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ITALIA

La battaglia legale continua

Eitan, famiglia Peleg farà ricorso a Corte Suprema contro decisione del ritorno in Italia del minore

Shmuel Peleg è accusato in Italia di aver rapito Eitan per averlo portato di nascosto in Israele due mesi fa

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Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan Biran,secondo l'emittente Kan,  farà  ricorso alla Corte Suprema israeliana contro la decisione di restituire il minore in Italia.

La decisione dopo il rigetto, da parte della Corte distrettuale di Tel Aviv, del ricorso presentato dalla famiglia   Peleg.

"La sentenza di ieri è un disastro pesante per Eitan. Viene così strappato dal suo ambiente familiare". Lo ha detto Esther Cohen Peleg - nonna materna del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone ed ex moglie di Shmuel Peleg, il cui ricorso contro la prima sentenza favorevole ad Aya Biran - zia paterna del bambino e affidataria della sua tutela - è stato respinto ieri dal Tribunale di Tel Aviv. "Piuttosto che consentirgli di vivere in un posto di consolazione, di amore, di protezione e di difesa,nella sua famiglia materna in Israele - ha aggiunto alla Radio pubblica Kan - è condannato a tornare invece nel luogo della tragedia e del disastro in Italia". Ronen Dlayahu, legale di Shmuel Peleg - contro cui in Italia è stato spiccato un mandato di cattura internazionale per il rapimento di Eitan - ha detto di avere "una settimana per decidere se ricorrere alla Corte Suprema. La decisione non è facile". "La famiglia - ha aggiunto anche lui con la Radio pubblica - vive nella sensazione che non potrà più vedere l'ultimo superstite".

E proprio oggi sul caso di Eitan Biran, gli avvocati Cristina Pagni e Grazia Cesaro, che rappresentano Aya, la zia paterna di Eitan, all’indomani della decisione della corte israeliana che ha respinto il ricorso del nonno materno hanno dichiarato ad Adnkronos, "ci felicitiamo per la decisione della Corte distrettuale di Tel Aviv: una decisione giusta e rapida nello spirito della Convenzione Aja. Auspichiamo un rientro veloce di Eitan in Italia e un’altrettanto veloce definizione dei procedimenti qui pendenti, perché possa cessare il clamore mediatico attorno a una vicenda complessa e dolorosa che coinvolge un minore che ha diritto di riprendere a vivere con serenità e rispetto della sua privacy".