Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/leonardo-italia-chiede-restituzione-isabella-d-este-ca6f400c-59b1-4004-b8f5-1055c4a17138.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Arte

È Leonardo? L'Italia chiede la restituzione del ritratto di Isabella d'Este

Ritrovata nel 2013 in un caveau svizzero. Ma per critici è falso

Condividi
Ritratto di Isabella d'Este (Ansa)
Potrebbe tornare presto in Italia il discusso Ritratto di Isabella d'Este, da alcuni attribuito a Leonardo sequestrato nel 2015 dai carabinieri dei beni culturali nel caveau di una banca di Lugano. Passata in giudicato la sentenza di condanna per la proprietaria del dipinto, Emidia Cecchini di Pesaro, la procura marchigiana ha fatto partire ai primi di marzo, tramite il ministero di Grazia e giustizia, la richiesta di restituzione, così come del resto era previsto da accordi stretti tempo fa con le autorità elvetiche. Il rientro consentirà agli esperti di sottoporre la tela a tutte le analisi necessarie, anche se sull'autenticità del ritratto -definito un falso da diversi critici italiani tra cui Vittorio Sgarbi e Tomaso Montanari - sembrano oggi prevalere i dubbi.



La vicenda comincia nell'agosto 2013, quando i carabinieri appurano che il quadro, che potrebbe essere la realizzazione ad olio del celeberrimo disegno a Carboncino di Leonardo conservato al Louvre ( vd. foto a lato), è stato esportato clandestinamente e si trova nel caveau di una banca svizzera a Lugano dove fermano anche un avvocato marchigiano che ha in mano una procura della proprietà che lo autorizza a vendere il dipinto per 95 milioni di euro.

La Procura fa una richiesta urgente di rogatoria internazionale cui l'autorità giudiziaria di Lugano dà immediata esecuzione. Ma gli investigatori trovano il caveau vuoto: il quadro è stato prelevato dai proprietari e portato altrove. A ottobre il ritratto di Isabella 'rispunta' nel servizio esclusivo di un magazine che lo trova e pubblica anche una lettera nella quale Carlo Pedretti, massimo esperto di Leonardo, avrebbe scritto "non esito a riconoscere l'intervento di Leonardo particolarmente nella parte del volto" (Qualche tempo dopo però lo stesso Pedretti, intervistato dall'Ap negherà di aver mai attributo a Leonardo il dipinto di Pesaro).

Il 9 febbraio del 2015 la tela viene infine sequestrata dai carabinieri dei beni culturali in un secondo caveau, sempre a Lugano. Le reazioni degli storici dell'arte sono però già allora perplesse. E se Vittorio Sgarbi definisce il dipinto "un crosta", Alessandro Vezzosi sottolinea "in base alla documentazione che già circolava non ci sono elementi per una attribuzione certa. "L'ipotesi attuale- spiega- è che l'autore sia un seguace di Leonardo e non coevo, ma non si può escludere nulla e la storia dell'arte riserva sempre sorprese". Vezzosi non esclude poi che sotto il dipinto vi possa essere un disegno o una bozza. "Questa opera, se non ci saranno fatti nuovi, rientra nel fenomeno del 'leonardismo'", e il ritratto di Isabella potrebbe essere opera di seguaci del maestro, "non sempre coevi", o di suoi discepoli, che hanno prodotto reinterpretazioni e copie".

Di cosa realmente si tratti cercheranno di stabilirlo le analisi alle quali il quadro dovrà essere sottoposto al suo rientro. Intanto la proprietaria settantenne, che ha sempre sostenuto che la tela, frutto di una eredità di famiglia, era in Svizzera dal 1920, è stata condannata in via definitiva ad un anno e due mesi di reclusione per esportazione illegale di opera d'arte.