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POLITICA

"Per le istituzioni vale la pena morire anche nell'Italia di oggi"

Letta un anno dopo gli spari a Palazzo Chigi. "Rispettiamo i valori delle istituzioni"

A quasi un anno dall'anniversario - era il 28 aprile - Enrico Letta ricorda gli spari a piazza Colonna a Roma che ferirono il carabiniere Giuseppe Giangrande, nel giorno del giuramento del suo governo. Elogio alla "prontezza" con la quale il capo dello Stato Giorgio Napolitano gestì quella fase

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L'ex premier Enrico Letta torna in una lettera al Corriere della Sera al 28 aprile di un anno fa. Il giorno in cui "gli italiani assistevano in contemporanea a due avvenimenti diversi ma ormai legati in maniera indissolubile: il giuramento del nuovo governo dopo due mesi di stallo politico e la sparatoria davanti a Palazzo Chigi, con il tragico ferimento di due militari che svolgevano il loro lavoro: Francesco Negri e Giuseppe Giangrande".
Letta ricorda soprattutto il sacrificio di Giangrande, la cui vita da quel giorno "è cambiata per sempre" - gli spari di Luigi Preiti infatti lo costringono sulla sedia a rotelle - ed elogia "la dignità" con la quale affronta il proprio "calvario".
In quei giorni, secondo Letta, il capo dello Stato Giorgio Napolitano "assicurò la continuità istituzionale rassicurando tutti, senza che l'evento, tragico ma isolato, facesse ingiustamente deviare il corso delle cose".
Secondo Enrico Letta, "per la difesa delle istituzioni si può morire, anche nell'Italia di oggi". L'ex premier sottolinea come "l'insegnamento che da quella tragedia rimane è in fondo controcorrente in un tempo in cui si fa fatica a riconoscere il ruolo delle istituzioni". A chi si è sacrificato per la Repubblica, per Letta si deve "gratitudine e soprattutto l'obbligo di vivere le istituzioni come il più importante dei beni comuni della nostra comunità nazionale".