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POLITICA

Sindacati: basta polemiche. Bisogna andare avanti

Ilva. Emiliano: non ritiro ricorso se salute è a rischio. Calenda: ragionare sul merito. No a guerra

"Non ho temuto la minaccia della mafia non credo di dover temere il consiglio regionale pugliese, l'Ilva e' abituata a comandare in Regione  - ha detto il Governatore della Puglia - non a subire il regolamento di legalità da parte della Regione: è questa la partita in corso" . Il ministro dello Sviluppo economico: "Emiliano ha avuto sempre porte aperte ma l'importante è che si chiedano cose concrete"

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Ancora incerta la sorte dell'Ilva. Il Governatore della Puglia tira avanti sulla sua strada se non riceverà rassicurazioni sufficienti in merito alla salvaguardia "della salute delle persone".  Mentre il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda continua a stemperare i toni e a tendere la mano ad Emiliano. In mezzo Arcelor Mittal, capocordata del gruppo Am Investco sempre più preoccupata dai risvolti giuridici della vicenda.

Incalzato dai cronisti, Emiliano questa mattina ha ribadito la sua posizione:"Io non ritirerò mai un ricorso mettendo a rischio la salute dei tarantini anche se me lo dovesse chiedere il Consiglio regionale. Non è sufficiente, perchè ho una delibera ben più importante, quella che approva le linee programmatiche, che  è stata approvata dagli stessi consiglieri, alla quale rimarrò fedele sempre fino a che sarò presidente". 

"Io mi sono occupato di mafia tutta la vita, non credo che debba temere il Consiglio regionale. Avevo altro di cui preoccuparmi - ha proseguito Emiliano - E' chiaro che c'è un tentativo da parte di molti soggetti di interferire. L'Ilva è abituata a comandare in Regione, non è abituata a subire il regolamento di legalità da parte della Regione. E' questa la partita in corso".

Nella seduta del Consiglio regionale di domani potrebbero essere proposti gli ordini del giorno dei consiglieri di Sinistra italiana e di Forza Italia, con cui si chiede che la Regione ritiri il ricorso presentato contro il decreto del preside del Consiglio che contiene il Piano ambientale dell'Ilva. Il ricorso  stato presentato anche dal Comune di Taranto. Anche su questo punto, oggi a Bari, Emiliano ha convocato un vertice di maggioranza. 

Sulla questione Ilva "porte aperte" al governatore della Puglia Emiliano "ma bisogna sgomberare il campo dai ricorsi" - ripete ancora una volta il ministro dello Sviluppo Economico - Io non ho mai fatto la guerra a Emiliano ma dell'Ilva bisogna discutere nel merito". "Emiliano ha sempre avuto porte aperte, ma bisogna chiedere cose possibili, bisogna stare sul merito delle cose e questo è l'importante" ha sottolineato Calenda.

Cosa prevede il piano industriale
2,4 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 7 anni. Sono i numeri del piano industriale Ilva 2018-2024 di Arcelor Mittal, capocordata del gruppo Am Investco, a Fim Fiom e Uilm su cui proseguirà il confronto nei prossimi mesi e utile ad avviare la seconda fase di trattativa sito per sito. La cifra totale è divisa in 1,25 miliardi per gli investimenti industriali e 1,15 miliardi per quelli ambientali. 

L'obiettivo riconfermato da Mittal d'altra parte è quello di arrivare a produrre, al più tardi entro l'agosto del 2023, una volta riattivato l'Altoforno 5, chiuso il 2 e realizzato il piano ambientale, 8 milioni di tonnellate che con l’aggiunta di 2,2 milioni di tonnellate di bramme e laminati porterebbe la produzione totale di acciaio grezzo a 10 milioni di tonnellate.

Nella fase 1 invece, in linea con le attuali autorizzazioni ambientali, si stima che entro il 2018 a Taranto si potranno produrranno 6 Mtpa di acciaio grezzo e il rimanente fabbisogno di bramme/laminati a caldo (HRC) sarà soddisfatto con prodotti provenienti da altri stabilimenti ArcelorMittal nonché da fonti esterne. Tra gli investimenti industriali “per ripristinare e migliorare velocemente l’attività” confermate le spese di manutenzione, ammodernamento e automatizzazione oltre ai 240 mln per il completo rifacimento dell’Altoforno 5 e ai 60 mln per la Centrale elettrica.

Sotto il profilo della strategia, il piano industriale di Arcelor Mittal prevede il funzionamento a pieno regime di tutte le linee Hdg (Genova, Novi e Taranto) mentre per Genova è allo studio, si legge, un’ipotesi nel campo dell’export per superare il livello di produzione previsto di 170mila tonnellate e la possibilità di “sinergie” tra Cornigliano (Ilva) e Canossa (AM). E sempre per Genova il piano prevede altri investimenti tra cui quello di riconversione di una linea HDG in una OC Combi-line (HDG3, 20 mln di euro).

I sindacati: basta polemiche. Bisogna andare avanti
I sindacati dopo l'incontro del 22 dicembre scorso con il viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova sono soddisfatti anche ci sono ancora molti punti da chiarire. "Abbiamo registrato risultati importanti con la trattativa  - spiegano - non solo sul piano ambientale ma anche sul piano industriale e per quanto riguarda le assunzioni, anche se non ancora sufficienti . A chi continua ad alimentare polemiche la risposta migliore è andare avanti".