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MONDO

Dallo shah a Stuxnet fino al tavolo di Losanna

Iran, storia del nucleare: quando gli Usa donarono l'uranio arricchito a Teheran

L'anno zero del nucleare iraniano è il 1957: gli Usa di Eisenhower decidono di donare a Teheran, allora alleato, un piccolo reattore e anche l'uranio. Seguono anni di ricerca e di accordi finché nel 2002 il mondo non scopre il programma nucleare segreto degli ayatollah. Il tavolo di Losanna è il punto di arrivo di mutamenti politici, colpi di scena e trattative. 

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di Veronica Fernandes
A solleticare l'appetito iraniano per il nucleare sono gli Stati Uniti, ex alleato e poi nemico numero uno. Nel 1957 l'allora presidente Eisenhower dona a Teheran un piccolo reattore nucleare come parte dell'Atoms for Peace Program varato sei anni prima. E' l'epoca d'ora nei rapporti tra i due Paesi. Per Reza Pahlavi, destinato a diventare l'ultimo shah, l'Iran è una potenza mondiale in ascesa, una forza egemonica della regione cui non può mancare, come simbolo di potere e progresso, un programma nucleare. Chiama quindi a corte il fisico nucleare Akbar Etemad e gli affida il compito di mettere a punto le linee guida de piano. Ecco i primi due passi di una storia lunga oltre 50 anni. 

La firma del Trattato di Non Proliferazione (1968)
Teheran fa parte dei 51 Stati che firmano il Trattato di Non Proliferazione e accetta di non dotarsi di armi di distruzione di massa. Meno di 5 anni dopo crea l'Organizzazione Iraniana per l'Energia Atomica. 

Gli ingegneri iraniani studiano all'estero
Il know how di ingegneri, fisici e tecnici nucleari iraniani arriva dall'estero: Stati Uniti, Francia, Germania Ovest, Sudafrica e persino Namibia. E sarà proprio la Germania Ovest a costruire due reattori nell'ormai nota località di Bushehr.

Gli anni 70: la Rivoluzione Iraniana e la condanna al nucleare di Khomeini 
Con il 1979 finisce ufficialmente la collaborazione tra gli Stati Uniti (e finiscono anche i loro rapporti) e l'Iran ma la tecnologia approdata negli anni nella terra degli ayatollah resta. Khomeini condanna come immorale il programma nucleare e decide di chiuderlo. I tecnici che si erano formati all'estero lasciano il Paese cancellando definitivamente il sogno di Reza Pahlavi. 

Gli anni 80: la guerra Iran-Iraq e il piano segreto di Khomeini
La visione di Teheran sull'utilità del nucleare muta negli anni della guerra tra Iran e Iraq (1980-1988): se Saddam Hussein sta mettendo a punto un programma, anche Khomeini vuole il suo. E decide segretamente di ripartire, con la Germania che lo aiuta a rimettere in funzione i reattori di Bushehr, danneggiati dai bombardamenti. Il know how arriva dal Pakistan - nientemeno che con Abdul Qadeer Khan, padre del programma nucleare in patria - dalla Libia e dalla Corea del Nord. Da partner a nemico, nel 1984 gli Stati Uniti iscrivono l'Iran nella lista degli Stati terroristi e nel 1992 convincerà Francia, Germania, Spagna, India e Argentina a non vendere tecnologia e materiale all'Iran.

Gli anni 90: l'accordo con la Russia per costruire i reattori e le sanzioni Usa
Siamo sempre a Bushehr. Con 800 milioni di dollari la Russia firma un contratto per completare i reattori iniziati dalla Germania Ovest. Siamo nel 1995 e per completare i lavori si dovrà aspettare il 2010. La reazione degli Usa è immediata: Bill Clinton vara pesanti sanzioni - ancora in vigore - per le compagnie che investono in Iran. 

La scoperta del programma segreto nel 2002
Mujahedeen Khalq, un dissidente del MEK - il controverso gruppo di resistenza iraniano che gli Usa hanno incluso nella lista delle organizzazioni terroristiche - diffonde le prove di un programma nucleare segreto ignoto al mondo: centrifughe per arricchire l'uranio a Natanz, un potente reattore ad acqua ad Arak. Mentre accetta gli ispettori dell'Aiea, l'Iran firma un accordo per accelerare i lavori a Bushehr. La collaborazione dell'Iran con l'Aiea è controversa.

L'elezione di Ahmadinejad nel 2005
Vuole cancellare dalle mappe Israele e nega l'Olocausto, l'appena eletto Mahmoud Ahmadinejad: le preoccupazioni mondiali crescono a dismisura. Nel 2006, a pochi giorni dalla data in cui dovrebbe interrompere l'arricchimento dell'uranio, il nuovo presidente iraniano inaugura un reattore. 

Le sanzioni Onu
Il Consiglio di Sicurezza Onu approva nel 2006 un pacchetto di sanzioni e i suoi cinque membri permanenti - Usa, Gran Bretagna, Cina, Francia e Russia - propongono una cornice negoziale per spingere l'Iran a interrompere il programma. Seguono anni di stallo - durante l'amministrazione Bush - e di documenti segreti in cui gli Usa mostrano di non avere un piano di lunga data per affrontare la questione iraniana. 

La cyberguerra all'Iran da Olympic Games a Stuxnet
Bush dà il via all'operazione con il nome in codice Olympic Games ma la vera spinta arriva durante l'amministrazione Obama: Stuxnet avrebbe attaccato e corrotto con successo almeno almeno un quinto delle centrifughe iraniane. Mai ufficialmente tenuto a battesimo dagli Stati Uniti e da Israele, si stima che abbia fatto arretrare di due anni i progressi iraniani. 

Le nuove sanzioni Onu e UE 
Sono quelle portate al tavolo di Losanna. Varate nel 2010 riguardano vendita di armamenti, commercio, transazioni finanziarie. E, specificamente sul nucleare, l'Iran ha il divieto di investire nella tecnologia anche in Paesi terzi. Arriveranno anche quelle UE.

Netanyahu e il disegno della bomba
Il premier israeliano parla davanti alle Nazioni Unite (è il giorno della foto della bomba che ha fatto il giro del mondo) chiedendo che venga al più presto bloccata la capacità iraniana di arricchire l'uranio prima che sia davvero in grado di costuire armi di distruzione di massa. 

L'elezione di Rouhani e il negoziato
I 5+1 riprendono il tavolo nello stesso anno in cui viene eletto presidente il capo negoziatore sul nucleare iraniano, Hassan Rouhani, che si presenta come moderato - dopo Ahmadinejad - e promette trasparenza. Con la telefonata di Obama si riallacciano i rapporti di alto livello con gli Usa, interrotti dal 1979. 

Due anni di negoziato: 2013-2015
Il resto è il presente, il bagaglio di discussioni, passi avanti e arretramenti, fatiche diplomatiche e conquiste che ha viaggiato dai tavoli di Ginevra, Vienna e Losanna.