Legislatura agli sgoccioli, Mattarella domani scioglierà le Camere
Per Calenda sarebbe necessaria una nuova assemblea costituente

Sergio Mattarella ascolterà il discorso di fine anno del premier Paolo Gentiloni prima di sciogliere le Camere. È attesissimo infatti, alle 11 di domani, l'intervento che il presidente del Consiglio terrà davanti alla stampa nell'auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio. Sarà quella l'occasione per ufficializzare che il governo, con l'approvazione della legge di bilancio, è giunto a compimento. L'esecutivo, spiegherà il premier, ha esaurito il suo compito, a un anno esatto dal suo insediamento, e con praticamente alle porte la scadenza naturale della legislatura.
È a questo punto che il capo dello Stato nel pomeriggio chiamerà al Colle i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, a cui chiederà un parere sulla decisione che si appresta a prendere. Parere obbligatorio, perché il passaggio è sancito dall'articolo 88 della nostra Costituzione, ma non vincolante per l'inquilino del Colle. Mattarella, ascoltati Grasso e Boldrini, provvederà quindi al decreto di scioglimento del Parlamento che dovrà essere controfirmato da Gentiloni stesso.
A seguire sarà convocato il Consiglio dei ministri per stabilire la data delle elezioni, al momento la data più accredita resta quella del 4 marzo. È solo dopo questo passaggio che Gentiloni, accompagnato dal ministro dell'Interno Marco Minniti, salirà al Colle per firmare il decreto di indizione delle elezioni, con il quale poi verrà fissata anche la data della seduta inaugurale delle nuove Camere, che in base all'articolo 61 della Carta, dovrà svolgersi non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Secondo questo timing in pratica il 23 marzo 2018.
Appare quindi archiviato lo Ius soli, la legge sulla cittadinanza, che si è fermata in Senato per mancanza di numero legale. È di ieri la lettera/appello di 'Italiani senza cittadinanza' indirizzata proprio a Mattarella. "Non lasciateci soli" hanno scritto i ragazzi del Movimento, chiedendo a gran voce il rinvio dello scioglimento delle Camere in modo da poter approvare la legge. Il messaggio però da parte del Parlamento è stato inequivocabile. Le assenze trasversali dei senatori (in aula mancavano oltre i parlamentari del centrodestra anche l'interno Movimento 5 Stelle è 28 senatori Pd), dopo l'approvazione della legge di bilancio, sono state tali da non poter dare inizio alla discussione sulla legge, un segnale chiaro che anche il Parlamento ha rinunciato a questo progetto di legge. Da parte del Colle non vi era nessuna decisione precostituita, nessun piano a lungo termine tale da affossare lo Ius soli. Se ci fosse stata la chiara volontà dei gruppi parlamentari di portare a termine questo percorso, ricordano fonti qualificate, il tempo necessario per l'approvazione ci sarebbe stato. Infine, occorre sottolineare, la legge sulla cittadinanza è di iniziativa parlamentare, non compete né al governo né al Quirinale.
Pochi giorni quindi e si darà il via alla campagna elettorale che porterà il Paese alla sua XVIII legislatura. Una competizione politica a cui il presidente Mattarella guarda con attenzione. Proprio in occasione del discorso alle Alte cariche dello Stato il 19 dicembre scorso il presidente della Repubblica aveva ricordato che " le elezioni rappresentano il momento più alto della vita democratica, da affrontare sempre con fiduciosa serenità". Un messaggio chiaramente indirizzato alle forze politiche pronti a scendere in campo alla ricerca di consensi: toni bassi, niente clima d'odio, ma soprattutto che si cerchi di riportare alle urne l'elettorato. "Il tempo delle elezioni costituisce un momento di confronto serrato, di competizione" e l'auspicio di Mattarella è stato quello che " vengano avanzate proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia, sviluppando un dibattito intenso, anche acceso ma rispettoso. E', questa, inoltre, una strada per ridurre astensionismo elettorale e disaffezione per la vita pubblica".
Calenda: sarebbe auspicabile un'assemblea costituente
"Forse la strada giusta, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, potrebbe essere quella di un'assemblea costituente". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in un'intervista al Corriere della sera, che ipotizza come una nuova costituente il modo migliore per "aprire in maniera ordinata la Terza Repubblica invece di subire la dissoluzione caotica della Seconda". "Serve un luogo per affrontare le pulsioni diverse emerse dal referendum costituzionale e da quelli di Lombardia e Veneto - spiega Calenda - . Un luogo per porre fine alla kermesse delle leggi elettorali estemporanee, ridisegnare il rapporto tra esecutivo e legislativo, per affrontare il tema di una democrazia efficace, che peraltro affiora in tutti i Paesi occidentali" "Avevamo due grandi emergenze, quella economica e quella istituzionale - dice, parlando della legislatura che sta terminando - . Sul primo versante il bilancio è positivo per merito di tanti fattori: la Bce, la capacità di reazione delle imprese italiane ma anche la politica economica dei governi Letta, Renzi, Gentiloni, che ha ridotto il deficit liberando risorse per la crescita". Sul fronte istituzionale "abbiamo perso la sfida della costruzione di un sistema più forte ed efficiente", si rammarica Calenda.