ITALIA
Esami di maturità 2019
Il tema su Leonardo Sciascia, Bernardini della Sapienza: complesso per studenti
L'esperto di fenomeni mafiosi, Enzo Ciconte: bene tracce su mafia, presenza mai sconfitta

"Il giorno della civetta è un romanzo polifonico e plurilinguistico", ricco di spunti e di connessioni che "forse per gli studenti è difficile cogliere tutti". Lo afferma Francesca Bernardini, docente di letteratura italiana contemporanea all'Università La Sapienza, commentando con l'Agi la scelta delle tracce di analisi del testo. "Il giorno della civetta è il romanzo che ha reso famoso Leonardo Sciascia e ha una importanza storica enorme - osserva la professoressa - per la prima volta si parlava esplicitamente del problema della mafia connesso agli appalti pubblici e al potere politico, e questo in un'epoca in cui a livello pubblico si affermava che la mafia non esiste".
Bernardini sottolinea che il romanzo ebbe "un impatto enorme sull'opinione pubblica e anche a livello politico, tanto che da lì a poco venne fondata la Commissione antimafia".
Dal punto di vista stilistico l'autore siciliano "riprende la poetica del realismo, ma crea un romanzo che inserisce al suo interno una varietà di punti di vista che si alternano e un'alternanza tra la lingua italiana letteraria, la lingua parlata, il dialetto e le citazioni latine".
Ciconte: bene tracce su mafia, presenza mai sconfitta
"La mafia è una presenza che non è stata sconfitta dopo due secoli. È bene che se ne parli, sono contento che le tracce della Maturità contengono due passaggi su Sciascia e su Dalla Chiesa".
Lo afferma all'Agi Enzo Ciconte, scrittore, docente ed esperto dei fenomeni mafiosi. Con questa scelta "si cerca di indicare come la mafia sia un problema da risolvere e che deve essere affrontata non solo sul piano della repressione ma anche sul piano della comprensione storica e culturale. Solo se si capisce bene cosa siano questi nuovi fenomeni mafiosi allora troveremo i modi giusti per sconfiggerli".
L'intreccio tra mafia e politica denunciato dallo scrittore siciliano nel 1961 "non è cambiato molto" ma "oggi la mafia è diventata più pervasiva, ha conquistato e si è radicata in tutte le regioni, nessuna esclusa, e si configura come un moderno sistema di relazioni economiche, sociali e corruttive. Quindi - osserva Ciconte - è più pericolosa e meno visibile. Ai tempi di Dalla Chiesa la sua morte provocò dolore e ci furono manifestazioni. Oggi la grande corruzione o i grandi appalti nei centri storici non provocano reazioni perché ce ne accorgeremo tra qualche anno".
Lo scrittore giudica positivamente anche il fatto che "queste due tracce richiamano la storia del nostro paese, che è molto importante. Per capire quello che siamo oggi dobbiamo guardare indietro, alle nostre pagine belle e brutte". "Ricordare le vittime - conclude Ciconte condividendo le parole di Nando Dalla Chiesa sull'importanza di non dimenticare - è un mutamento culturale profondo. Se non ricordiamo le persone innocenti ammazzate dalla mafia, se non spieghiamo chi sono state, non cambieremo mai l'Italia".
30 anni senza Sciascia, un convegno oggi a Palermo
Proprio questo pomeriggio alle 18 nella chiesa di San Giacomo dei Militari, all'interno della caserma "Dalla Chiesa - Calatafimi", si terrà il convegno: "30 anni senza Sciascia. Quando il Capitano Bellodi scese da cavallo". All'incontro, cui presenzieranno il generale di divisione Giovanni Cataldo, comandante della legione carabinieri Sicilia, e lo scrittore Matteo Collura, parteciperanno le più alte cariche civili e militari dell'Isola.
Lo scrittore Leonardo Sciascia era nato a Racalmuto, in provincia di Agrigento, l'8 gennaio del 1921 ed è morto a Palermo il 20 novembre del 1989, trent'anni fa.
Bernardini sottolinea che il romanzo ebbe "un impatto enorme sull'opinione pubblica e anche a livello politico, tanto che da lì a poco venne fondata la Commissione antimafia".
Dal punto di vista stilistico l'autore siciliano "riprende la poetica del realismo, ma crea un romanzo che inserisce al suo interno una varietà di punti di vista che si alternano e un'alternanza tra la lingua italiana letteraria, la lingua parlata, il dialetto e le citazioni latine".
Ciconte: bene tracce su mafia, presenza mai sconfitta
"La mafia è una presenza che non è stata sconfitta dopo due secoli. È bene che se ne parli, sono contento che le tracce della Maturità contengono due passaggi su Sciascia e su Dalla Chiesa".
Lo afferma all'Agi Enzo Ciconte, scrittore, docente ed esperto dei fenomeni mafiosi. Con questa scelta "si cerca di indicare come la mafia sia un problema da risolvere e che deve essere affrontata non solo sul piano della repressione ma anche sul piano della comprensione storica e culturale. Solo se si capisce bene cosa siano questi nuovi fenomeni mafiosi allora troveremo i modi giusti per sconfiggerli".
L'intreccio tra mafia e politica denunciato dallo scrittore siciliano nel 1961 "non è cambiato molto" ma "oggi la mafia è diventata più pervasiva, ha conquistato e si è radicata in tutte le regioni, nessuna esclusa, e si configura come un moderno sistema di relazioni economiche, sociali e corruttive. Quindi - osserva Ciconte - è più pericolosa e meno visibile. Ai tempi di Dalla Chiesa la sua morte provocò dolore e ci furono manifestazioni. Oggi la grande corruzione o i grandi appalti nei centri storici non provocano reazioni perché ce ne accorgeremo tra qualche anno".
Lo scrittore giudica positivamente anche il fatto che "queste due tracce richiamano la storia del nostro paese, che è molto importante. Per capire quello che siamo oggi dobbiamo guardare indietro, alle nostre pagine belle e brutte". "Ricordare le vittime - conclude Ciconte condividendo le parole di Nando Dalla Chiesa sull'importanza di non dimenticare - è un mutamento culturale profondo. Se non ricordiamo le persone innocenti ammazzate dalla mafia, se non spieghiamo chi sono state, non cambieremo mai l'Italia".
30 anni senza Sciascia, un convegno oggi a Palermo
Proprio questo pomeriggio alle 18 nella chiesa di San Giacomo dei Militari, all'interno della caserma "Dalla Chiesa - Calatafimi", si terrà il convegno: "30 anni senza Sciascia. Quando il Capitano Bellodi scese da cavallo". All'incontro, cui presenzieranno il generale di divisione Giovanni Cataldo, comandante della legione carabinieri Sicilia, e lo scrittore Matteo Collura, parteciperanno le più alte cariche civili e militari dell'Isola.
Lo scrittore Leonardo Sciascia era nato a Racalmuto, in provincia di Agrigento, l'8 gennaio del 1921 ed è morto a Palermo il 20 novembre del 1989, trent'anni fa.