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POLITICA

Le polemiche per l'aumento dello stipendio

Inps. Tridico: "Nulla da chiarire e non mi dimetto"

"Mancano i fatti" di cui discutere, precisa in un colloquio con il Corriere della Sera il Presidente dell'Inps. Di Maio: "Non ho perso la fiducia". Bonaccini: "Mi interessa di più che arrivi la cassa integrazione" 

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Non c'è nulla da chiarire per il presidente dell'Inps Pasquale Tridico che sottolinea come sia tutto  nero su bianco nel comunicato della direzione del personale dell'Inps: nessun arretrato gli è stato  corrisposto in seguito all'aumento di stipendio da 62 mila a 150 mila euro lordi. 

"Mancano i fatti" di cui discutere, precisa in un colloquio con il Corriere della Sera, e conferma che  non si dimetterà. L'aumento di stipendio, precisa, decorre, come ha chiarito una nota dello stesso  ministero del Lavoro, dall'insediamento del cda, di cui lui stesso Tridico è presidente, cioè dal  15 aprile 2020, e non è interpretabile come decorrente dalla nomina a presidente dell'Inps il 22  maggio 2019, cioè ben prima della riforma della governance che ha reintrodotto il cda nell'istituto. 

Un punto, questo della data di decorrenza dell'aumento di stipendio, sul quale aveva chiesto formali  chiarimenti il collegio sindacale dello stesso Inps, poiché il decreto interministeriale firmato da  Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri parlava di decorrenza dalla "data di nomina". Sulla base di  queste due note, della direzione del personale Inps e del ministero del Lavoro, Tridico ritiene   appunto che il caso non ci sia. 

Di Maio: "Non persa fiducia in Tridico"
"Sulla vicenda Tridico dobbiamo fare una considerazione legata anche al momento di grande difficoltà in cui si trovano i cittadini italiani ed è chiaro che vedendo questa notizia non sono assolutamente d'accordo" commenta il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo a Che tempo che fa, su Rai3.

"Si è riunito a Palazzo Chigi un comitato di tecnici che doveva revisionare gli stipendi del cda dell'Inps perché è stata fatta la riforma ed era stato introdotto il cda, in quel momento una proposta diceva addirittura 240mila euro all'anno, poi la proposta è stata 150mila - prosegue - Come ha detto il Presidente del Consiglio stiamo facendo tutti gli  approfondimenti ma in ogni caso una cosa è che questa decisione si fosse presa un anno fa e una cosa è oggi in un momento così difficile, questo però non mi fa perdere  fiducia nel presidente dell'Inps né nei ministri Gualtieri e Catalfo che ovviamente maneggiano questo dossier" conclude Di Maio.

Durigon: "Tridico lasci non per aumento dello stipendio, ma per cattiva gestione"
Nonostante i chiarimenti, si registrano ancora polemiche per l'aumento della retribuzione di Tridico, tra le diverse forze politiche. ''Questo governo, e gli organi di sottogoverno non fanno eccezione, ci ha abituato a un attaccamento direi viscerale alle poltrone. Difficilmente qualcuno lascerà, anche di fronte a uno scandalo''. Questa l'opinione di Claudio Durigon sulla richiesta di dimissioni al presidente dell'Inps Pasquale Tridico. In un'intervista a Repubblica, l'ex sottosegretario della Lega al Lavoro distingue: ''Noi pensiamo che Tridico debba lasciare, ma non perché si sia aumentato lo stipendio, ma per la gestione folle dell'Inps in questi mesi. L'Istituto avrebbe dovuto pagare la Cassa integrazione entro il 14 aprile, ci sono lavoratori che ancora attendono. I responsabili dovrebbero andar via per questo''.

Bonaccini: "Mi interessa di più che arrivi cassa integrazione"
Critico nei confronti del Presidente dell'Inps anche il Governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che sulla questione taglia corto e attacca: "Dello stipendio di Pasquale Tridico "mi interessa poco. Mi interessa di più che faccia arrivare la cassa integrazione dove non è ancora arrivata".