Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/lecce-killer-voleva-scrivere-con-sangue-ha-dormito-dopo-delitto-vittime-scelte-a-caso-fefccb25-71bc-4078-b5f3-1622b2aa402f.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Omicidio Lecce, "De Marco voleva lasciare un messaggio scritto con il sangue"

Nei pizzini trovati dagli inquirenti la cronologia di tutte le fasi del piano criminale: "Avevo tanta rabbia che alla fine è esplosa"

Condividi
Il gip di Lecce, Michele Toriello, nell'atto di convalida del fermo di Antonio De Marco, reo confesso dell'omicidio di Daniele De Santis e della sua fidanzata, evidenzia che l'assassino aveva in mente di suggellare il suo gesto con un macabro messaggio da scrivere sul muro con "il sangue delle vittime, non avendo il De Marco portato con se' alcuna bomboletta di vernice”.  L'udienza si è svolta ieri mattina nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, dove De Marco è rinchiuso in isolamento.
 
"Omicidio pianificato con eccezionale crudeltà"

"Ricorrono nel caso di specie, ed in massimo grado, le esigenze cautelari", scrive il gip. Il giudice rileva come "l'inaudita gravità dei fatti" sia tale "da lumeggiare di per sé sola negativamente la personalità del De Marco". Per il giudice si tratta di "un duplice efferato omicidio lucidamente pianificato e perpetrato con eccezionale crudeltà, senza peraltro alcun serio motivo scatenante, con l'uso di un'arma micidiale e con la progettazione di un ulteriore e raggelante corredo di condotte crudeli ed atroci (la preventiva tortura delle vittime". L'arma citata è il pugnale da caccia che De Marco ha acquistato e di cui è stato rinvenuto solo il fodero.
 
Nei "pizzini" i passi da compiere per attuare il piano diabolico

I bigliettini manoscritti contengono annotazioni che hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire tutta l'azione omicida di Antonio De Marco: "Appena entrato: legare tutti; accendere tutti i fornelli e mettere l'acqua a bollire; scrivere sul muro". E' questo il contenuto di uno dei foglietti che hanno guidato il 21enne studente di Scienze infermieristiche, originario di Casarano, nel suo percorso la sera del 21 settembre scorso. Sul secondo 'pizzino', De Marco annota: "Scendi dalla fermata, attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar. In via Vittorio Veneto c'è il condominio a dx; a fine strada attento di fronte; passare velocemente sul muro alto a sx". Sul terzo bigliettino, come gli altri staccato da un piccolo block notes, si legge: "Pulizia: lei acqua bollente candeggina; lui, acqua bollente candeggina; poco prima uscire soda". Segue il quarto fogliettino: "Nastrare le dita; prendere i guanti; coprire testa; cambio maglietta, vestizione, prendere coltello e fascette, slacciare carpe". Il quinto bigliettino contiene annotazioni sulle fasi finali e sulla durata dell'intera azione: "Un'ora e mezza, 10-15 min tortura; un'ora e 15 min; 30 min circa al tesoro; 30 minuti pulizia; 15 min di controllo generale". L'esame grafologico di questo materiale, comparato con le firme apposte sui documenti per il rilascio della patente di guida presso la prefettura di Lecce e della carta d'identita' presso il Comune di Casarano, ha consentito agli inquirenti di individuare i Antonio De Marco il presunto omicida della coppia di fidanzati. Il ragazzo avrebbe poi confessato di li' a poco, nelle ore immediatamente successive al suo arresto, lunedi' scorso.
 
 
 
 
"De Marco: "Avevo tanta rabbia dentro, ero invidioso della loro relazione"

"Sono colpevole e ammetto di avere ucciso De Santis Daniele e Manta Eleonora. Sono entrato in casa con le chiavi. Ne avevo una copia che avevo fatto prima di lasciare l'abitazione presa in affitto da novembre fino al lockdown. Poi sono ritornato nell'abitazione a luglio rimanendo fino alla metà di agosto 2020". Con queste parole, riassunte e verbalizzate dagli inquirenti, Antonio De Marco, ha confessato di essere stato l'autore del duplice omicidio dell'arbitro leccese e della sua fidanzata la sera del 21 settembre scorso. "Durante la permanenza nell'abitazione mi aveva dato fastidio qualcosa. Ho provato e accumulato tanta rabbia che poi è esplosa. Non sono mai stato trattato male. La mia rabbia, forse, era dovuta all'invidia che provavo per la loro relazione..", si legge ancora nel verbale delle dichiarazioni del ventunenne studente di Scienze infermieristiche durante l'interrogatorio da parte dei magistrati della procura della Repubblica di Lecce dopo il suo arresto. "Non avendo molti amici e per il fatto che trascorro molto tempo in casa da solo mi sono sentito molto triste (...)", ha aggiunto De Marco. Poi il racconto della preparazione del delitto: "Per uccidere la coppia (...) ho acquistato il coltello da caccia presso il negozio denominato "........". Del coltello me ne sono disfatto. Non ricordo quando ho scritto il biglietto, né ricordo cosa intendessi dire con "caccia al tesoro". Altre volte ho sofferto di momenti di rabbia (...) Ho scritto solo due giorni prima i biglietti". Il riferimento è ai 'pizzini' su cui De Marco aveva annotato con dovizia di particolari le varie fasi della sua azione. "Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina (...)", afferma De Marco. E prosegue: "Ho incontrato Daniele nel corridoio il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui li ho uccisi. Quando ho colpito lui cercato ha di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato (...)". Questo il racconto delle fasi cruciali dell'azione omicida.   "Il passamontagna mi e' stato sfilato da Daniele il quale poi mi ha riconosciuto. Ho sentito gridare "Andrea". Loro non hanno mai pronunciato il mio nome. Indossavo dei guanti che poi si sono strappati perdendone forse uno solo o un frammento. Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva. Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall'abitazione. La fodera faceva parte del coltello che ho comprato (...) Insieme ai vestiti c'erano le chiavi e il coltello acquistato in contanti. La candeggina l'ho acquistata presso un negozio, quella sera portavo al seguito anche uno zainetto di colore grigio con dentro la candeggina, delle fascette ed il coltello nonche' della soda". Cosi' si conclude il verbale che contiene la confessione di Antonio De Marco.
 
"Vittime occasionali"

Antonio De Marco ha "scatenato la sua irrefrenabile violenza verso vittime occasionali" individuate "senza alcun effettivo collegamento ad un qualsiasi attrito insorto nel corso della loro breve convivenza". Scrive il gip del tribunale di Lecce Michele Toriello nel provvedimento di convalida del fermo.