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MONDO

Libera l'attivista delle donne

Arabia Saudita. Dopo oltre 1000 giorni di prigione, liberata l'attivista delle donne

La 31enne Loujain Al-Hathloul aveva cominciato lo sciopero della fame a causa delle condizioni in carcere dove aveva denunciato torture, fondamentale la mediazione americana voluta da Biden. Ora le famiglie chiedono libertà anche per le sue compagne

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Loujain alla guida
di Antonella Alba
Era stata arrestata insieme ad altre sue compagne attiviste perché voleva che nel suo Paese le donne guidassero l'automobile come gli uomini, diritto revocato per anni dal vecchio Re saudita. Era il maggio 2018 e Loujain Al-Hathloul, a 31 anni, dopo essere stata arrestata ottiene la sua prima vittoria per i diritti civili: l'illuminato principe Bin Salman figlio del Re revocò il divieto di guidare per tutte le donne saudite, una notizia che fece il giro del mondo. 

Oggi dopo 3 anni di carcere "Loujain è a casa!!!!!!!", lo hanno detto i suoi fratelli, la sorella Lina che  su Twitter ha postato una foto con un primo piano dell'attivista sorridente. La sua incarcerazione è stata oggetto di condanna da parte della comunità internazionale. 
 
La notizia arriva all'indomani della sentenza della Corte d'appello di Riad che ha respinto le accuse mosse dall'attivista di essere stata torturata in carcere. "L'appello ha confermato la prima decisione" della Corte, ovvero ''Nega le torture. La ragione? L'onere della prova spetta a Loujain'', aveva twittato la sorella. 

Lo scorso ottobre per protestare contro le sue condizioni di detenzione Loujain iniziò uno sciopero della fame, durato diverse settimane. Secondo le denunce di gruppi attivisti di diritti umani, Al-Hathloul e le altre attiviste detenute sono state torturate durante gli interrogatori. Le autorità saudite negano però queste accuse.

A dicembre scorso, Loujain era stata condannata a cinque anni e otto mesi di carcere per reati di terrorismo, tra cui l'aver incitato al cambio di regime, cercato di stravolgere l'ordine pubblico e aver contattato Stati "ostili". Accuse infondate secondo la sua famiglia. La Corte criminale speciale di Riad - che secondo gli attivisti viene usata per silenziare il dissenso - aveva, però, sospeso la detenzione di due anni e dieci mesi, dopo le intense pressioni internazionali per il suo rilascio. Ma il suo rilascio sembrava impossibile.

Fino all'arrivo di Biden alla Casa Bianca, il neo presidente ha promesso una linea più severa con Riad sui diritti umani e soprattutto per il rilascio dei cittadini con doppia nazionalità americana-saudita, attivisti e membri della famiglia reale, molti dei quali detenuti senza un'incriminazione. Ma intanto la notizia corre sui social "Loujain è a casa!!", scrive la sorella, "ma non è libera - aggiunge - La battaglia continua e non saremo pienamente felici senza la liberazione di tutti i prigionieri politici".