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POLITICA

Legge elettorale con lo sbarramento al 5%

Tensione Pd-Ap: Renzi: inaccettabile il veto dei piccoli partiti. Oggi la direzione dei centristi

Slitta a martedì 6 giugno l'approdo in Aula della legge elettorale. A comunicare l'accordo tra i gruppi la presidente della Camera Boldrini. In corso la direzione nazionale di Ap: si discute dell'aggregazione dei partiti centristi e con essa il tema leadership.

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E' iniziata la Direzione Nazionale di Ap, convocata nel pieno della bagarre sulla battaglia sulla legge elettorale tedesca e e dello scontro tra Matteo Renzi e Angelino Alfano. Alla Direzione, che sarà seguita da una conferenza stampa, sono presenti tutti i "big" del partito, inclusi i ministri Beatrice Lorenzin e Enrico Costa. Alla Direzione si discute anche dell'aggregazione dei partiti centristi, condizione di fatto imprescindibile per provare a superare la soglia del 5%. E in questo senso, in Ap, si guarda anche a Stefano Parisi anche se una leadership del fondatore di Energie per l'Italia implicherebbe un "passo di lato" del ministro degli Esteri Angelino Alfano. 

Il leader di Ap deve fare i conti con la stoccata di Renzi, ospite di Porta a Porta, sulla soglia di sbarramento del 5% prevista dalla legge elettorale proporzionale secondo il modello tedesco. "Se quelli che non prendono il 5 per cento stanno fuori non è un dramma. Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto". E Renzi risponde anche alle accuse del ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare. "Io impaziente? Potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato... ho l'impressione che sono loro che hanno paura ma non è accettabile il potere di veto dei 'piccoli'". 

Slitta a martedì riforma elettorale alla Camera
Slitta da lunedì a martedì della prossima settimana l'approdo in aula alla Camera della riforma elettorale alla tedesca con sbarramento al cinque per cento da ieri all'esame della commissioni Affari Costituzionali che dunque ora modificherà il suo calendario, avendo un giorno in più per esaminarla. Resta invece fermo il termine di giovedì 8 giugno per l'approvazione finale fissato dalla conferenza dei capigruppo.   Lo slittamento è il frutto di una mediazione condotta con successo dalla presidente della Camera Laura Boldrini, anche a seguito di sollecitazione di alcuni gruppi parlamentari che avevano lamentato lo scarso tempo messo a disposizion per l'esame in prima commissione. Boldrini, secondo quanto si è appreso a Montecitorio, ha sentito telefonicamente i capigruppo parlamentari che hanno acconsentito allo slittamento di un giorno dell'inizio dell'esame in aula, mantenendo però fermi tempi massimi e termine ultimo di approvazione del lavoro in assemblea sulla nuova legge elettorale a Montecitorio. Possibile che dal voto non esca una maggioranza

Di Maio: accordo non è inciucio
"Partecipiamo all'intesa sul modello tedesco perchè stavolta la proposta è seria e per soddisfare la richiesta di Mattarella". Lo afferma a Repubblica Luigi di Maio che annuncia: "Primarie in estate per scegliere il candidato premier che presentera' la squadra prima delle elezioni. Io in campo? Decidono gli iscritti. Nei primi 100 giorni a Palazzo Chigi aboliremo Irap, Equitalia e studi di settore". Sulla legge elettorale, rivendica Di Maio, "ci siamo confrontati nelle sedi istituzionali e alla luce del sole, senza inciuci sottobanco, su un modello su cui abbiamo chiamato a esprimersi i nostri iscritti. Solo dopo il loro ok, abbiamo portato la proposta al Pd". "Puntiamo a superare il 40% - dice ancora - che col sistema tedesco ci permettera' di governare da soli. Quindi ci saranno tantissimi nuovi cittadini eletti in Parlamento. Anche in questo caso ci saranno le parlamentarie on line". "La prima cosa che faremo - annuncia quindi Di Maio - sara' approvare il reddito di cittadinanza, le coperture le abbiamo gia'. In questo modo rimettiamo al centro il lavoro e facciamo ripartire i consumi. Poi ci vuole una seria lotta alla corruzione, abolizione di Equitalia, degli studi di settore e dell'Irap per dare ossigeno alle imprese che vogliono crescere, avvio del programma di conversione energetica verso le rinnovabili". Sulla squadra di governo "decidera' il candidato premier. Una cosa e' certa: presenteremo una squadra di altissimo livello prima delle elezioni. Sfido i partiti a fare altrettanto". Alla domanda se Nino Di Matteo sara' il ministro della Giustizia del M5s, Di Maio replica. "Dico solo che la sua disponibilita' e' una buona notizia". Infine sul sindaco di Roma Virginia Raggi, Di Maio dice: "Via solo se condannata".