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MONDO

Oltre l'accordo

Dopo l'intesa sul nucleare, resta il caso dei 4 americani detenuti in Iran

In prigione da otto mesi anche il corrispondente del Washington Post Jason Rezaian. Il segretario di Stato americano John Kerry ha sottolineato che la questione è stata sollevata in ogni incontro con le controparti iraniane

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Jason Rezaian
di S.B.
Come si declinerà l'accordo quadro sul nucleare iraniano non è ancora chiaro. L'intesa definitiva arriverà entro il 30 giugno ed è sui dettagli che si giocherà la vera partita. Al di là dell'uranio e delle centrifughe però agli americani sta a cuore anche un'altra questione: le sorti dei quattro americani detenuti nel Paese. Tra questi anche il corrispondente del Washington Post Jason Rezaian, con doppia nazionalità americana e iraniana, nel carcere di Evin a Tehran da circa 8 mesi.

Il segretario di Stato americano John Kerry non ha dato risposte al riguardo, si è limitato a sottolineare che la questione del rilascio è stata sollevata in ogni incontro con le controparti iraniane. "Un processo per il risolvere il problema è in corso" ha detto ancora il capo della diplomazia Usa, rispondendo a chi gli chiedeva se la liberazione potesse essere un gesto di "avvicinamento" dell'Iran al momento della firma definitiva dell'accordo.

Oltre a Rezaian nelle carceri iraniane ci sono anche l'ex marine Amir Hekmati, detenuto in Iran dal 2011 e il pastore cristiano Saeed Abedini. Resta invece il giallo sulla vicenda di Robert Levinson, un agente dell'Fbi a riposo che aveva lavorato anche per la Cia, scomparso più di otto anni fa sull'isola iraniana di Kish. Teheran nega di averlo arrestato, ma Washington ritiene che sia detenuto in Iran.



"Ora che c'è l'accordo quadro, chiediamo alla leadership iraniana di rivedere le prove che i loro subalterni dicono di avere contro Jason. Se lo faranno, vedranno che Jason non ha fatto nulla di male contro l'Iran", ha detto Ali Rezaian, fratello del giornalista del Washington Post. Rezaian infatti in questi otto mesi non ha ancora potuto incontrare un avvocato e nemmeno sapere quali siano le accuse mosse contro di lui. Martin Baron, direttore del quotidiano, ha parlato di "Ingiustizia sposorizzata dallo Stato". Per il rilascio si è spesa anche la giornalista della Cnn Christiane Amanpour.