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SCIENZA

Controllare dallo spazio l'umidità del suolo terrestre

La NASA e la siccità

La missione si chiama SMAP, Soil Moisture Active Passive (SMAP): verrà lanciata nel prossimo inverno

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di Stefano Lamorgese
La peggiore siccità del secolo in California e in tutto il midwest americano - una drammatica scarsità di precipitazioni che dura da due inverni - ha indotto la NASA a prendere misure d'emergenza per controllare con precisione l'umidità del suolo.

Senz'acqua, si sa, la vegetazione soffre. E le coltivazioni stentano: i semi non mettono radici e le foglie non compiono la fotosintesi clorofilliana. Quella che è stata per anni la "verde California" - che produce un sesto di tutti i prodotti agricoli statunitensi - rischia di trasformarsi in un riarso deserto.

"Finora gli unici strumenti a disposizione degli agricoltori per controllare l'umidità del terreno sono stati i sensori delle stazioni meteorologiche, che però hanno una sensibilità limitata perché raccolgono dati relativi a una superficie molto ristretta", spiega Forrest Melton,ricercatore dello Ecological Forecasting Lab della NASA, che ha sede presso l'Ames Research Center di Moffett Field, California.

Anche il programma dell'Agenzia Spaziale Europea, Soil Moisture and Ocean Salinity mission misura l'umidità del suolo, ma con una risoluzione di ben 50 chilometri: un raggio utile per la meteorologia ma troppo grande perché quei dati possano essere utilizzati anche in agricoltura.

Come funzionerà lo SMAP
Il satellite della NASA, protagonista della missione Soil Moisture Active Passive (SMAP), invece, sarà dotato di due diversi strumenti a microonde capaci di rilevare il livello di umidità dei cinque centimetri più superficiali del suolo, con una risoluzione di soli 9 chilometri.

Sarà così possibile una mappatura dell'intera superficie terrestre ogni due-tre giorni: non sarà precisa come potrebbe essere la visita di un agronomo sul campo, certo, ma migliorerà sensibilmente la conoscenza della situazione dei campi destinati alle attività agricole.

Gli agricoltori, infatti, potranno utilizzare quelle informazioni per programmare più razionalmente l'uso delle scarse risorse idriche, orientando l'irrigazione nelle aree dove effettivamente sarà necessaria.