le parole di Putin "non ingannano nessuno". Non passa molto tempo, e da Mosca arriva la risposta.

Il sostegno di Kerry agli ucraini
Proprio al popolo della piazza che voleva l'ingresso in Europa, Kerry dice: "Questi ucraini coraggiosi sono scesi in piazza contro la tirannia e per chiedere democrazia, ma gli sono stati mandati contro dei cecchini che li hanno abbattuti uno dopo l'altro". 

L'"ingerenza" russa e l'offerta di Obama
Invece da Washington, Obama rimarca che le mosse russe in Ucraina non sono una prova di forza, ma solo un segno dell'"ingerenza" russa nell'area. Tuttavia, per Obama c'è ancora un'occasione, per la Russia, per aiutare la comunità internazionale a stabilizzare la situazione nel Paese.

"No a portaerei Usa sul Mar Nero"
È l'agenzia di stampa russa interfax a battere la notizia. Le navi da guerra Usa, ora al Pireo greco, non possono inoltrarsi nello stretto del Mar Nero. "Questa classe di navi, appartenenti ad uno Stato che non si affaccia sul Mar Nero, in base alla convenzione di Montreux, non ha diritto di transitare", scrivono i russi. Il messaggio è chiaro. Ma oltre alle parole, ci sono anche le navi da guerra russe: hanno già bloccato lo stretto di Kerch, che separa la Crimea dalla Russia. C'è solo da aspettare la prossima mossa.