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SCIENZA

25 anni dopo il disastro della Exxon Valdez

Le lontre dell'Alaska sono tornate a casa

La quantità di petrolio riversata sulle coste nel 1989 fu 200 volte inferiore a quella conseguita all'esplosione della piattaforma "Deep Horizon" nel golfo del Messico nel 2010

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Una lontra
di Stefano Lamorgese
C'è voluto un quarto di secolo. Ma alla fine le lontre marine del Nord sono tornate a casa, in Alaska. 

Proprio sulle coste gelate dello Stretto del Principe William - nel cuore del Golfo dell'Alaska, il 23 marzo del 1989 si riversarono 43000 metri cubi di petrolio, fuoriusciti dalla nave "Exxon Valdez", che urtò la costa e provocò uno dei più noti disastri ambientali della storia recente.

I numeri del disastro
La falla nella chiglia della Exxon Valdez provocò l'inquinamento di 1.900 km di coste inquinate, la morte di 250mila uccelli marini, 2800 lontre, 300 foche, 250 aquile di mare, 22 orche e miliardi di uova di salmone e d'aringa. La compagnia petrolifera - che in Italia è nota col marchio "Esso" - fu costretta a risarcire quasi un miliardo di dollari e a spenderne altri due in opere di risanamento ambientale.

Le buone notizie
Un rapporto del U.S. Geological Survey informa che finalmente la fauna oceanica sta ritrovando un equilibrio e che, insomma, il mare è "quasi guarito". La popolazione delle lontre marine - dopo anni di dati altalenanti e preoccupanti soprattutto per la durata della vita media degli esemplari studiati - si è stabilizzata ed è tornata alla normalità.