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TECH

Nel mirino l'obbligo di informare su eventuali condizioni più favorevoli

L'antitrust Ue apre un'indagine su Amazon per gli accordi con gli editori sugli e-book

Su iniziativa dell'esecutivo, l'antitrust Ue ha aperto un'indagine sul sistema di vendita degli e-book di Amazon. In particolare si faranno accertamenti su alcune clausole incluse nei contratti che l'azienda di e-commerce di Seattle stipula con gli editori, che potrebbero risultare in abuso di posizione dominante

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di Celia GuimaraesBruxelles
Chiuso il capitolo delle tasse in Lussemburgo, arriva una nuova indagine sugli e-book e l'ipotesi di abuso di posizione dominante. Ma Amazon è sicura del fatto suo e non vede l'ora di poterlo dimostrare alle autorità europee, dopo la notizia dell'apertura di un'indagine antitrust da parte della Commissione Ue sulla distribuzione degli e-book di Amazon.

La risposta è arrivata dai vertici aziendali americani di Amazon, che si è dichiara fiduciosa ed ha precisato che i suoi accordi con gli editori sono legali e negli interessi dei lettori. "Aspettiamo con impazienza di poterlo dimostrare alla Commissione e intanto cooperiamo pienamente durante questo procedimento", ha fatto sapere il colosso del commercio online con sede a Seattle. 

Gli accordi sotto accusa
Le clausole finite sotto la lente d'ingrandimento dell'Antitrust Ue, richiedono agli editori di informare Amazon su eventuali condizioni più favorevoli offerte alla concorrenza e di praticare le stesse condizioni ad Amazon, o almeno altrettanto favorevoli. Secondo la Commissione, simili clausole potrebbero rendere difficile per i concorrenti competere nella distribuzione di e-book, impedire lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e quindi limitare la scelta per i consumatori.
 
Iniziativa dell'Ue
Secondo quanto spiegato dal portavoce della Commissione europea Ricardo Cardoso, l'indagine è stata "aperta di iniziativa" dall'esecutivo Ue, data la preoccupazione che tali clausole possano rendere più difficile la concorrenza con Amazon, nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi, riducendo la possibilità di scelta dei consumatori. L'apertura dell'indagine - si sottolinea - "non pregiudica in nessun modo il risultato".

Bene il servizio, se non danneggia i consumatori 
In una nota il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager spiega: "Amazon ha sviluppato un business di successo che offre ai consumatori un ampio servizio, compreso quello degli e-book. La nostra indagine non mette in discussione questo aspetto. Tuttavia è mio dovere assicurarmi che gli accordi di Amazon con gli editori non rechino danni ai consumatori, impedendo ad altri distributori di ebook di innovare e competere con efficacia. L'indagine dimostrerà se tali preoccupazioni sono giustificate". 

La 'guerra' con Hachette
Nel novembre 2014, Amazon e l'editore francese Hachette Book Group hanno raggiunto un accordo sulle vendite di e-book e di libri tradizionali, mettendo fine a una delle battaglie editoriali più dure degli ultimi anni, i cui termini economici non sono mai stati rivelati. 
Amazon e Hachette si sono dati battaglia per un anno intero. Lo scontro inizialmente è stato tenuto riservato, poi è diventato pubblico cercando il coinvolgimento dei lettori e degli autori. La stampa francese in particolare sottolineava come, contro più di 900 autori, Amazon abbia invitato i lettori a prendere posizione nella contesa con l'editore Hachette Book Group (HBG), filiale americana del gruppo francese Lagardère.

Per farlo, il gigante dell’e-commerce online ha reso pubblico, in una lettera pubblicata sul sito www.readersunited.com, l’indirizzo di posta elettronica del titolare di HBG, Michael Pietsch, esortando i lettori a scrivergli e a fare pressioni.

Amazon, suggeriva la stampa francese, insinuava che Lagardère fosse colpevole di collusione per mantenere alti i prezzi degli e-book. La casa editrice francese a sua volta convocava gli scrittori per scendere in campo contro il colosso delle vendite online, anche con una petizione pubblicata sul New York Times.

Secondo Nicholas Hirst di Politico.eu in un articolo pubblicato all'inizio di giugno, potrebbe essere stato proprio l'accordo segreto tra Amazon e Hachette a scatenare i segugi dell'Antitrust dell'Ue. 
















Altri guai in Lussemburgo
Non riguardano  solo gli e-book le grane di Amazon con l'Unione europea. La Commissione, nell'ottobre 2014, ha aperto un'inchiesta sul colosso americano dell'e-commerce per capire se il regime fiscale accordato ad Amazon in Lussemburgo, dove si trova la sua sede europea, possa essere considerato un aiuto di Stato. 

Bruxelles riteneva che la decisione anticipata sul livello di tassazione a favore di Amazon potesse violare le regole europee. La decisione riguardava una filiale del gruppo, Amazon Eu Sarl, con sede in Lussemburgo e che registra l'essenziale dei profitti realizzati in Europa da Amazon. Amazon Eu Sarl pagava una somma fiscalmente deducibile a una Sas, società in accomandita semplice, stabilita in Lussemburgo senza essere assogettata all'imposta sulle società.  

La resa di maggio
Nel maggio 2015 il gruppo fondato da Jeff Bezos ha annunciato quella che per i media americani è una resa all'Europa: l'apertura di uffici in diversi Stati dell'Unione, compresa l'Italia, ma anche in Spagna, il Regno Unito, Germania, Francia, dove si sottoporrà alle rispettive leggi fiscali nazionali, senza più il 'paravento fiscale' di Amazon Eu Sarl in Lussemburgo.

La Commissione europea, all'indomani dell'annuncio di Amazon, ha dichiarato che l'inchiesta sulle tasse pagate dalla società di Seattle avvalendosi della sua filiale lussemburghese sarebbero comunque proseguite fino alla conclusione dell'indagine.