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MONDO

Quarta ondata

Il Covid imperversa in Europa, ma il sud (Grecia esclusa) si salva ancora

Situazione preoccupante in Europa che torna focolaio della pandemia, la quarta ondata di coronavirus continua a mietere vittime

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La pandemia di Covid-19 continua a mietere vittime nel mondo e nella fase attuale l'Europa è tornata ad esserne il focolaio principale. Nella classifica delle undici nazioni nelle quali nell'ultimo mese sono stati registrati in termini assoluti il maggior numero di contagi solo Stati Uniti, India e Brasile, che però hanno un numero di abitanti immensamente più alto dei paesi del vecchio continente, non appartengono a questo.

A guidare la risalita dei contagi in Europa è la Gran Bretagna, dove negli ultimi 28 giorni sono state intercettate un milione e 110mila positività ma dove grazie alla elevatissima copertura vaccinale nel medesimo arco di tempo si è contato un numero di decessi, 4.342, certamente drammatico ma che, senza l'entrata in scena del siero immunizzante, sarebbe stato di gran lunga più pesante. Per rendersene conto basti pensare alla situazione della Russia, che nello stesso periodo ha registrato 1,05 milioni d'infezioni ma, complice la scarsa aderenza tanto alla campagna vaccinale che alle misure di sicurezza sanitaria da parte della popolazione, anche 31.473 vittime. 

In Francia per gli alunni delle scuole elementari torna l'obbligo di indossare la mascherina anti-Covid-19. In vigore da oggi, il provvedimento è stato preso con l'obiettivo di arginare l'aumento del contagio da coronavirus. Fino ad ora gli alunni del Paese dovevano indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie in 61 dipartimenti.  

La Germania fa segnare un record in negativo, l'ennesimo, nella lotta al Covid-19. Secondo gli ultimi dati diffusi questa mattina dal 'Robert Koch Institut', nell'ultima settimana il rapporto dei nuovi casi su 100mila persone fa segnare quota 303, per la prima volta al di sopra dei 300 dall'inizio della pandemia. Il numero supera inoltre dopo una sola settimana il precedente record che si era attestato al di sopra di quota 200. La Germania, 80 milioni di abitanti, fa segnare solo il 67,5% della popolazione vaccinata con due dosi, mentre dallo scorso sabato, dopo appena un mese, la popolazione può nuovamente accedere ai test in maniera gratuita. Intanto, proprio nel tentativo di arginare la corsa del coronavirus, il governo di Berlino sarebbe intenzionato a reintrodurre misure restrittive. Tra queste sembra sempre più imminente un ritorno allo smart working.  

E non va meglio in Ucraina, con 613mila contagi in meno di un mese e 17.151 morti. Nel tentativo di smaltire l'inedito numero di salme, gli impianti funerari di Kiev sono stati costretti a raddoppiare le cremazioni rispetto ai mesi estivi. La notizia giunge mentre il governo rende noto un decreto per offrire un incentivo in denaro a chi deciderà di vaccinarsi, come annunciato dal presidente Volodymyr Zelensky: nella nazione da lui guidata meno di un terzo della popolazione è stata completamente vaccinata. Più in generale, è l'Europa dell'est e del nord a subire, in questa fase, il ritorno del virus. Si tratta di una situazione che l'Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, nella sua ultima valutazione del rischio che ha preso in esame i dati disponibili fino al 12 novembre ha definito "molto preoccupante", "caratterizzata da un rapido e significativo aumento dei casi" nella maggior parte dei Paesi dell'Unione.

Oltre ai paesi già citati, la circolazione del coronavirus è particolarmente attiva in Slovenia, Croazia, Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca, che registrano tra i 1.000 e i 1.500 contagi per milione di abitanti al giorno. Anche i ricoveri in terapia intensiva e la mortalità stanno aumentando in modo allarmante. La Bulgaria, dove solo il 20% degli abitanti ha ricevuto due iniezioni di vaccino, presenta un record di 24 morti per milione di abitanti al giorno, mentre la Romania (30% di vaccinati) ne piange 17 per milione ogni giorno.

"Il picco delle contaminazioni sembra essere stato raggiunto in Bulgaria e Romania, il che potrebbe presto portare a uno schiarirsi di questo quadro plumbeo", si augura il professor Antoine Flahault, uno degli autori del rapporto presentato a Ginevra. Questa nuova ondata sta ora raggiungendo i paesi del nord. Pur rimanendo su livelli inferiori rispetto all'Est, il numero di casi per milione di abitanti è ormai alle stelle in Danimarca (500 al giorno), Belgio (860), Paesi Bassi (785), Irlanda (830) e Germania (450). 

In particolare, la pressione sugli ospedali olandesi ha ormai quasi portato il sistema sanitario a un punto di rottura. "Il peggio deve ancora venire", ha detto ieri il capo dell'associazione ospedaliera del paese mentre il numero di pazienti Covid-19 nei nosocomi saliva a circa 2.000, di cui quasi 400 in terapia intensiva, raggiungendo il livello più alto da maggio. Più a sud, Italia, Spagna e Francia stanno assistendo a una risalita molto più lenta dei casi. Nel bacino del Mediterraneo spicca solo la Grecia con 650 casi per milione di abitanti al giorno e un'elevata mortalità. Su meno di 11 milioni di abitanti, nel paese ellenico sono stati registrati quasi gli stessi contagi che in Italia (141mila la prima, 145mila il nostro Paese) e 1.420 decessi contro i 1.234 registrati nello Stivale, che ha quasi 60 milioni di abitanti. 

La situazione in Giappone è meno preoccupante, ma stazionaria. Il ministero della Salute, nel suo più recente bollettino aggiornato a ieri, ha confermato 79 nuovi casi di coronavirus in tutto il paese e un decesso, mentre il numero dei pazienti ricoverati in gravi condizioni è fermo a 85. A Tokyo, il governo metropolinano della capitale ha riportato 7 nuovi casi, il numero più basso del 2021. 

E anche il Brasile tira un sospiro di sollievo dopo settimane di angoscia, sono 15 giorni consecutivi con una media di meno di 300 decessi giornalieri per Coronavirus e nella campagna vaccinale supera il 59% della popolazione vaccinata con due dosi. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 66 morti, elevando il totale dall'inizio della pandemia a 611.384. 

Il numero accumulato di contagi è salito a 21.958.306, di cui 2.835 nelle ultime 24 ore, con una media giornaliera di 10.618 nell'ultima settimana. Parallelamente, 156,96 milioni di brasiliani hanno ricevuto almeno una dose dei vaccini anti-Covid, una cifra che equivale al 73,58% della popolazione. Allo stesso tempo, 125,58 milioni di cittadini hanno ricevuto entrambe le dosi dei vaccini Astrazeneca, Pfizer, Coronavac, o l'unica dose di Janssen, pari al 58,87% della popolazione, secondo i dati delle 27 segreterie statali alla salute.