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ITALIA

Bari, Napoli, Potenza

Lotta al terrorismo: fermato un foreign fighter ceceno, "pronto ad immolarmi"

L'operazione è stata coordinata dalla Polizia di Bari, hanno partecipato anche la DIGOS di Foggia e Napoli

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 A Bari è stato fermato un foreign fighter ceceno: dopo aver combattuto con il sedicente Stato Islamico in Siria, in Italia avrebbe fatto proselitismo: tre dei suoi seguaci sono stati espulsi nell'ambito della stessa operazione di polizia.

Il terrorista dell'Emirato del Caucaso
L'uomo, fermato dalla polizia di Bari, ha 38 anni e avrebbe fatto parte del commando di jihadisti aderenti al gruppo terroristico Emirato del Caucaso, quello che che diede l'assalto alla Casa della Stampa di Grozny, la notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2014, uccidendo 19 persone. Il ceceno, avrebbe combattuto con l'Isis in Siria, tra il 2014 e il 2015. Una volta in Italia si sarebbe dedicato al proselitismo, indottrinando altre persone, tra cui i tre espulsi. 

"Pronto a immolarmi"
"Se domani mi chiamano per offrire me stesso lo devo fare per forza". Eli Bombataliev, il 38enne ceceno, che risiedeva a Foggia dal 2012 nel Centro islamico ed è in carcere da tre giorni su disposizione della magistratura barese per terrorismo internazionale, spiegava con queste parole a sua moglie, la 49enne russa Marina Kachmazova, la sua volontà di martirio. I particolari delle intercettazioni telefoniche, definite dal procuratore di Bari Giuseppe Volpe "conversazioni agghiaccianti", sono stati resi noti nella conferenza stampa tenuta questa mattina in Questura.

Contatti con jihadisti Belgio
Il 38enne Ceceno era pronto a partire, probabilmente per il Belgio, è il sospetto degli investigatori della Digos, coordinati dai pm Antimafia di Bari Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, che temendo che stesse partendo per andare a compiere un attentato, hanno eseguito tre giorni fa un fermo d'urgenza. Il dettaglio emerge da alcune intercettazioni telefoniche, l'ultima captata è del 29 giugno scorso, in cui l'uomo dice di essere in attesa del permesso di soggiorno per poi partire.  Il sospetto che la sua destinazione fosse il Belgio deriva da alcuni contatti tenuti di recente con soggetti ceceni residenti in Belgio e sottoposti in quel paese a indagini sul terrorismo. Sui contatti del 38enne ceceno all'estero e su possibili soggiorni in altri Paesi europei sono in corso ulteriori accertamenti. L'inchiesta 'Caucaso Connection' è partita nel marzo scorso dopo il fermo, disposto sempre dalla Dda di Bari, di un tunisino accusato di apologia di terrorismo. Ricostruendo la sua rete di contatti, gli uomini della Digos sono poi risaliti al ceceno. Ai militari della Guardia di Finanza è invece toccato il compito di ricostruire i flussi finanziari, con spostamento di denaro soprattutto attraverso i canali del money transfer. 

Espulsi i suoi "adepti": due fratelli albanesi e una donna russa
Tre persone sono state espulse per ragioni di sicurezza nazionale. Si tratta di due fratelli albanesi di 26 e 23 anni, residenti a Potenza, e una donna russa di 49 che viveva a Napoli, individutati nell'ambito dell'indagine che ha portato al fermo del foreign fighter ceceno. I tre sarebbero stati indottrinati dal 38enne fermato a Bari. Era riuscito a convincere la donna a compiere attacchi suicidi con l'esplosivo.