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EUROPA

17 paesi Ue contro la legge ungherese anti Lgbtq+

Legge anti Lgbtq+: l'Ungheria risponde a von der Leyen, "Accuse false e vergognose"

Netta presa di posizione di von der Leyen: "Questa legge discrimina chiaramente le persone sulla base del loro orientamento sessuale". Oggi la questione sarà sul tavolo del Consiglio europeo, il presidente ungherese ha firmato ieri sera la legge

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Viktor Orban e Ursula von der Leyen
"La dichiarazione della presidente della Commissione europea" sulla presunta legge anti-Lgbtq+ ungherese "è una vergogna perché si basa su accuse false" di "un'opinione politica faziosa" e non sono precedute da "un'indagine imparziale". Così una nota ufficiale del Governo ungherese "in risposta ai commenti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sulla legge ungherese sulla protezione dell'infanzia". Dopo la nota, è arrivata anche la firma della legge da parte del presidente ungherese. Oggi la questione sarà sul tavolo del Consiglio europeo.

"Il disegno di legge ungherese di recente adozione - secondo il Governo di Budapest - tutela i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori", si legge nella nota. "La dichiarazione della presidente della Commissione è una vergogna - ribadisce l'esecutivo di Viktor Orban - perché il disegno di legge ungherese si basa sull'articolo 14, paragrafo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea". 

Von der Leyen: "Una vergogna la legge su contenuti Lgbtq+ per minori"
La Commissione Europea minaccia azioni legali contro l'Ungheria per le leggi che limitano l'accesso dei giovani alle informazioni su lesbiche, gay, bisessuali e trasgender (Lgbtq+). "La legge ungherese è una vergogna - ha detto la presidente Ursula von der Leyen - ho dato istruzioni ai miei commissari responsabili di scrivere una lettera alle autorità ungheresi per esprimere le nostre preoccupazioni, prima che il provvedimento entri in vigore". 

"Questa legge discrimina chiaramente le persone sulla base del loro orientamento sessuale. Userò tutti i poteri della Commissione per assicurare che i diritti di tutti i cittadini Ue siano garantiti", ha aggiunto von der Leyen. I provvedimenti fanno parte di un pacchetto legislativo che si focalizza su punizioni più severe per le violenze sessuali contro bambini e minori, creando un registro dei pedofili.

17 paesi dell'Ue hanno firmato la condanna
E' salito a 17 il numero degli Stati Ue che hanno firmato la dichiarazione congiunta contro la legge anti-Lgbtq+ voluta dall'Ungheria. Lo rende noto la ministra degli Esteri belga, Sophie Wilmes. I Paesi firmatari sono: Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Lettonia, Italia, Grecia, Austria e Cipro. Nella dichiarazione, gli Stati Ue esprimono "profonda preoccupazione per l'adozione da parte del Parlamento ungherese di emendamenti che discriminano le persone Lgbtq+ e violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini". Il Portogallo non risulta tra i firmati per ragioni istituzionali, essendo il presidente di turno del Consiglio Ue. 

I provvedimenti in questione, approvati dal Parlamento ungherese la settimana scorsa, vietano libri e film che facciano riferimento a costumi sessuali diversi dall'eterosessualità ai giovani e ai bambini. Vietano anche pubblicità che rappresentino persone omosessuali o transgender come una parte normale della società. 

Sassoli: "Commissione Ue applichi regolamento su stato di diritto"
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha scritto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo alla Commissione di adempiere agli obblighi previsti dai trattati dell'Ue per garantire il rispetto dello stato di diritto in tutti gli Stati membri.

"Come indicato dalla nostra risoluzione del 10 giugno 2021, ho scritto alla Presidente della Commissione, a nome del Parlamento europeo e sulla base dell'articolo 265 del TFUE, per invitare la Commissione ad adempiere ai suoi obblighi di custode dei trattati e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto", ha detto Sassoli in apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles.

"Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate - ha aggiunto -. Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia".



Merkel: "E' una legge sbagliata"
Angela Merkel non a esita a definire "sbagliata" la legge ungherese contro i programmi educativi destinati a sensibilizzare gli studenti sui temi Lgbtq+. Ad una domanda di Beatrix von Storch, parlamentare di Afd, sul rischio che l'intervento di Ursula von der Leyen contro il provvedimento voluto dal partito del premier Viktor Orban, Fidesz, non rischi di dividere l'Ue e non costituisca un'interferenza con un paese sovrano, Merkel ha risposto: "Considero questa legge sbagliata e anche incompatibile con la mia concezione della politica. La legge in Ungheria incontra "la mia palese critica".

Senza poi esprimere valutazioni in merito alla decisione Uefa di non concedere l'illuminazione nei colori arcobaleno dello stadio di Monaco, Merkel ha detto di aver constatato che la Uefa fa una differenza tra la fascia arcobaleno di Manuel Neuer e lo stadio illuminato con i colori dell'arcobaleno. Lo riporta Focus.de. 

Bonino: "Ungheria e Polonia smettano di usare l'Ue come un bancomat"
"Chiediamo a Polonia e Ungheria di essere coerenti e di non usare la Ue solo come un bancomat, è anche una questione di credibilità". Lo afferma Emma Bonino nel suo intervento in Aula al Senato sulle comunicazioni del premier Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo di domani e giovedì.  

Bruxelles: bandiera arcobaleno nell'entrata della sede Ue 
Il Parlamento europeo precisa che sarà issata stasera una bandiera arcobaleno all'entrata della sede di Bruxelles e negli uffici nazionali a seguito della domanda dell'eurodeputata Terry Reintke.  L'europarlamentare oggi in Plenaria ha chiesto tale azione in risposta al divieto dell'Uefa di illuminare con i colori arcobaleno lo stadio di Monaco di Baviera in occasione di Germania-Ungheria di questa sera.