SCIENZA
Lancio da manuale a Cape Canaveral: Solar Orbiter in viaggio verso il Sole
La sonda dell'Agenzia Spaziale Europea è partita quando in Italia erano le 5.03 del mattino. Entusiasmo fra gli astronomi, che attendono con ansia dati inediti sulla nostra stella

La sonda Solar Orbiter dell'ESA ha iniziato il suo lungo viaggio verso il Sole. È partita nel cuore della notte, con il lanciatore Atlas V che ha illuminato a giorno Cape Canaveral e ha disegnato una scia di fuoco sopra il Kennedy Space Center. Un lancio da manuale, accolto dagli applausi e dall'esultanza di tantissimi ricercatori che da lunghi anni lavorano alla missione.
Festeggiamenti a Cape Canaveral
A dare il via libera ai festeggiamenti, un'ora circa dopo il lancio, è stato un bip: il primo segnale inviato dalla sonda dallo spazio, la conferma che si è attivata correttamente ed è in grado di comunicare con la Terra. “Ho assistito a molti lanci, ma questo è stato il più spettacolare e il più bello che io abbia mai visto - dice Fabio Favata, del Direttorato Scienza dell'Agenzia Spaziale Europea - In questo senso è stato un successo su tutta la linea. Adesso inizia la fase in cui bisogna controllare che tutte le apparecchiature di bordo funzionino bene“.
L'attività scientifica
Solar Orbiter impiegherà circa due anni per inserirsi nell'orbita finale, dalla quale raccoglierà informazioni sull'attività solare, sull'eliosfera, sulla formazione del campo magnetico del Sole e sui poli, una zona della nostra stella praticamente invisibile dalla Terra. Nella missione è forte anche l'impegno della NASA. Il contributo italiano, con l'ASI, l'INAF, il CNR e varie università riguarda in particolare il coronografo METIS, uno dei dieci strumenti di bordo, destinato a osservare la corona solare. Inoltre, anche attraverso l'industria, l'Italia ha avuto un ruolo nella realizzazione di altri due strumenti: SWA, che raccoglierà dati su plasma e vento solare, e STIX, un telescopio che studierà i brillamenti solari. Leonardo ha realizzato i sensori di assetto stellare che permetteranno di mantenere l'orientamento nello spazio.
Al lavoro insieme alla Parker Solar Probe
Le informazioni inviate da Solar Orbiter potranno essere usate insieme a quelle fornite dalla sonda Parker Solar Probe della NASA, già operativa nello spazio. Le due missioni dispongono di strumentazioni diverse e le orbite scelte sono differenti, quindi lavorando in collaborazione potranno fornirci una veduta d'insieme del Sole senza precedenti. È lui a rendere possibile la vita sulla Terra, a darci luce e calore, ma anche a minacciare satelliti e apparecchi elettrici con le tempeste solari. Conoscerlo meglio è fondamentale per prevedere con maggiore precisione la sua attività.
Festeggiamenti a Cape Canaveral
A dare il via libera ai festeggiamenti, un'ora circa dopo il lancio, è stato un bip: il primo segnale inviato dalla sonda dallo spazio, la conferma che si è attivata correttamente ed è in grado di comunicare con la Terra. “Ho assistito a molti lanci, ma questo è stato il più spettacolare e il più bello che io abbia mai visto - dice Fabio Favata, del Direttorato Scienza dell'Agenzia Spaziale Europea - In questo senso è stato un successo su tutta la linea. Adesso inizia la fase in cui bisogna controllare che tutte le apparecchiature di bordo funzionino bene“.
L'attività scientifica
Solar Orbiter impiegherà circa due anni per inserirsi nell'orbita finale, dalla quale raccoglierà informazioni sull'attività solare, sull'eliosfera, sulla formazione del campo magnetico del Sole e sui poli, una zona della nostra stella praticamente invisibile dalla Terra. Nella missione è forte anche l'impegno della NASA. Il contributo italiano, con l'ASI, l'INAF, il CNR e varie università riguarda in particolare il coronografo METIS, uno dei dieci strumenti di bordo, destinato a osservare la corona solare. Inoltre, anche attraverso l'industria, l'Italia ha avuto un ruolo nella realizzazione di altri due strumenti: SWA, che raccoglierà dati su plasma e vento solare, e STIX, un telescopio che studierà i brillamenti solari. Leonardo ha realizzato i sensori di assetto stellare che permetteranno di mantenere l'orientamento nello spazio.
Al lavoro insieme alla Parker Solar Probe
Le informazioni inviate da Solar Orbiter potranno essere usate insieme a quelle fornite dalla sonda Parker Solar Probe della NASA, già operativa nello spazio. Le due missioni dispongono di strumentazioni diverse e le orbite scelte sono differenti, quindi lavorando in collaborazione potranno fornirci una veduta d'insieme del Sole senza precedenti. È lui a rendere possibile la vita sulla Terra, a darci luce e calore, ma anche a minacciare satelliti e apparecchi elettrici con le tempeste solari. Conoscerlo meglio è fondamentale per prevedere con maggiore precisione la sua attività.