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MONDO

Al confine con la Somalia

Anche il Kenya costruisce un muro anti-migranti

Sarà costruito nella contea di Lamu, località ultranota al turismo occidentale, e sarà completato entro il 2015. Oltre a respingere i migranti somali e i potenziali terroristi di al Shabaab ha come obiettivo quello di aumentare la sicurezza nella zona dove sta per costruire un terminal portuale su cui il Kenya punta moltissimo per il rilancio dell'economia. 

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Vicinissima a Mombasa e altrettanto nota per l'oceano e per le vacanze, Lamu avrà entro la fine dell'anno anche un muro per respingere i clandestini che tentano di entrare dalla Somalia. Ad annunciare la decisione del governo di Nairobi è stato il governatore della contea di Lamu, Issa Timamy: "E' un'ottima idea - ha detto durante la conferenza stampa - e noi siamo a favore dell'aumento della sicurezza nella nostra regione e nell'intero Paese".

Attentati e sicurezza
Il Kenya sta cercando da tempo di mettere un argine agli attentati nella zona dopo che tra luglio e agosto 90 persone sono morte in due attentati: nella contea di Lamu è stato imposto il coprifuoco e ora arriva anche il tentativo di respingere i clandestini e i presunti terroristi di al Shabaab che attraversano il confine. 

Perchè Lamu è strategica per il Kenya
Nella contea di Lamu stanno per iniziare i lavori per costruire un grande terminal petrolifero che, oltre al Kenya, servirà anche Uganda, Etiopia e Sud Sudan. Avrà 32 ormeggi - di cui quattro costruiti per quasi 500 milioni di dollari dalla Cina - e costerà oltre 24 miliardi. Il progetto - conosciuto con l'acronimo LAPSSET - porterà con sé una serie di infrastrutture, tutte la costruire: "Dagli oleodotti al potezionamento del sistema ferroviario, nuove strade e anche aeroporti", è stato annunciato dopo l'incontro tra il presidente kenyano Uhuru Kenyatta, Yoweri Museveni dell'Uganda, Salva Kiir del Sud Sudan e i primo ministro etiope Hailemariam Desalegn. LAPSSET nasce dopo la recente scoperta di risorse minerare in Kenya e grazie al nuovo oleodotto si potrà esportare petrolio in Asia a partire dal 2017, si legge in un report di EcobankResearch

Gli altri muri dell'Africa
Quello voluto da Kenyatta non è la prima barriera africana. Il muro più famoso è quello che separa le due enclave spagnole di Ceuta e Melilla dal Marocco: costruito per bloccare i migranti e il contrabbando, ha visto morire i migranti anche a causa dei proiettili sparati dalla polizia di frontiera. Quando Madrid ha lasciato il Sahara Occidentale, nel 1976, è iniziata la lotta per il territorio tra il Marocco e la popolazione Saharawi: un braccio di ferro sanguinoso a cui Rabat, per arginare gli attacchi del Fronte Polisario, ha reagito costruendo un muro negli anni Ottanta. Tra il Sudafrica e il Mozambico esiste invece una rete elettrificata con un voltaggio settato per uccidere chi avesse tentato di superarla. Ora "spenta", la barriera è comunque controllata dalla polizia sudafricana. Di tutt'altra natura è invece quella tra Botwana e Zimbabwe: anche qui si tratta di una rete elettrificata che ha come scopo quella di mettere al sicuro il bestiame del Botswana dalle malattie che secondo il governo di Gaborone arrivano dallo Stato confinante. La lettura di Harare è completamente diversa e accusa il Botwana di avere eretto il muro per allontanare chi tenta di migrare fuggendo da uno dei Paesi più poveri del mondo.