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MONDO

L'interrogatorio al tribunale di Palma di Maiorca

Le ammissioni dell'infanta Cristina

"Ho utilizzato fondi per spese personali" confessa la secondogenita di Juan Carlos ma aggiunge che non sapeva che provenissero dalla Aizoon, la società compartecipata con il marito. È proprio Inaki Urdangarin, il principale indagato nell'inchiesta per riciclaggio e frode fiscale

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L'arrivo in tribunale a Palma di Maiorca
È durata più di otto ore la permanenza di Cristina di Borbone nel palazzo di Giustizia di Palma di Maiorca, dove oggi è stata interrogata nell'ambito dell'inchiesta in cui è incriminata per riciclaggio di denaro e frode fiscale. La secondogenita del re di Spagna, ha ammesso di aver utilizzato diversi fondi per spese personali, ma ha aggiunto di non sapere se questi provenissero dalla Aizoon, la società compartecipata con il marito. "Non mi sono mai occupata delle questioni societarie - avrebbe detto al giudice, secondo quanto riportato da ambienti giudiziari - perché lo faceva Inaki". Ed è proprio il marito Inaki Urdangarin, il principale indagato dello scandalo di corruzione. Si tratta della prima volta nella storia che un membro della famiglia reale spagnola deve presentarsi in tribunale per rispondere di accuse penali. 

La principessa ha anche parlato di un milione e 200 mila euro che il Re Juan Carlos trasferì sul conto del quale erano titolari Cristina e il marito, ed ha spiegato che era un prestito e non una donazione, e quindi che quella somma non andava dichiarata all'agenzia fiscale. Cristina ha detto che il prestito le era stato fatto per comprare il palazzetto di Pedralbes, a Barcellona. Inoltre la principessa ha sostenuto che la società Aizoon non serviva come scudo fiscale.
   
Il principale imputato nella vicenda - che ha leso non poco l'immagine già non troppo dorata della Famiglia Reale - è il marito di Cristina, finito sotto inchiesta per un caso di corruzione che riguarda la Fondazione Noos, un ente per la promozione dello sport da lui presieduta tra il 2004 e il 2006. Secondo la magistratura, la Fondazione avrebbe organizzato diversi eventi legati al mondo dello sport per il governo della Comunità Autonoma (regione) delle isole Baleari, giustificando con fatture false o gonfiate i soldi pubblici ricevuti dal governo regionale, nel periodo in esame (2003-2007) guidato dal Partito populare oggi al potere, per un totale di oltre 6 milioni di euro.