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CULTURA

In calo i consumatori che giudicano affidabile informazione economica dei media

Istat: sempre più italiani preparati sul Pil, meno sulla disoccupazione

Il mezzo più usato dagli italiani per informarsi, la tv, seguita da web e giornali, anche se registrano una leggera flessione. Aumentano invece i fruitori della radio

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Nel 2016, secondo un'indagine Istat, il dato economico sul quale la quota di persone maggiorenni intervistata è più informata è l'andamento del Pil. Il 71,8% dei consumatori (contro il 63,7% del 2015), ne conosce il valore puntuale e ne fornisce una stima (+0,6%), che si discosta dal dato effettivo (+0,8%) soltanto di 0,2 punti percentuali. Soltanto il 35,1% dei rispondenti, invece, da' un valore puntuale del tasso d'inflazione, che però è decisamente sovrastimato (+3,8%) rispetto alla misura ufficiale (-0,2%). Il valore del tasso di disoccupazione è indicato dal 52,6% degli intervistati (era il 61,9% nel 2015) che ne danno un valore pari a 14,4% contro un dato ufficiale pari all'11,7% (nel 2015 i dati erano rispettivamente 19,7% e 12,7%). Diminuisce, rispetto al 2015, la quota dei consumatori che giudicano buona la qualità e affidabilità dell'informazione economica diffusa dai media (11,6% contro il 15% del 2015) mentre aumenta la percentuale di quanti la considerano carente (48,7% rispetto al 44,9%) e sufficiente (35,8% dal 35,4%). L'81,4% (81,7% nel 2015) degli intervistati, seppure con qualche lieve differenza di genere o territoriale, afferma di utilizzare poco o per niente le statistiche economico-finanziarie per orientare le scelte individuali circa acquisti importanti, decisioni su studio e lavoro o gestione del risparmio; tuttavia l'85,6% (84,7% nel 2015) ritiene molto o abbastanza importante esserne informati su questi argomenti.


Nel 2016 si fa meno ricorso ai principali mezzi di informazione per conoscere i dati socio-economici del Paese rispetto al 2015. Calano le percentuali di coloro che si servono della televisione (78,4%, contro l'81,1% del 2015), delle informazioni trovate sul web (45,9%, contro il 48,8%) e dei giornali (44,1%, dal 46,7%), ma aumentano (dal 20,0% al 20,7%) i fruitori della radio. Altre fonti di informazione sono le discussioni con parenti e amici (10,6%), le pubblicazioni specializzate e scientifiche (6,2%) e i discorsi di personalità influenti del mondo politico ed economico (4,8%).

Analizzando le opinioni in base al genere, il piccolo schermo resta il mezzo di informazione più utilizzato dalle donne (80,7%, contro il 76% degli uomini) mentre il web è preferito dagli uomini (51,4% contro il 40,8% delle donne). Le donne e gli uomini si informano discutendo con parenti e amici quasi nella stessa misura (rispettivamente il 10,8% e il 10,4%), i discorsi di personalità influenti del mondo politico ed economico sono più seguiti dalle donne (5,2% contro il 4,5% degli uomini), mentre le pubblicazioni specializzate e scientifiche sono preferite dagli uomini (8,0% contro il 4,5% delle donne)

A livello territoriale, nel Mezzogiorno e nei piccoli comuni si registrano le percentuali più alte di quanti privilegiano la televisione (80,8% e 80,5% rispettivamente) e Internet (47,8% e 48,7%). L'utilizzo dei giornali come strumento di informazione sui dati economici prevale invece al Nord Ovest (48,7%) e nei comuni medio-grandi (48,5%).

Le discussioni con parenti e amici forniscono informazioni in misura maggiore al Centro (12%) e nei grandi comuni (17,7%) mentre i discorsi di personalità influenti del mondo politico ed economico, sono maggiormente seguiti nel Mezzogiorno (5,5%) e nei piccoli centri (5,9%). Infine, le pubblicazioni specializzate e scientifiche sono utilizzate prevalentemente dai residenti nel Mezzogiorno (7,4%) e nei grandi comuni (7,4%).