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ECONOMIA

Aumento spesa famiglie in leggero rallentamento rispetto agli anni precedenti

Istat: nel 2018, crescita all'1,4% ma produttività del lavoro aumenta della metà rispetto ai big Ue

Nel primo trimestre 2018 il Pil ha registrato un'ulteriore crescita congiunturale (+0,3% rispetto al trimestre precedente) prolungando cosi il ciclo favorevole iniziato nel terzo trimestre del 2014 

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Nel 2018 il prodotto interno lordo (Pil) è previsto crescere dell'1,4% in termini reali. E' quanto stima l'Istat nelle "Prospettive per l'economia italiana nel 2018" Nel primo trimestre 2018 il Pil ha registrato un'ulteriore crescita congiunturale (+0,3% rispetto al trimestre precedente) prolungando cosi il ciclo favorevole iniziato nel terzo trimestre del 2014. L'intensità della crescita "si mantiene sui livelli del trimestre precedente, in leggera decelerazione rispetto alla media dei tassi di crescita congiunturali del 2017 (+0,4%)". La domanda interna al netto delle scorte fornirebbe un contributo positivo alla crescita del Pil pari a 1,5 punti percentuali; l'apporto della domanda estera netta risulterebbe nullo e quello della variazione delle scorte marginalmente negativo (-0,1 punti percentuali). L'aumento della spesa delle famiglie e delle ISP in termini reali è stimato in leggero rallentamento rispetto agli anni precedenti, con un incremento dell'1,2%. La crescita dei consumi continuerebbe ad essere supportata dai miglioramenti del mercato del lavoro. Il processo di ricostituzione dello stock di capitale è atteso proseguire a ritmi lievemente più accentuati rispetto all'anno precedente sostenuto sia dalle misure di politica economica sia dalle condizioni favorevoli sul mercato del credito, derivanti dal proseguimento della politica monetaria espansiva della Banca centrale europea. Gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere del 4,0% nell'anno corrente.

Produttività lavoro aumenta metà rispetto big Ue
"Nel 2018 la produttività del lavoro italiana è attesa aumentare dello 0,6% a fronte di un incremento dell'1,3% per la Germania e dell'1,2% per la Francia". Così l'Istat nelle 'prospettive per l'economia italiana', riportando le previsioni della Commissione europea. "Si conferma quindi anche per il 2018 il permanere di un differenziale di crescita a sfavore dell'economia italiana rispetto ai principali paesi europei", sottolinea l'Istituto, visto che dai dati emerge per la Penisola una crescita dimezzata.  D'altra parte, sottolinea, l'Istat, che dedica un focus alla "lenta crescita della produttivit in Italia" il "proseguimento del ciclo positivo dell'economia italiana si sviluppa all'interno di un quadro caratterizzato da una persistente debolezza degli investimenti in capitale intangibile", che comprendono quelli in ricerca e sviluppo e software, e del mancato assorbimento di occupazione "ad elevata qualificazione".  C'è da notare che "gli effetti recessivi hanno avuto intensità e durata superiori agli altri paesi europei". Ecco che, evidenzia l'Istat, "nel periodo post crisi, il divario di crescita della produttività italiana rispetto ai principali paesi europei, misurato dal valore del Pil per ora lavorata si è ulteriormente ampliato". Nel 2017, la produttività del lavoro in Italia ha registrato un incremento pari a 1,1 punti percentuali rispetto al 2010 a fronte di un incremento medio di circa 7 punti di Germania, Francia e Spagna, tornate "su valori superiori al periodo della crisi". Basti pensare che "nel 2017 in Francia, la quota di investimenti intangibili (5% di cui il 2,2% in ricerca e sviluppo) ha superato quella degli investimenti in beni tradizionali (beni tangibili, 4,9%) evidenziando un processo di potenziale sostituzione tra le due tipologie di asset con ricadute positive sulla crescita della produttività". E ancora, rimarca l'Istat, "nel 2017 in Italia la quota di occupati tra i 25 e i 64 anni con titolo di istruzione terziaria (23,1%) è marcatamente inferiore a quella di Spagna (43,2%), Francia (41%) e Germania (31,3%)".  

Disoccupazione cala ma piano, 10,8% nel 2018
 "Le condizioni del mercato del lavoro registreranno un ulteriore miglioramento con un aumento dell'occupazione (+0,8% in termini di unit di lavoro) e una progressiva, ma lenta, diminuzione del tasso di disoccupazione (10,8%)", rileva l'Istat.  La quota di chi cerca lavoro, sottolinea l'Istituto, "rimarrà comunque significativamente superiore a
quella dell'area euro".