TECH
I dati economici del settore
La moda traina l'e-commerce grazie a donne e startup
La fusione tra Yoox e Net A Porter è un caso virtuoso dell'imprenditoria italiana che deve essere preso ad esempio, sottolinea l'Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano. Quello della moda è il segmento più performante dell'e-commerce, con crescita a due cifre nel 2014, grandi investimenti, che vede la nascita di molte startup. Pubblico d'elezione ovviamente quello femminile

La fusione tra la bolognese Yoox e Net A Porter darà vita ad un polo mondiale dell’e-commerce nel settore del lusso, con un giro d’affari da oltre 1,3 miliardi di euro. Anche se in termini di vendite gruppi come Zalando e Asos, oltre ad Amazon, presentano numeri superiori a quelli di Yoox e Net A Porter, il nuovo gruppo - che sarà guidato dal fondatore di Yoox, Federico Marchetti - può vantare una spiccata specializzazione per area di business e un’ampia copertura geografica del mercato.
Esempio per altri
"Yoox è, infatti, un caso esemplare: fondata negli anni del boom di internet (2000), si è quotato in Italia e ha continuato a spingere una strategia globale arrivando così a fondersi con l’altro leader mondiale del fashion-luxury. Questa fusione rappresenta così una perfetta combinazione tra un settore d'eccellenza in cui l'Italia vanta una grande tradizione, il fashion, e un settore che si sta affermando, quello dell'innovazione digitale”, ha commentato Andrea Rangone, coordinatore Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
“Il caso di Yoox deve essere quindi un esempio per tanti altri imprenditori troppo spesso orientati velocemente alla ‘exit’, cioè alla vendita a qualche grande gruppo, spesso multinazionali straniere. In Italia dobbiamo aspirare ad una nuova generazione di imprenditori globali che vogliono e possono conquistare il mondo tramite il digitale, risorsa che rende questo obiettivo molto più percorribile che in passato”, suggerisce Rangone.
Qualcosa da indossare
L'abbigliamento online è, nel settore dell’e-commerce, tra i comparti a maggiore crescita: nel totale retail, l’abbigliamento è passato dal 2,9% nel 2013 a quasi il 4% (+25%) nel 2014 con un +25% anche delle vendite, pari a un incremento di circa 350 milioni di euro secondo i dati dell’Osservatorio B2c Netcomm/ Politecnico di Milano. L’abbigliamento è, inoltre, il comparto con la più alta penetrazione di vendite via smartphone, con circa il 13% delle transazioni, pari a 220 milioni di euro nel 2014.
Smartphone più donna uguale fashion
La maggioranza degli acquirenti di abbigliamento online è composta da donne tra 25 e 49 anni, e proprio tra loro è stata fatta un’indagine da parte di Showroomprive, uno dei player del settore. Dall’indagine sono emersi i profili della ‘Donna Digitale’ e della ‘Mamma Digitale’ italiana, una donna che cerca l’equilibrio tra vita personale, familiare e professionale e ricorre a internet per provare a riuscirci.
Acquisti anche in bagno
E gli acquisti online si adattano proprio a queste esigenze: il 33,1% delle donne (il 31% delle madri) è sempre connessa a internet via smartphone e lo consulta ogni volta che riceve una notifica; Il 23,5% usa i device per fare acquisti da qualsiasi luogo e risparmiare tempo (lo fa il 19% delle madri).
E ancora, il 64,2% delle donne (il 55% delle madri) usa il proprio smartphone persino mentre è in bagno e il 39,2% (il 47% delle madri) usa invece il tablet. Il 20,7% ha già comprato online dal bagno (il 22% delle madri). Infine, 39,5% delle italiane (il 34% delle madri) afferma di usare lo smartphone e il tablet mentre guarda la televisione.
M come moda, S come startup
Una rilevante spinta innovativa per il settore sta arrivando dalle startup: sono ben 1000 quelle finanziate e di queste 54 sono italiane, secondo dati dell’osservatorio Netcomm/Polimilano. Sono startup che si inseriscono sul mercato per colmare una reale mancanza di offerta online e anche per migliorare il processo di vendita. Di qui, infatti, nascono due tipologie: i ‘merchant’, ossia operatori che vendono online prodotti o servizi, e i ‘service provider’, aziende che offrono ai merchant soluzioni di supporto all’attività di e-commerce.
Tra merchant e service provider
Le startup del segmento merchant (circa 2/3 del campione) sono maggiormente concentrate nei settori abbigliamento(30%), arredamento e design (10%), food&wine (8%) e turismo e trasporti (7%).
Tra le startup dell’e-commerce di abbigliamento, ci sono filoni innovativi come il noleggio di vestiti e accessori da cerimonia (come Rent the runway) o di abbigliamento sportivo (come Get Outfitted) e l’esperienza di acquisto supportata e guidata da un personal shopper (come Cloakroom.nl).
Tra le startup service provider, l'abbigliamento è protagonista nei servizi pre-vendita, in cui opera il 54% dei service provider analizzati. I servizi tipicamente offerti mirano a migliorare il conversion rate (Ometria) e la customer journey (Clutch e Ensighten); un’altra soluzione ricorrente sono i tool automatici che aiutano i merchant a fissare il prezzo dei propri prodotti in relazione ai prezzi proposti dai competitors (FeedVisor).
Frequenti anche tecnologie innovative che guidano il consumatore, tramite mobile app e/o software integrati nei website dei merchant, verso la scelta del capo d’abbigliamento della taglia corretta (di cui alcuni esempi sono Fitfully, Virtusize e Xyze).
Esempio per altri
"Yoox è, infatti, un caso esemplare: fondata negli anni del boom di internet (2000), si è quotato in Italia e ha continuato a spingere una strategia globale arrivando così a fondersi con l’altro leader mondiale del fashion-luxury. Questa fusione rappresenta così una perfetta combinazione tra un settore d'eccellenza in cui l'Italia vanta una grande tradizione, il fashion, e un settore che si sta affermando, quello dell'innovazione digitale”, ha commentato Andrea Rangone, coordinatore Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
“Il caso di Yoox deve essere quindi un esempio per tanti altri imprenditori troppo spesso orientati velocemente alla ‘exit’, cioè alla vendita a qualche grande gruppo, spesso multinazionali straniere. In Italia dobbiamo aspirare ad una nuova generazione di imprenditori globali che vogliono e possono conquistare il mondo tramite il digitale, risorsa che rende questo obiettivo molto più percorribile che in passato”, suggerisce Rangone.
Qualcosa da indossare
L'abbigliamento online è, nel settore dell’e-commerce, tra i comparti a maggiore crescita: nel totale retail, l’abbigliamento è passato dal 2,9% nel 2013 a quasi il 4% (+25%) nel 2014 con un +25% anche delle vendite, pari a un incremento di circa 350 milioni di euro secondo i dati dell’Osservatorio B2c Netcomm/ Politecnico di Milano. L’abbigliamento è, inoltre, il comparto con la più alta penetrazione di vendite via smartphone, con circa il 13% delle transazioni, pari a 220 milioni di euro nel 2014.
Smartphone più donna uguale fashion
La maggioranza degli acquirenti di abbigliamento online è composta da donne tra 25 e 49 anni, e proprio tra loro è stata fatta un’indagine da parte di Showroomprive, uno dei player del settore. Dall’indagine sono emersi i profili della ‘Donna Digitale’ e della ‘Mamma Digitale’ italiana, una donna che cerca l’equilibrio tra vita personale, familiare e professionale e ricorre a internet per provare a riuscirci.
Acquisti anche in bagno
E gli acquisti online si adattano proprio a queste esigenze: il 33,1% delle donne (il 31% delle madri) è sempre connessa a internet via smartphone e lo consulta ogni volta che riceve una notifica; Il 23,5% usa i device per fare acquisti da qualsiasi luogo e risparmiare tempo (lo fa il 19% delle madri).
E ancora, il 64,2% delle donne (il 55% delle madri) usa il proprio smartphone persino mentre è in bagno e il 39,2% (il 47% delle madri) usa invece il tablet. Il 20,7% ha già comprato online dal bagno (il 22% delle madri). Infine, 39,5% delle italiane (il 34% delle madri) afferma di usare lo smartphone e il tablet mentre guarda la televisione.
M come moda, S come startup
Una rilevante spinta innovativa per il settore sta arrivando dalle startup: sono ben 1000 quelle finanziate e di queste 54 sono italiane, secondo dati dell’osservatorio Netcomm/Polimilano. Sono startup che si inseriscono sul mercato per colmare una reale mancanza di offerta online e anche per migliorare il processo di vendita. Di qui, infatti, nascono due tipologie: i ‘merchant’, ossia operatori che vendono online prodotti o servizi, e i ‘service provider’, aziende che offrono ai merchant soluzioni di supporto all’attività di e-commerce.
Tra merchant e service provider
Le startup del segmento merchant (circa 2/3 del campione) sono maggiormente concentrate nei settori abbigliamento(30%), arredamento e design (10%), food&wine (8%) e turismo e trasporti (7%).
Tra le startup dell’e-commerce di abbigliamento, ci sono filoni innovativi come il noleggio di vestiti e accessori da cerimonia (come Rent the runway) o di abbigliamento sportivo (come Get Outfitted) e l’esperienza di acquisto supportata e guidata da un personal shopper (come Cloakroom.nl).
Tra le startup service provider, l'abbigliamento è protagonista nei servizi pre-vendita, in cui opera il 54% dei service provider analizzati. I servizi tipicamente offerti mirano a migliorare il conversion rate (Ometria) e la customer journey (Clutch e Ensighten); un’altra soluzione ricorrente sono i tool automatici che aiutano i merchant a fissare il prezzo dei propri prodotti in relazione ai prezzi proposti dai competitors (FeedVisor).
Frequenti anche tecnologie innovative che guidano il consumatore, tramite mobile app e/o software integrati nei website dei merchant, verso la scelta del capo d’abbigliamento della taglia corretta (di cui alcuni esempi sono Fitfully, Virtusize e Xyze).