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ITALIA

De Vincenti: non ci sarà alcun licenziamento

Ilva. Lunedì i lavoratori incrociano di nuovo le braccia: inaccettabili le proposte dell'azienda

Si contestano fortemente gli esuberi, 4.000 nel gruppo, 3.331 solo a Taranto, dicono i sindacati, ma soprattutto le modalità di riassunzione proposte da Am Investco: chiusura del rapporto di lavoro in essere con Ilva e apertura di una nuova posizione, azzeramento di contenziosi in corso

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Gli scioperi si ripetono all'Ilva di Taranto e negli altri stabilimenti del gruppo siderurgico, ora in amministrazione straordinaria ma in procinto di passare alla nuova società Am Investco Italy, formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia. Ci saranno 24 ore di sciopero lunedì prossimo, in concomitanza con l'avvio della trattativa sull'occupazione al Mise, ma scioperi ci furono a Taranto anche l'1 giugno e il 20 luglio scorsi. Tre proteste, dunque, nell'arco di cinque mesi. 

Il primo giugno ci furono quattro ore di astensione dal lavoro. Era il giorno in cui al Mise i commissari dell'Ilva Gnudi, Laghi e Carrubba presentavano i piani delle due cordate in gara, Arcelor Mittal e Marcegaglia da un lato e Acciaitalia con Cassa Depositi e Prestiti, Jindal, Arvedi e Del Vecchio dall'altra. Entrambe le proposte presupponevano circa 4.000 esuberi a testa su un organico di 14.200 unità circa: gli stessi esuberi di oggi.

Alla fine del percorso di ristrutturazione e risanamento, nel 2023, i numeri occupazionali finali di Jindal e soci erano leggermente migliori di quelli di Arcelor Mittal, che però partiva meglio, nel 2018, rispetto al concorrente, ma nelle due proposte pesava, e non poco, l'aspetto retributivo medio: 42.000 euro di retribuzione nella proposta di Acciaitalia, 50.000 in quella di Am Investco. Il prosieguo della trattativa portò poi i commissari ad assegnare l'Ilva ad Am Investco, la cui offerta fu complessivamente ritenuta migliore. La nuova società ha incontrato per la prima volta al Mise i sindacati lo scorso 20 luglio. Fu solo un incontro di avvio, con l'impegno di rivedersi a metà settembre, ma poi questa data è saltata e riprogrammata per il 9 ottobre, eppure anche allora ci fu uno sciopero: otto ore di stop a Taranto, tra primo e secondo turno. E adesso sciopero, ma per 24 ore, ci sarà anche dopodomani.

Si contestano fortemente gli esuberi, 4.000 nel gruppo, 3.331 solo a Taranto, dicono i sindacati, ma soprattutto le modalità di riassunzione proposte da Am Investco: chiusura del rapporto di lavoro in essere con Ilva e apertura di una nuova posizione, azzeramento di contenziosi in corso. Oggi a Taranto i sindacati metalmeccanici terranno una conferenza stampa per ribadire il loro no. E dice no anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci del Pd. Tra l'altro il dissenso sulla proposta occupazionale di Am Investco si incrocia con quello, altrettanto forte, espresso sul piano ambientale presentato dalla nuova società. Il ministero dell'Ambiente lo ha validato, il Governo l'ha approvato la scorsa settimana con un Dpcm che è già in Gazzetta Ufficiale, ma a Taranto sindacati, istituzioni locali e associazioni ambientaliste ritengono quel piano lacunoso e diluito nei tempi di attuazione degli interventi.

E critici sono pure Regione Puglia e Arpa Puglia. Tornando invece agli esuberi dell'Ilva, la "comunicazione ricevuta da parte di Am Investco per i sindacati dei lavoratori elettrici Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici, è ritenuta "inaccettabile" perchè si "determina una riduzione sostanziale di organici" "Ciò - dicono i sindacati degli elettrici - prima ancora di realizzare un qualsiasi confronto che entri nel merito e dal quale certamente non potrebbe mai risultare alcun esubero in una realtà, in cui, da tempo le organizzazioni sindacali e le rsu lamentano esiguità di risorse e carichi di lavoro ormai insopportabili. Inoltre, si evidenzia l'aggravante che da parte della nuova società si comunica già il cambio di contratto di lavoro senza alcuna logica di natura merceologica, atteso che la centrale produce e distribuisce energia elettrica". "Il sindacato elettrico in questi anni - si sostiene - grazie alla tipologia contrattuale e al sistema di relazioni industriali di settore, ha garantito una concreta pace sociale della quale hanno beneficiato lavoratori e azienda".

"E' opportuno ricordare, inoltre - si dice ancora nella nota - che Taranto Energia rappresenta, per il fine produttivo al quale risponde, una realà strategica per lo stabilimento siderurgico e per gli aspetti ambientali". I sindacati degli elettrici, che si riferiscono a Taranto Energia, la società dell'Ilva che gestisce le centrali, anch'essa coinvolta nel riassetto, chiedono quindi "il ritiro di tali proposte irricevibili ed una trattativa specifica e approfondita nel merito delle questioni. In mancanza di risposte coerenti - si annuncia infine - purtroppo si saraà costretti a mettere in atto tutte le azioni di lotta possibili". 

De Vincenti: non ci sarà alcun licenziamento
"Non ci sarà alcun licenziamento perchè tutti quelli che non saranno assorbiti dalla società del nuovo investitore resteranno dipendenti dell'Ilva in amministrazione straordinaria e saranno impiegati per le attività di bonifica e risanamento ambientale nelle zone attorno il perimetro aziendale". Lo ha detto il Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, parlando dell'Ilva di Taranto a Bari.