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MONDO

Lo riferisce il vescovo Emanuel Youkhana

Isis, rapiti almeno 220 cristiani in Siria. "Uccisi già 15 ostaggi"

Secondo l'archimandrita, i rapiti sarebbero oltre 300 ma la notizia non è confermata. I 15 omicidi avvenuti nel governatorato di Hassake

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Sfollati in Siria
Ci sarebbero già 15 cristiani uccisi tra gli oltre 200 rapiti in Siria, nel governatorato di Hassake, al confine Nord-orientale con l'Iraq. Lo riferisce l'archimandrita Emanuel Youkhana: "Molti di loro - afferma Youkhana - stavano difendendo i loro villaggi e le loro famiglie".

Il vescovo: "350 rapiti"
Secondo il vescovo i rapiti sarebbero circa 350: "Oltre alle centinaia di persone menzionate la volta scorsa, parliamo di altri 80 abitanti del villaggio di Tel Jazira, 21 di Tel Gouran, 5 di Tel Feytha e 3 di Qabir Shamiya. Quasi tutti sono tenuti ostaggio nel villaggio sunnita di Um Al-Masamier", riferisce Youkhana. L'Osservatorio siriano per i diritti umani parla invece di 220 rapiti. Altre 51 famiglie, "con circa 5 componenti a testa", come riferisce Youkhana, sono state rapite a Tel Shamiram; ma di queste non si conosce la posizione precisa: "Non sappiamo - continua l'archimandrita - dove siano tenute in ostaggio. È probabile che siano stati portati nella regione del Monte Abdul Aziz, controllata dallo Stato Islamico". Una fonte non confermata riferisce che si prepara, per venerdì 27 febbraio, un'esecuzione di massa nella Moschea di Bab Alfaraj, villaggio sunnita della zona.

Il Papa prega per i cristiani rapiti
Papa Francesco segue con preoccupazione la situazione in Siria e prega per la popolazione civile e per la minoranza cristiana. Lo riferisce Radio Vaticana. "E' chiaro che il Papa vive continuamente pensando a noi, pensando alla situazione dei cristiani e pensando alla situazione di tutta questa gente che soffre. La sua preghiera è sempre in sintonia con la sofferenza di questa gente e dei cristiani in particolare", dice alla Radio Vaticana il nunzio a Damasco, mons. Mario Zenari.

Gentiloni: "Genocidio inaccettabile"
Sul rapimento si è espresso il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni: ''Esprimo la più ferma condanna delle violenze a sfondo religioso ed etnico, perpetrate in modo sistematico e feroce dal Daesh (l'autoproclamato Stato islamico, ndr) nei confronti delle popolazioni locali in Siria''. Gentiloni aggiunge: ''Queste sistematiche violazioni dei diritti fondamentali e il genocidio di comunità millenarie e pacifiche suscitano profonda indignazione e sono inaccettabili. È necessario moltiplicare gli sforzi per contrastare l'estremismo violento, respingerne l'impostazione ideologica basata sull'intolleranza e l'odio"