POLITICA
Incontro Grasso-Boldrini sull'iter della riforma
Legge elettorale, al Senato asse Pd-M5S-Sel
In commissione Affari costituzionali si forma una inedita maggioranza che vota per lo spostamento dal Senato alla Camera dell'esame della riforma. Calderoli: "È solo una presa in giro". Casini: "È uno scippo"

La legge elettorale continua a dividere il Parlamento. Il parere espresso dalla commissione Affari costituzionali del Senato, che ha dato il via libera al trasferimento dell'iter della riforma alla Camera, ha scatenato aspre polemiche. A favore si sono espressi Pd, M5S e Sel, mentre hanno votato contro FI, Ncd, Lega, Sc, Per l'Italia, Autonomisti e Gal. La presidente della Camera, Laura Boldrini, e il presidente del Senato, Pietro Grasso, si sono incontrati a Montecitorio intorno alle 18.30 proprio per discutere sull'iter della legge. L'obiettivo è quello di raggiungere un'intesa e superare lo stallo sul 'restyling' del Porcellum, dando l'ultima parola su un eventuale passaggio della discussione sulla riforma dal Senato alla Camera. Il colloquio tra le due cariche dello Stato è terminato dopo quasi un'ora. Nel frattempo sono congelati sia i lavori della commissione che la costituzione del comitato ristretto.
Calderoli: "È una presa in giro"
Dure critiche sono venute subito dal senatore leghista Roberto Calderoli: "È nata una nuova maggioranza formata da Pd, Sel e M5S cioè i partiti che fino a oggi hanno prodotto il rinvio della riforma. Ma tanto non combineranno nulla perché quando tornerà al Senato la riforma non ha i numeri per essere approvata. È solo una presa in giro".
Casini: "È uno scippo"
Altrettanto duro Pier Ferdinando Casini: "Un conto è abolire il Senato, ipotesi più che praticabile e per molti anche condivisibile, un conto è avallare un vero e proprio scippo della Camera ai danni del Senato esercitato sulla base di una decisione trasversale che contraddice precedenti deliberazioni e intendimenti concordati. Se il buon giorno si vede dal mattino, si sta preparando una fase di prepotenza che non promette nulla di buono e in cui ciascuno si assumerà le proprie responsabilità", è il monito di Casini.
Quagliariello: accordo entro il 6 gennaio o è crisi
A far discutere è anche l'avvertimento di Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme costituzionali ed esponente del Nuovo centrodestra, che dice: "Nei prossimi 15 giorni", al più tardi "subito dopo la Befana", la maggioranza deve trovare un accordo su legge elettorale, riforma del bicameralismo e riduzione del numero dei parlamentari "o va in crisi".
Renzi: timori che Alfano voglia perder tempo
Il neosegretario del Pd, Matteo Renzi, alla Stampa ha espresso il timore "che Angelino Alfano voglia perder tempo e menare il can per l'aia. Io con lui parlerò, figurarsi, ma non mi lascerò incantare e nemmeno rallentare: ho una mia exit strategy, un canale aperto anche con Berlusconi e Grillo, che la riforma adesso la vogliono davvero. E se il Nuovo centrodestra divaga, vuol dire che lavoreremo con qualcun altro". Laconico il giudizio di Maurizio Gasparri (FI): "Si è ben capito chi detta l'agenda nel governo e nella maggioranza: Matteo Renzi. Il Ncd non conta nulla nella definizione delle priorità".
Calderoli: "È una presa in giro"
Dure critiche sono venute subito dal senatore leghista Roberto Calderoli: "È nata una nuova maggioranza formata da Pd, Sel e M5S cioè i partiti che fino a oggi hanno prodotto il rinvio della riforma. Ma tanto non combineranno nulla perché quando tornerà al Senato la riforma non ha i numeri per essere approvata. È solo una presa in giro".
Casini: "È uno scippo"
Altrettanto duro Pier Ferdinando Casini: "Un conto è abolire il Senato, ipotesi più che praticabile e per molti anche condivisibile, un conto è avallare un vero e proprio scippo della Camera ai danni del Senato esercitato sulla base di una decisione trasversale che contraddice precedenti deliberazioni e intendimenti concordati. Se il buon giorno si vede dal mattino, si sta preparando una fase di prepotenza che non promette nulla di buono e in cui ciascuno si assumerà le proprie responsabilità", è il monito di Casini.
Quagliariello: accordo entro il 6 gennaio o è crisi
A far discutere è anche l'avvertimento di Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme costituzionali ed esponente del Nuovo centrodestra, che dice: "Nei prossimi 15 giorni", al più tardi "subito dopo la Befana", la maggioranza deve trovare un accordo su legge elettorale, riforma del bicameralismo e riduzione del numero dei parlamentari "o va in crisi".
Renzi: timori che Alfano voglia perder tempo
Il neosegretario del Pd, Matteo Renzi, alla Stampa ha espresso il timore "che Angelino Alfano voglia perder tempo e menare il can per l'aia. Io con lui parlerò, figurarsi, ma non mi lascerò incantare e nemmeno rallentare: ho una mia exit strategy, un canale aperto anche con Berlusconi e Grillo, che la riforma adesso la vogliono davvero. E se il Nuovo centrodestra divaga, vuol dire che lavoreremo con qualcun altro". Laconico il giudizio di Maurizio Gasparri (FI): "Si è ben capito chi detta l'agenda nel governo e nella maggioranza: Matteo Renzi. Il Ncd non conta nulla nella definizione delle priorità".