Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/intervista-raffaele-sollecito-domenica-live-amanda-knox-alibi-pc-cartoni-giapponesi-casa-663e9905-15b2-42df-b32e-ebd68f5a23d3.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Sfoderato dopo 17 giorni dalla sentenza che lo ha condannato a 25 anni

Delitto Meredith, Sollecito: "L'alibi è sul mio pc"

"Quella notte - ha detto in una intervista a Domenica live - io sono sempre stato a casa mia. E ora ho un alibi a riprova di questo, che prima non avevo: il mio computer, con il quale ho finito di vedere un film alle 21.15 circa e poi ho aperto un file video di cartoni giapponesi"

Condividi
Raffaele Sollecito
Roma
La notizia arriva nel pomeriggio. Durante una intervista a Domenica Live, Raffaele Sollecito - condannato insieme ad Amanda Knox nel processo di appello bis a Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher - afferma di avere un alibi. "Quella notte - sostiene - io sono sempre stato a casa mia". E ora ha un alibi a riprova di questo. "Un alibi - dice Sollecito - che prima non avevo: il mio computer, con il quale ho finito di vedere un film alle 21.15 circa e poi ho aperto un file video di cartoni giapponesi. Io, contro Meredith non avevo nulla". Il giovane pugliese afferma poi di non conoscere Rudy Guede, "di non averlo mai visto prima". Guede, lo ricordiamo, è l'unico in carcere per l'omicidio della studentessa inglese. 

"La giustizia ha sposato un teorema, ha sbagliato"
Sollecito insiste: "La giustizia italiana - come ripete da tempo - ha sbagliato, non sono infallibili anche se hanno questo potere enorme. Non hanno niente, come prove". Il giovane parla di "teorema". "Io sto facendo di tutto - ha affermato - per far capire che le falle di questo sistema sono gravi e che qualunque sia il teorema, è sempre giusto". "I sospetti vanno accertati, non si deve sposare una tesi per poi farla diventare reale, appiccicando insieme le figurine che insieme non stanno".

In attesa delle motivazioni della sentenza di appello bis
Il 30 gennaio scorso la Corte d'Appello di Firenze, dopo il rinvio da parte della Corte di Cassazione del 26 marzo 2013, ha confermato la colpevolezza di Sollecito e della Knox condannandoli rispettivamente a 25 anni di reclusione e 28 anni e sei mesi. Le motivazioni entro 90 giorni dalla sentenza.

Gli insulti sul web
Da Seattle, intanto, si fa sentire Amanda Knox. La giovane americana è rimasta in silenzio per mesi, poi, a ridosso della sentenza di colpevolezza emessa dalla corte d'Assise d'Appello di Firenze, ha iniziato a postare lunghi testi sul suo blog chiamato semplicemente Amanda Knox. Usa il web per perorare la sua causa. Ed è proprio in quest'ottica che ha pubblicato una foto in bianco e nero su Twitter in cui tiene un cartello sulle mani con su scritto 'Siamo innocenti'. La foto è stata ripresa e modificata in moltissimi modi ironici, anche con la faccia di Letta al posto di quella di Amanda con un cartello con scritte su Matteo Renzi. Nei profili perugini, le modifiche con scritte in dialetto sul cartello, abbondano. In mezzo all'ironia però, un gruppo di persone ha fondato un profilo facebook intitolato "Amanda e Raffaele Perugia vi odia". Attualmente sono quasi 2.200 le persone iscritte, che postano foto con scritte "Perugia vi odia". E a questo gruppo ha risposto Amanda Knox in persona dalle colonne del suo blog.