POLITICA
Oltre un'ora di colloquio
Jobs Act. Poletti incontra Renzi. Giovedì il ddl torna in Senato
Il ministro del Lavoro ha incontrato anche il sottosegretario Graziano Delrio. Sul tavolo i punti caldi della riforma che il premier vorrebbe approvata entro fine anno
In attesa che riprenda in Senato l'esame dellle misure del Jobs act, calendarizzato per giovedì, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha incontrato oggi il Presidente del consiglio Matteo Renzi. Oltre un'ora di colloquio, poi il vertice con il sottosegretario Graziano Delrio.
Sul tavolo i punti caldi della riforma, che il premier vorrebbe approvata entro fine anno. Prima della pausa estiva la commissione Lavoro di Palazzo Madama ha esaminato, approvato ed emendato tutti gli articoli del disegno di legge delega. Ma siamo ancora al primo step: il testo deve essere votato dall'aula del Senato poi passare a Montecitorio.
Renzi immagina un sistema che ricalchi quello della vicina Germania soprattutto in termini di flessibilità. Ma sui dettagli di quello che dovrebbe essere il contratto unico a tutele crescenti le strade divergono. Una parte della maggioranza vorrebbe infatti che valesse per i primi tre anni, altri per tutta l'assunzione.
Questioni chr richiamano in causa il capitolo spinoso dell'Articolo 18, ovvero del possibile reintegro dei lavoratori licenziati. Sorta di totem che per qualcuno rappresenta uno dei fattori dell'immobilismo del intero Sistema Italia, mentre viene difeso strenuamente da chi lo considera tra le maggiori conquiste sancite dello Statuto di Lavoratori, a inziare dai sindacati, disposti comunque a trattare se sul tavolo ci fosse un contratto a tempo indeterminato.
Sul tavolo i punti caldi della riforma, che il premier vorrebbe approvata entro fine anno. Prima della pausa estiva la commissione Lavoro di Palazzo Madama ha esaminato, approvato ed emendato tutti gli articoli del disegno di legge delega. Ma siamo ancora al primo step: il testo deve essere votato dall'aula del Senato poi passare a Montecitorio.
Renzi immagina un sistema che ricalchi quello della vicina Germania soprattutto in termini di flessibilità. Ma sui dettagli di quello che dovrebbe essere il contratto unico a tutele crescenti le strade divergono. Una parte della maggioranza vorrebbe infatti che valesse per i primi tre anni, altri per tutta l'assunzione.
Questioni chr richiamano in causa il capitolo spinoso dell'Articolo 18, ovvero del possibile reintegro dei lavoratori licenziati. Sorta di totem che per qualcuno rappresenta uno dei fattori dell'immobilismo del intero Sistema Italia, mentre viene difeso strenuamente da chi lo considera tra le maggiori conquiste sancite dello Statuto di Lavoratori, a inziare dai sindacati, disposti comunque a trattare se sul tavolo ci fosse un contratto a tempo indeterminato.