MONDO
Sicurezza nel Mediterraneo
A Lampedusa vertice capi Polizie del Mediterraneo. Gabrielli: abbiamo carte e coscienza a posto
Il prefetto: "viviamo dentro una minaccia e le nostre agende non le stabiliamo noi ma chi di questa minaccia è portatore,per questo è necessario incontrarsi, confrontarsi, stringere relazioni"

“Dobbiamo individuare le criticità e affrontarle”. Lo ha detto il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli, a margine dell’incontro tra i capi di polizia di nove Paesi del Mediterraneo, in corso a Lampedusa. Un tavolo di lavoro indetto dall’European Relationship for Mediterranean Security (E.R.M.E.S.), che ha riunito Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Croazia e Slovenia, attorno ai temi di terrorismo e immigrazione. “L’efficacia della riunione si misurerà sulle cose concrete, siamo stanchi di fare analisi, noi siamo chiamati a dare risposte”, ha aggiunto il prefetto.
I capi della polizia si sono trovati d’accordo in quanto al metodo da adottare in materia di sicurezza, che come ha spiegato Gabrielli “deve essere improntato sulla massima operatività” e sfruttare la comunicazione tra i sistemi operativi dei vari Paesi per favorire un sempre più efficace scambio di informazioni.
E sulla vicenda dell’italo-marocchino Youssef Zaghaba, uno dei tre attentatori del London Bridge, il prefetto italiano ha aggiunto: “Noi abbiamo le carte in e la coscienza a posto”, sottolineando che “sarebbe scorretto se noi, da una posizione di forza, ci mettessimo a polemizzare con chi è in difficoltà”:
I capi della polizia si sono trovati d’accordo in quanto al metodo da adottare in materia di sicurezza, che come ha spiegato Gabrielli “deve essere improntato sulla massima operatività” e sfruttare la comunicazione tra i sistemi operativi dei vari Paesi per favorire un sempre più efficace scambio di informazioni.
E sulla vicenda dell’italo-marocchino Youssef Zaghaba, uno dei tre attentatori del London Bridge, il prefetto italiano ha aggiunto: “Noi abbiamo le carte in e la coscienza a posto”, sottolineando che “sarebbe scorretto se noi, da una posizione di forza, ci mettessimo a polemizzare con chi è in difficoltà”: