Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/kerry-palestina-mozione-onu-veto-1b207f1a-5f69-4997-a0da-d5e2b735fcc7.html | rainews/live/ | true
MONDO

Medio Oriente

Gli Usa metteranno il veto alla mozione Onu sulla Palestina

Ma da Ramallah fanno sapere: "Avanti in ogni caso". Kerry punta a un rinvio del voto, ma il testo sarà al palazzo di Vetro già nelle prossime ore

Condividi
Lo status quo tra Israele e palestinesi non è sostenibile. Parola di John Kerry, che è di nuovo impegnato in una maratona per cercare di far ripartire in qualche modo i colloqui: dopo aver visto il premier israeliano Benyamin Netanyahu a Roma, il segretario di Stato Usa si è incontrato a Londra con il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, per convincere la leadership palestinese a non portare in Consiglio di sicurezza dell'Onu una risoluzione che chiede il ritiro di Israele dai territori occupati entro due anni. I risultati non appaiono però incoraggianti. Dopo la riunione di Londra, una fonte palestinese ha fatto sapere da Ramallah che Kerry ha preannunciato che, se il documento verrà messo al voto, gli Usa apporranno il veto, mentre i palestinesi hanno affermato che non importa, andranno avanti comunque.

Con i negoziati diretti interrotti da aprile, i palestinesi si preparano a presentare il testo all'Onu nei prossimi giorni, attraverso la Giordania, e Netanyahu aveva esplicitamente chiesto a Kerry di apporre il veto. Pubblicamente, il capo della diplomazia americana non ha però ancora detto si, anche perché un voto del genere susciterebbe ancora una volta il risentimento degli alleati arabi degli Usa, molti dei quali sono ora peraltro impegnati in maniera attiva anche nella coalizione anti-Isis.    Frattanto, la Francia ha a sua volta avviato un tentativo di mediazione con una sua proposta di risoluzione che chiede il ritorno al tavolo negoziale a israeliani e palestinesi per giungere in due anni un accordo sulla soluzione dei due Stati.    Netanyahu è tuttavia contrario anche a questa prospettiva. "Ho detto a Hollande che giudico questa mossa negativa" e "contraria a un accordo di pace e a futuri negoziati", ha affermato.   

Nelle ultime ore Kerry ha visto a Roma il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e il giorno dopo Netanyahu e il premier Matteo Renzi. Poi, sulla via per Londra, ha fatto scalo a Parigi, dove in una saletta riservata dell'aeroporto di Orly si è incontrato con i ministri degli esteri francese Laurent Fabius, britannico Philip Hammond e tedesco Frank Walter Steinmeier. E ha anche parlato al telefono con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri, mentre in agenda aveva incontri a Londra con Erekat, con il segretario generale della Lega Araba Nabil el Arabi e con l'emissario del quartetto internazionale per il Medio Oriente Tony Blair. Il tutto sullo sfondo del voto dei parlamenti di Portogallo, Francia, Spagna Gran Bretagna e Irlanda che chiedono ai rispettivi governi di riconoscere la Palestina, come ha già fatto il governo svedese.

Una fuga in avanti che ha irritato il premier israeliano, il quale in una nota ha affermato che "i tentativi di palestinesi e diversi Paesi europei di imporre condizioni a Israele porteranno solo a un deterioramento della situazione regionale e metteranno Israele in pericolo". E anche il suo ministro degli esteri Avigdor Lieberman lo ha incalzato affermando che se Israele non prende l'iniziativa e non presenta un piano diplomatico, le sue relazioni con i Paesi occidentali sono a rischio. "Non dobbiamo restare con le mani in mano", ha detto. L'ambasciatore della Giordania all'Onu, Dina Kawar, ha fatto intanto sapere di non avere fretta di presentare la risoluzione palestinese al Consiglio di sicurezza. "Kerry si sta incontrando in Europa con diversi ministri e aspettiamo di vedere che cosa succede", ha detto, dando così al segretario di Stato americano del tempo prezioso per portare avanti la sua complicatissima missione.

Ma da Ramallah, un consigliere del presidente Abu Mazen ha invece affermato che la risoluzione sarà messa sul tavolo del Consiglio di sicurezza, comunque.