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ECONOMIA

Previdenza

Inps, Boeri: "Da contributi immigrati un punto di Pil"

"Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell'Inps"   

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"Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni". Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti. In particolare, Boeri spiega che "gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell'Inps".   

Aumentano i giovani
"I dati Inps evidenziano che gli immigrati che arrivano da noi sono sempre più giovani: la quota degli under 25 che cominciano a contribuire all'Inps come dipendenti è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015. Se nel 2007 il 68% dei nuovi permessi di soggiorno veniva concesso a stranieri con meno di 35 anni oggi questa percentuale è salita all'80%, ha detto il presidente dell'Inps.

Gap salariale con gli italiani 15%
 "I migranti sono fortemente sovra-rappresentati nelle categorie degli operai e tale concentrazione si è rafforzata nel tempo. Sono gli italiani che non fanno più quei lavoratori. Gli unici settori dove i migranti sono sovrastimati sono costruzione, alberghi e ristorazione. Esiste un gap salariale tra migranti e nativi di circa il 15 per cento a sfavore dei migranti", ha detto Boeri.

La fuga giovani italiani non legata a immigranti
"Mentre i migranti che entrano nel mercato del lavoro sono nella maggior parte dei casi a bassa qualifica, la quota degli italiani non laureati che scelgono di emigrare per motivi economici è dimezzata tra il 2007 e 2015", ha detto il presidente dell'Inps. "Sembra difficile perciò - aggiunge -  ipotizzare che la fuga dei giovani del nostro Paese possa essere dovuta
alla competizione sul mercato del lavoro con gli immigrati"

I bonus estemporanei non cambiano attitudine italiani a natalità
"Non sono i bonus estemporanei che cambieranno le attitudini degli italiani'. Lo ha affermato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, riferendosi alle azioni mirate all'aumento del tasso di fecondità delle donne italiane, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sui migranti. Secondo Boeri devono essere messe in campo 'politiche durature nel tempo, percepite come strutturali perché la scelta di fare un figlio è una scelta irreversibile e le famiglie hanno bisogno di sapere che sono per lungo tempo". Per il presidente dell'Istituto sono inoltre necessarie "politiche che promuovano maggiore condivisione per la gestione dei figli all'interno delle famiglie". Boeri ha poi aggiunto che "In ogni caso un aumento del numero di bambini italiani avrebbe effetto sul sistema pensionistico solo nel lungo periodo, perché sarebbe necessario aspettare che neonati raggiungono l'età per lavorare e per poter contribuire
attivamente al sistema previdenziale".