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MONDO

A Bruxelles vertice Ue straordinario

Libia, l'Ue avverte la Turchia: "Basta interferenze". Battaglia per il controllo di Sirte

Il ministro degli Esteri Di Maio in Turchia dopo il vertice Ue

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Cessate il fuoco immediato, stop all'escalation militare e fine delle interferenze esterne in Libia, in particolare da parte della Turchia. L'Unione europea prende posizione sul conflitto libico e invia un messaggio ad Ankara: "Abbiamo chiesto un cessate il fuoco, uno stop all'escalation e alle interferenze esterne, la decisione turca di intervenire con truppe in Libia aumenta le nostre preoccupazioni", dice l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, al termine del mini-vertice dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sulla Libia.

"Le iniziative dell'Unione Europea da domani vedranno un cambio di passo". Lo dice Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, a margine del vertice straordinario Ue a Bruxelles sulla Libia, ai microfoni di Rainews 24. "Il nostro lavoro- aggiunge- da domani, come Ue, sarà coeso e l'Unione europea parlerà con voce sola".

Dopo il vertice straordinario Ue a Bruxelles sulla Libia, il ministro Luigi Di Maio, va a Istanbul per incontrare il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu.

Sarà la Libia il tema al centro della visita di Luigi Di Maio in Turchia. Lo conferma il ministero degli Esteri di Ankara in una nota, in cui specifica che la prima visita del ministro degli Esteri italiano, in carica da novembre, avrà in agenda gli sviluppi nel Mediterraneo orientale, oltre alle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Di Maio è atteso a Istanbul dove, questa sera, incontrerà il collega turco, Mevlut Cavusoglu.

Borrell: preoccupa l'intervento della Turchia
"Abbiamo chiesto un cessate il fuoco, uno stop all'escalation e alle interferenze esterne, la decisione turca di intervenire con truppe in Libia aumenta le nostre preoccupazioni". Lo dice l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, al termine del mini-vertice dei ministri degli Esteri sulla Libia."È chiaro per chi vuole capire, che quando parlo di aumento di interferenze esterne mi riferisco alle interferenze della Turchia", ha aggiunto. 

Ue: "Cessazione ostilità essenziale"
L'Unione Europea chiede la cessazione immediata delle ostilità in Libia per evitare il rischio di partizione del paese. Lo affermano l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, e i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito in una dichiarazione congiunta al termine del mini-vertice di oggi a Bruxelles sulla Libia. "L'Unione Europea e' della ferma convinzione che non c'è soluzione militare alla crisi libica e che un conflitto protratto non farà altro che portare ulteriore miseria ai cittadini ordinari, esacerbare le divisioni, aumentare il rischio di partizione, diffondere l'instabilita' nella regione e aggravare la minaccia di terrorismo. Una cessazione immediata delle ostilità è quindi cruciale", si legge nel dichiarazione congiunta. Nel testo l'Ue riafferma il suo "impegno a cessare immediatamente i combattimenti attorno a Tripoli e altrove" e la volonta' di "contribuire ulteriormente alla mediazione Onu e a un rapido ritorno ai negoziati politici". 

Battaglia per il controllo di Sirte
Sirte è sotto il controllo delle forze governative di Fayez al-Sarraj. Lo ha detto a Interfax Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo in Libia. "Al momento Sirte è di nuovo sotto il controllo delle forze di al-Sarraj",ha detto Dengov. "Le forze di Tripoli hanno arrestato dozzine di prigionieri di guerra, sequestrato 20 mezzi e ucciso 50 persone tra i soldati dell'esercito di Haftar". Tuttavia le ostilità continuano ed è possibile che la situazione "possa cambiare", ha precisato Dengov.

Le milizie di Misurata e le forze del Governo di accordo nazionale libico (Gna) del premier di Tripoli, Fayez al-Serraj, hanno infatti lanciato una offensiva per cercare di riprendere le posizioni perse a vantaggio del generale Khalifa Haftar a Sirte. Le forze di Haftar, dopo aver espugnato Sirte, hanno assunto il controllo del porto e dell'aeroporto. La conquista della città situata circa 400 chilometri a est della capitale è fondamentale per la strategia di conquista del Paese dell'uomo forte della Cirenaica.  Secondo quanto riferito da fonti militari vicine al Gna, le truppe fedeli a Serraj sono riuscite ad avanzare lungo l'asse sud-est e a catturare diversi miliziani nemici.

Di Maio al Fatto Quotidiano: "In corso una guerra, con interferenze esterne"
"La situazione sul piano della sicurezza è difficile, ma la missione della Ue è in corso e lavora a un incontro con Al Sarraj e Haftar. Se non sarà possibile in Libia, lo terremo altrove". E' quanto afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un'intervista in apertura del Fatto Quotidiano in cui esprime preoccupazione per l'escalation in Iraq e apre a una "rimodulazione" dei contingenti italiani all'estero.   "In Libia è in corso una guerra, con interferenze esterne. L'obiettivo dell'Italia è ricondurre tutti gli attori che hanno influenza su questo scenario, dalla Turchia alla Russia fino all'Egitto e agli Stati Uniti", dice Di Maio. Con Al Sarraj  "ho parlato stamattina (ieri, ndr), e in questi giorni ho avuto continui contatti con lui e con il suo ministro degli Esteri", spiega. "Noi parliamo anche con Haftar. Dopodiché perché si sblocchi la situazione è fondamentale che si parlino Stati Uniti e Russia".   "Lavoriamo su tutti i fronti: ho invitato il ministro degli Esteri turco in Italia e mercoledì sarò a un vertice in Egitto sulla situazione libica, poi andrò in Algeria e Tunisia. E c'è il processo di pace di Berlino", sottolinea. "Dobbiamo credere a oltranza nella soluzione diplomatica. La guerra porta guerra, e l'unica soluzione è il cessate il fuoco".  

Di Maio non risparmia critiche all'ex alleato di governo: "L'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini avocò totalmente a sé il dossier libico, puntando solo sull'immigrazione per farne un tema da campagna elettorale. Una scelta del tutto sbagliata", afferma. "Qui se la guerra continua i rischi saranno ben altri, con la proliferazione di cellule terroristiche a pochi chilometri dalle nostre coste. Non ci sono minacce dirette pe ril nostro Paese - assicura - ma queste cellule di terroristi stanno proliferando".   Parlando dell'Iraq, "l'escalation chiaramente ci preoccupa. Noi siamo sempre per la pace: se al governo ci fosse la Lega ci porterebbe in guerra", dice Di Maio. "E poi l'Italia ha soldati in quel Paese: le dichiarazioni aggressive di certi politici li mettono in pericolo", evidenzia il ministro, secondo cui "una rimodulazione dei nostri contingenti all'estero andrà pensata, ma sempre di comune accordo con gli alleati. Abbiamo già chiuso la missione a Mosul e ridotto il contingente in Afghanistan".

La situazione sul terreno in Libia è molto delicata, ma questo non significa che l'Ue debba restare immobile. Ne ho parlato ieri sera a Roma con l'alto rappresentante per le politiche Ue, Josep Borrell, con il quale abbiamo affrontato anche il dossier iraniano". Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul suo profilo Facebook. "Fra poco - aggiunge Di Maio - sarò a Bruxelles, per un vertice straordinario insieme ai miei omologhi europei di Francia, Germania, Gran Bretagna e con lo stesso Borrell".   - Sirte è sotto il controllo delle forze governative di Fayezal-Sarraj. Lo ha detto a Interfax Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo in Libia. "Al momento Sirte è di nuovo sotto il controllo delle forze di al-Sarraj", ha detto Dengov. "Le forze di Tripoli hanno arrestato dozzine di prigionieri di guerra, sequestrato 20 mezzi e ucciso 50 persone tra i soldati dell'esercito di Haftar". Tuttavia le ostilità continuano ed è possibile che la situazione "possa cambiare", ha precisato Dengov.